PROLOGO

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«Miss Billiart... Miss Billiart...» Il vecchio ripeté quel nome più volte, con lo sguardo fisso nel bicchiere che teneva in mano, come se, tra le sfumature ambrate del whisky, vedesse il viso della donna. «Non è che mi piaccia molto, forse perché è francese...» continuò, «ma l'importante è che piaccia a te, giusto?»

Il suo interlocutore annuì, mentre la pioggia batteva incessante sulle ampie finestre a golfo e le luci del temporale illuminavano l'arredo antico e sontuoso di quell'enorme sala da pranzo.

«Insomma, vai avanti sì o no?» incalzò l'anziano, con voce rauca e inaridita come fango al sole. «Non sono più un ragazzino, ogni secondo è prezioso.»

David Cole non replicò subito. L'intero corso della sua esistenza stava cambiando in maniera irrevocabile: qualche minuto di raccoglimento non si poteva certo biasimare. «Siamo soli in casa?» domandò infine, con fare prudente.

«Soli in questa casa!» ridacchiò il buon vecchio Jonathan. «È più facile che un ricco entri nel Regno dei Cieli!» Un tuono fece tremare l'aria con un tempismo che lo divertì parecchio. «Ma guardie e servitù sono a debita distanza» chiarì, e mandò giù un copioso sorso di Chivas. «Non starai mica avendo dei ripensamenti?»

«No, nessun ripensamento» disse, calmo, David.

«E quindi? Hai già deciso la meta del viaggio?»

«Sì, deve essere un posto dove io sia già stato.»

La conversazione continuò per molto tempo, scandita dal ritmo costante delle gocce che bussavano sui vetri e dal fragore dei tuoni distanti.

David elencò, una ad una, tutte le fasi di quel piano così complesso che veniva sul serio da dubitare che fosse attuabile.

La storia, che sarebbe servita a reggere insieme tutti i pezzi del piano, l'aveva ideata in prima persona, con la cura con cui si inventa una favola. E come tutte le favole, aveva dell'onirico.

Ma con i mezzi di Jonathan Wheeler a disposizione, ogni sogno poteva diventare realtà.

«Ragazzo mio, se ti sfugge anche solo un particolare, alla minima incongruenza si aprirà una crepa, ed è dalle crepe che crolla tutto» spiegò, dall'alto della sua stessa esperienza e dal fondo del suo stesso dolore.

«Non si aprirà nessuna crepa» tagliò corto l'altro. «Jon, sei sicuro che il macchinario funzionerà?»

«Funzionerà» ribadì l'anziano.

«Bene» sospirò, emozionato e teso. Ripensò alla prima volta che ne aveva sentito parlare, quando era stato messo al corrente di quel mondo fatto di possibilità tanto vaste quanto terrificanti. «Per i documenti?» sollecitò.

«Ci penso io.»

«Il taxi?»

«Ci penso io.»

«L'autista?»

«Ci penso io. Penso a tutto io. È il minimo che possa fare.» Jonathan doveva moltissimo a David, forse tanto quanto David dovesse a Jonathan.

«Deve filare tutto liscio» ordinò Cole.

«Filerà liscio come l'olio» assicurò Wheeler.

«E non devono esserci ritardi.»

«Per un assegno a sei zeri, non tarda nessuno» sghignazzò. «C'è un assegno anche per te, ovviamente.» Quello avrebbe avuto uno zero in più: dieci milioni di sterline. «Sei ricco, figliolo, come me. Beh, quasi come me.»

«Sono un mostro, quasi come te» valutò con gelida ironia. Anche se gli spettava il ruolo del cattivo, David in fondo si era innamorato della sua favola.

«Ci siamo incatenati all'albero maestro della stessa barca!» commentò il vecchio, quasi allietato.

Le vite di entrambi, ormai, dipendevano da quel fiabesco piano.

A dirla tutta, molte più vite ne dipendevano, nella fitta ragnatela di menzogne e strategie in cui David Cole si era incastrato per sempre.

«Che ne dici di affogare la nostra mostruosità in un altro cicchetto?» ironizzò l'anziano, ridendo, finché la tosse non gli spense l'amara allegria.

C'era abituato Wheeler ad essere un mostro. Cole ancora no. «Lo stai facendo per amore, David. Le tue intenzioni sono nobili.»

«Come puoi dire una cosa del genere?»

«Ho detto per amore, non ho detto verso chi...» sorrise, e riprese a sorseggiare il whisky. «L'amore è un sentimento sorprendente. Ci fa sentire forti, ma in verità ci rende impotenti.»

La legna ardeva nel camino, scricchiolando timidamente, mentre il diluvio si andava placando.

«Jon, quando tutto sarà finito, non ci vedremo più. Lo sai, vero?»

«Lo so. Sono vecchio, ma non sono scemo. Anche se non avrei mai voluto che finisse così.»

David fissava ipnotizzato le ultime gocce di pioggia che pugnalavano la ghiaia di fuori, chiedendosi in che modo fosse arrivato fino a quel punto. «Come si fa a guardare ancora in faccia una persona, sapendo quello che ha fatto?» chiese forse a Jon, forse a se stesso, o forse a Dio.

Il temporale cessò, lasciando i due in una quiete infelice.

«A Miss Billiart!» proclamò Wheeler, offrendo il bicchiere per un brindisi. Aspettò con la mano a mezz'aria che l'altro afferrasse il suo, rimasto pieno così come quando gli era stato offerto.

«A Miss Billiart!» replicò Cole.

I due whisky si scontrarono, per poi tornare ai loro posti; quel distillato aveva riposato per quarant'anni e non aveva la minima idea di quanto fosse orribile il piano a cui aveva appena dato il via.

Un piano che sarebbe iniziato di lì a poco e che sarebbe, di fatto, filato liscio come l'olio.

Almeno per due anni.

Almeno fino a quel sabato notte, quando, in una villa silenziosa, la prima crepa si aprì. Tra le sottili mani di Miss Billiart.

IL GIALLO DEGLI OCCHI - Giulia, Julie, JulietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora