Five

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"Ci vediamo dopo, Scott," lo salutò Stiles con un cenno della mano e poi salutò anche Isaac che stava andando via insieme all'amico.

Dalla saletta pesi arrivavano dei tonfi pesanti, probabilmente Derek che stava rimettendo in ordine il casino lasciato dagli studenti che ormai erano andati tutti via.

Stiles si trascinò nuovamente dentro, le forze lo stavano abbandonando pian piano e aveva bisogno di una pausa.

Una volta entrato Derek gli fece un cenno. "Ti do dieci minuti di pausa," gli disse dando un'occhiata all'orologio appeso al muro alle sue spalle. "Devo tornare a casa prima delle otto quindi impegnati e datti una mossa."

"Sei stato tu a volermi tenere qui," fece notare Stiles con un dito accusatorio puntato su di lui.

"Se tu fossi capace di difenderti da solo non ti avrei trattenuto," gli disse schietto Derek.

Stiles sbuffò una risatina incredula. "Stai davvero cercando di farmi credere che sono qui perchè vuoi aiutarmi e non perchè ti diverti a vedermi soffrire?" quando la risposta di Derek arrivò solo con uno sbuffo, Stiles scosse la testa. "E poi non è vero, sono capace di difendermi da solo," asserì poi, convinto.

"Ah sì?" chiese Derek avvicinandosi, abbassò la testa e quando la rialzò i suoi occhi erano tinti di rosso brillante, le zanne erano a malapena celate dalle labbra e le unghie si erano allungate diventando artigli affilati.

In un attimo Stiles si trovò con il petto premuto contro il muro che prima era alle sue spalle, il braccio sinistro era girato in modo da fargli un male atroce anche con un minimo movimento, la morsa ferrea al suo polso era sempre più stretta e poteva sentire gli artigli che per poco non gli laceravano la pelle, la faccia completamente schiacciata contro le piastrelle fredde e il peso di Derek su di lui a tenerlo fermo al suo posto.

"Non mi sembra che tu ti sappia difendere," gli disse, il suo respiro caldo arrivava diretto dietro l'orecchio di Stiles che rabbrividì.

"Non vale," tentò Stiles strattonando il braccio cercando di liberarsi dalla morsa. Ovviamente non si mosse nemmeno di un centimetro. "Stai giocando sporco trasformandoti in lupo mannaro."

Derek lo lasciò andare e Stiles andò a massaggiarsi il braccio chiudendo leggermente gli occhi per via del dolore che sentiva.

"Andiamo, prendi i pesi da dieci e comincia quello per i bicipiti che vi ho insegnato prima," gli disse indicandogli il piccolo armadietto con dentro tutti i pesi riposti in ordine.

Stiles annuì e fece come detto, prese i due manubri e si portò davanti davanti al grande specchio che occupava metà parete. Fece un set da dodici con un braccio e poi con l'altro, espirando forte quando faceva fatica e invece inspirando quando rilassava il muscolo.

Poggiò i due manubri a terra e si lasciò cadere sul pavimento, mettendosi a sedere e attendendo il suo minuto di pausa. "Hai un appuntamento galante?" chiese Stiles, passandosi l'asciugamano sul collo e bevendo qualche sorso d'acqua, riprendendo il discorso di qualche attimo prima.

"Cosa?" chiese Derek confuso.

"Alle otto," spiegò il castano ma, vedendo la faccia ancora confusa dell'altro cercò di spiegarsi meglio. "Prima hai detto di dover essere a casa prima delle otto, hai forse un appuntamento?" chiese una seconda volta.

Derek si limitò a guardarlo male prima di concentrarsi sulla panca che aveva davanti. Stiles lo vide fare un respiro profondo e sciogliere i muscoli della braccia e della spalle prima di rilasciare il respiro e mettersi sdraiato, le mani corsero a stringere il bilanciere che reggeva il peso da lui caricato poco prima.

Getting FitWhere stories live. Discover now