Capitolo 13

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ebbene sì rEGAH,
SONO TORNATA MERDEEE🌚🌚
no 'kay, basta.
vi lascio al capitolo bbs.

Becky's Pov;;

Non sono la solita ragazza che si aspetta il principe azzurro ai piedi, pronto a soccorrere la sua amata.
E se è per questo neanche mia sorella.
Emily sembra tranquilla e dolce, cosa che effettivamente è, ma se si arrabbia nessuno la può fermare se non io.

Teoricamente, alle 8 precise tutti gli studenti devono essere nella nostra classe, noi comprese.
In classe ci presenteremo visto che siamo nuove e niente, tutto come prima.
Fortunatamente ho un po' di senso del realismo, non sogno ad occhi aperti.
Cioè sì, anch'io sogno ad occhi aperti, ma so anche essere realista.
La cosa è complicata.
Io e mia sorella siamo ferme davanti agli armadietti, cercando anche i nostri due.
Eccoli, finalmente.
"Becky Powell.
Emily Powell."
Il mio non è così tanto conciato, ormai la carta appiccicosa degli adesivi se n'è andata, e anche quello di Emily non è messo malissimo.
Sono a combinazione.
Mi è sempre piaciuta l'idea degli armadietti, così almeno lo studente non deve portarsi sempre nello zaino libri e quaderni.
Sinceramente non ho mai capito come si utilizzasse un'armadietto a combinazione.
Cioè sì, la combinazione e tutto, ma come si fa a cambiare "password"?
O magari c'è sempre la stessa combinazione... Bah.
— Emily, io magari vado a farmi un giro per la scuola. Se mi perdo chiedo informazioni... E poi ricordati che siamo nuove, ci sta. — la avviso e le faccio l'occhiolino.
— Sei sicura? Vengo con te. Almeno ci perdiamo assieme. — risponde.
— Sicurissima. Fidati di me. Ricordati delle altre volte, ho mai infranto qualche promessa con te? — la rassicuro.
— No... A parte quando mi avevi promesso di non mangiare per un'ora. — ammette.
— Oh, vero... — alzo il tono di voce — Ma a parte quello!, ho mai infranto qualche promessa? —
— Beh, no. Non sei il tipo di persona che lo farebbe, né tantomeno a me. — dice.
— Ecco quindi fidati. Stai tranquilla. — concludo.
Proseguo per il grande atrio fino ad arrivare al corridoio di destra e svoltarvi.
Ho percorso appena una stanza più mezzo corridoio e la scuola mi sembra già immensa.
— Hey, se trovi un astuccio rosso piccolo potresti darmelo? Oppure dallo alla signora della segreteria... Grazie mille! — mi ferma un ragazzo con i capelli sparati in alto e pure spettinati, sembra piuttosto preoccupato.
— Uh, va bene. — rispondo accennando un sorriso.
Lui mi ringrazia per la seconda volta, sorride e se ne va.
Mi fa pena, chissá cosa contiene quell'astuccio.

ᴅᴏᴘᴏ ᴍᴇᴢᴢ'ᴏʀᴀ...

Okay, credo di essermi più o meno persa.
Ho capito com'è strutturata questa scuola, non è poi così difficile, il problema è che non so il nome di tutte le stanze, nel senso che non so dov'è per esempio un ipotetico laboratorio di scienze.
Ora che ci penso sono appena le 7:48, e già alle 7:27 la scuola era piena di studenti e docenti che camminavano freneticamente in cerca di libri o chissà cosa.
Mi cade l'occhio su un piccolo sacchetto verde chiaro di plastica.
Pure nella scuola lasciano rifiuti a terra, è incredibile.
— Che schifo di gente che c'è in giro. — mi lamento.
Raccolgo il sacchetto e noto un altro oggetto, questa volta rosso.
Raccolgo anche quest'ultimo e lo analizzo.
È un astuccio.
Merda.
Dov'è la segreteria?
Poi in questi corridoi non c'è in giro nessuno.
Su Becky, cerca di ricordare.
Scema, in fondo devi solo scendere e scendere perché è all'entrata.
Ma aspetta... A che piano siamo?
Sospiro e corro giù dalle scale, cercando una persona a cui chiedere a che piano siamo, visto che di cartelli in giro sui muri non ce ne sono.
Già che ci sono potrei chiedere direttamente dov'è la segreteria.
Cerco qualche bidello, studente o docente che sia, per chieder informazioni.
Le uniche due persone che trovo sono davanti al bagno.
E indovinate un po' chi sono?
Il ragazzo con gli occhi verdi e il biondino.
Tiro un respiro profondo e tocco la spalla del biondo.
Lui si gira incuriosito e mi osserva con i suoi profondi occhi azzurro oceano.
Il moro si era già girato per monitorare la situazione, peggio di uno stalker, nonostante si trovasse più lontano rispetto a me, di una decina di metri.
Dopo poco si rigira e aspetta probabilmente che qualcuno uscisse dal bagno, senza - fortunatamente - calcolare me e l'altro ragazzo.
— Scusa il distrubo, ma potresti dirmi dov'è la segreteria? — gli chiedo diventando rossa in faccia, quindi cerco di sdrammatizzare il mio rossore con un sorriso molto forzato.
Lui mi sorride gioiosamente e mi risponde: — Scendi le scale ancora per due volte, poi dunque... — posa una mano sul mento e pensa per qualche attimo, poi riprende a guardarmi felicemente — teoricamente dovresti essere arrivata, dovresti solo svoltare o a destra o a sinistra, ma questo puoi capirlo anche da sola. —
Ho fatto bene a rivolgermi a lui, ero sicura che sarebbe stato gentile.
Lo ringrazio e faccio per girarmi, quando lui mi chiede: — Aspetta, sei nuova qui? Non ti avevo mai visto gironzolare per la scuola. —
— Oh, sì. Sono arrivata oggi assieme a mia sorella. — rispondo sorridendogli.
Parlammo ancora per qualche manciata di minuti e io mi dimenticai delle sue informazioni fornitemi prima della chiacchierata.
— Uhm, grazie per la chiacchierata, mi ha fatto piacere parlare con te. — affermo senza pensare, poi quando mi rendo conto di quello che avevo appena detto diventai rossa in viso, e lui se n'era ben accorto.
Anche lui arrossisce e ride, rispondendomi poi: — Anche a me. — e sorride.
Il suo amico si avvicina.

 — Già al primo giorno di scuola fai conoscenze eh? Poi con una ragazza... Ti dai da fare Armin eh. — dice sfacciatamente il suo amico, provocando un rossore sul viso del diretto interessato, sommato a un sorriso stravolto e impacciato.

— Gli stavo solo chiedendo delle informazioni. — sbotto io, già pronta a litigare.
L'espressione del moro cambia da scherzosa a turbata: mi sta guardando malissimo ed è già sicuramente pronto alla rissa.
Il biondo ci guarda preoccupati e noi intercettiamo il suo sguardo.
Grazie al biondo, la testa calda si calma ed evito la rissa.
Sarà l'essere biondi che dà poteri?
Siamo rimasti per pochi secondi in silenzio, quando poi io dico: — Beh, allora grazie mille... Armin? Alla prossima. — congedo Armin.
Ho un vuoto.
Mi rigiro imbarazzata e chiedo: — Dove hai detto che era la segreteria? —
Armin scoppia a ridere mentre il suo amico rimane inflessibile.
— Scendi le scale per ancora due volte e poi sei arrivata, il resto lo capirai benissimo tu. — risponde sempre ridendo.
Lo ringrazio di nuovo e mi fiondo sulle scale.


Armin's Pov;;

— Che ragazza strana. — borbotta Eren, anche se noto un leggero rossore sulle sue guance.
— Ma no dai, era simpatica. — ribatto dandogli torto, senza però farne una questione di stato.
— Dici che ce la ritroveremo in classe? — chiede il mio migliore amico, ovvero Eren.
— Penso proprio di sì, sicuramente ha la nostra stessa età, anche perché era più alta di me. — ipotizzo.
Eren si limita ad annuire.
Mikasa esce finalmente dal bagno, probabilmente stava chiacchierando o bisticciando con la Leonhart oppure stava origliando la nostra conversazione.
Qualsiasi cosa abbia fatto, ho una forte sensazione che rivedremo la ragazza di prima, precedentemente soprannominata da me, Eren, e gli altri presenti quel pomeriggio, come La Ragazza della Gelateria.

se la scuola vi sembra strana è perche ho mischiato la scuola giapponese con quella italiana e tedesca, lmao.
boh lol
spero che la storia vi piaccia🤔
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PORCA VACCA FINALMENTE SONO RIUSCITA A PARTORIRE IL CAPITOLO.
ERANO MESI CHE CI STAVO DIETRO.
ringrazio YumeYamamoto  e @AnnamariaJUDY (che però non tagga, fuck) per i commenti che mi hanno lasciato.💗

come al solito, solo per te, special tag:
GayaLuciani

Those Girls, Those Boys [AoT x OCs] - [IN PAUSA]Where stories live. Discover now