Preghiera di un poeta

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Così silenziosa a stento ti riconoscevo.

Quant'è vero, Parigi, che la notte

ti veste d'un fascino che neanche le stelle

possiedono se viste tutte insieme.

La Senna ti lava della sozzura della giornata,

accompagnata dalle melanconiche campane

di una cattedrale immersa nelle tenebre

che guardo estasiato, trattenendo le lacrime.

Sei fredda, e lo sei sempre stata,

spacchi le ossa, infrangi cuori e distruggi,

pugnalandoci con sogni impossibili,

avvelenandoci con desideri irraggiungibili.

Strega di metallo e pietra, dimmi,

come può il cuore umano amare altro,

dopo che nel tuo lugubre e muto riflesso

il suo male ha, finalmente, incredibilmente senso?



(sulle note di "Fly" di Ludovico Einaudi)

La razza in estinzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora