VI

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Di nuovo luce

è vivo?

questa volta indiscutibilmente diversa, perché indiretta, laterale. Anna respirò a fondo senza cullarsi in alcuna illusione, sapeva dove era, ricordava tutto.

è vivo?

Era supina, ben composta, gli occhi appena offuscati fissi su quel soffitto che soffitto non era, c'era un trucco nascosto, una botola.

per avermi calata da lì deve essere molto forte

Non aveva mai pensato a un'apertura in alto, si era fissata con le sbarre a scorrimento, l'entrata laterale, a volte la mente è fatta di porte chiuse.

è vivo?

Si accorse del cambiamento solo dopo un minuto: sentiva il legno sotto di sé. Non solo con le mani o i piedi, ma anche con le spalle.

sono nuda

No, non del tutto, il seno era contenuto, se ne accorgeva a ogni respiro, e aveva delle mutande. Non slip, mutande alte che le coprivano la pancia. Il vestito era scomparso.

«Saverio» soffiò in punta di labbra, esentì che non erano morbide come prima, aveva sete. Provò a piegare i gomiti eci riuscì al primo colpo.

la sto smaltendo alla svelta

non come Saverio

è vivo?

Partì una piccola scarica di adrenalina. Si posò le mani sui seni, a conferma che un reggiseno sportivo senza ganci li teneva insieme, e le fece salire fino al viso. Non le faceva male niente, si ispezionò gli incavi delle braccia passandosele davanti agli occhi, perché la testa ancora non aveva intenzione di muoversi. Niente lividi, non l'aveva idratata, forse le aveva messo dell'acqua in bocca, ma alla fine non poteva essere trascorso molto tempo da quando

Saverio si è impiccato

li aveva addormentati tutti. C'era un grande silenzio, intorno a lei, nessun lamento o scricchiolio.

«Giulio?»

Niente.

Respirò a fondo, sapeva di doversi voltare su un fianco il più presto possibile, l'unica era far circolare il sangue alla svelta. Appoggiò entrambe le mani a terra e le mosse a raggiera, piano piano, come quando si faceva l'angelo nella neve o la sirena sulla sabbia. A destra sfiorò qualcosa di morbido e riconobbe la tortiera in silicone. Accanto c'era un nuovo cartoccio di carta, le sembrò abbastanza pieno.

ha rifornito tutti, vuol dire che sta iniziando una nuova settimana

A sinistra non c'era niente, e la luce proveniva da lì.

devo voltarmi

Infilò i palmi sotto le ginocchia e le aiutò a tirarsi bene su, così da poter poggiare le piante dei piedi, formicolanti. Poi le spinse di lato sollevando come poteva il fianco destro e ruotò con tutto il corpo, tranne la testa. Se la prese con entrambe le mani, afferrando anche un po' di capelli, e la costrinse a girare. Ora vedeva fuori dalla gabbia. Era di fronte a un angolo, non c'erano finestre lì davanti, la luce arrivava da destra, dove iniziava un altro lato della struttura, e da sinistra, ma molto oltre la fine del suo carrozzone. Là, sotto la prima di una serie di cinque finestre quadrate, alte, c'era una gabbia che non aveva mai visto prima. Aveva perso del tutto il suo colore originale, poteva essere stata gialla come verde. Era più tozza della sua, corta e con le sbarre più grosse. Anna poteva vederla per intero da fuori, ma solo una parte all'interno. Il corpo era adagiato di fianco, le gambe raccolte, una più su dell'altra, un braccio steso e uno piegato e appoggiato sul gomito. Era una posizione di pronto soccorso, lo sapeva, l'avevano mostrata a scuola mille anni prima, non avrebbe saputo riprodurla, non gliene era mai fregato niente, però sì, sì, ne era abbastanza certa.

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