La ballata dei poeti suicidi

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Affilata la mina
eppur la carta taglia,
ferita sulla pelle
inchiostro sulla punta.

Con gesto deciso
solca, trafigge,
sbava l'inchiostro nero
ed esala con i versi.

Caricata la penna
scotta il calamaio,
è stretto tra le dita
della mano tremante.

Preme l'indice forte
ed esplode la mente,
riversando le ombre
di confusi pensieri.

Aperto il quaderno
s'un paesaggio bigio,
bagna la pioggia fine
le parole già scritte.

Elevasi l'anima
al pari degli astri,
ma la carne pesante
giù in terra può stare.

Arduo è il cammino
di chi segue idilli,
o vive di sogni vani
o muore di sogni gravi.

(A Vincent Van Gogh, morto suicida il 29 luglio 1890)

La razza in estinzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora