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È mattina, tutto pronto, sono le 7 e come al solito decido di alzarmi.

Mi faccio una doccia veloce, mi trucco leggermente e lascio libera la mia lunga chioma.

Indosso una canotta bianca dell'adidas, dei pantaloncini neri e le vans nere.
Non possono mancare le mie adorate cuffiette assieme al mio iPhone ricco di canzoni.

Scendo lentamente assieme alla valigia.
'Ciao amore.' mi saluta mia madre.
'Ciao.' le rispondo freddamente.
Mi lascia un bacio sulla fronte e poi decido di uscire.
'Papà...'
'Dimmi tutto.'
'C'è il pianoforte nella tua villa?'
'Certo che sì, ma molto più grande, di grandissima qualità. In quella villa c'è di tutto.'

Ci rechiamo in aereoporto con la limousine ed entriamo in aereo. Mai stata prima d'ora.
Dieci lunghe ore dopo...
'Eccoci qua.'
Mio dio! È enorme! Non vi ero mai stata prima d'ora. Una villa così grande non l'avevo mai vista. C'è un maestoso giardino e una piscina gigantesca dotata di idromassaggio. Cazzo.
Decido di entrare.

Oh madonna, un castello in poche parole. Arredata coi fiocchi e ricca di stanze.
'Seguimi Natalie, ti porto nella tua nuova stanza.'
Annuisco e lo seguo.
Tutta d'un tratto mi ritrovo in un'infinita stanza con un pianoforte grandissimo.
'Oh mio dio!' esclamo.
'Ti piace?' chiede mio padre.
'E me lo chiedi?' rispondo.
'Ti lascio sistemare le tue cose.'
Ma sì, questa villa può essere la più bella del mondo, ma non potrà mai colmare i miei ricordi di Edimburgo.

Decido di telefonare Tayler e Jessica, devo raccontargli tutto.
'Ragazzi!' esclamo.
'Ehi! Mi mancate tanto!' esclama Jessica.
'Anche voi. Non vedo l'ora di incontrarci e...' blocco Tayler.
'Fermi un attimo. Devo dirvi una cosa.' dico con aria triste.
'Cosa Natalie?' chiedono incuriositi.
'Credo che non ci rivedremo mai più.' affermo con il viso rigato da qualche lacrima.

'Cosa?! Perché?' esclamano.
'Mi sono trasferita a Philadelphia con mio padre, i miei hanno divorziato.' continuo.
'Oddio, ed adesso?'
'Dovrò conoscere nuova gente...'
'Ma ora come faremo senza te?!' esclamano.
'Non lo so, dovrete farcela. Mi mancherete tantissimo.' affermo con aria malinconica.
'Anche tu, in una maniera assurda!'
'Devo andare ora, ci sentiamo okay?'
'Certo, non esitare a contattarci, allorché avessi bisogno di noi.' conclude Jessica.
Affermo con un cenno del capo e riattacco. Mi mancano tantissimo.

Decido di mettere in ordine la mia roba e poi scendere.
Si fa sera...
'Natalie...' mi chiama mio padre.
'Cosa c'è papà?'
'Tra un po' si comincia, e così ho deciso di iscriverti in una maestosa scuola: l'Armen High School. Ti piacerà tantissimo.' mi riferisce. Sì sì, tantissimo guarda.
'Ehm, grazie.' e sorrido nervosamente.

Suona il campanello.

'Vado io Natalie.'
'Di già vengono a bussare?' chiedo.
'Sono molto famoso qui, sai?' mi riferisce.

'È permesso?' chiede una voce femminile. Chi sarà mai?
'Prego sig.rina Loren, entri.' la ospita mio padre.
'Buonasera anche a te Evan, sempre più bello ti fai eh?' dice mio padre a qualcun'altro.

'Ah, e tu devi essere la figlia del signor Clarke? Piacere, sono Patricia Loren, e lui è mio figlio, Evan.' mi porgono la mano.

'Ed io sono Natalie, piacere mio.' come la ammiro, sembra una modella: alta circa 1,80 m, la sua chioma ebano lunga e folta va sino al bacino, e indossa un abito attillato nero per niente volgare accompagnato da décolleté anch'esse nere. Il figlio non è niente male, alto e muscoloso, capelli castani e occhi verdi. Un bellissimo ragazzo, ma non fa per me.

'Signor Clarke, dobbiamo sbrigare delle faccende, potremmo recarci nel suo ufficio?' chiede la Loren.
'Certamente.' acconsente mio padre.
'Ti lascio qui Evan, così vi conoscete meglio.' e se ne va.

'Sai già tutto?' mi chiede il ragazzo.
'Cosa dovrei sapere?'
'Ancora non l'hai capito?' ma questo qui crede che io sia una maga?
'Beh, allora non ti è stato riferito nulla alquanto vedo: mia madre e tuo madre si sposeranno a breve.' afferma seriamente.

'Spero tu stia scherzando.'
E no, non sta scherzando, per niente.
'Non mi ha detto nulla mio padre.' gli riferisco. Perché non avrebbe dovuto farlo? Si preoccupava che non avrei potuto accettarlo?

'Non sarà ancora pronto per riferirtelo. Scusa se ho agito così d'impulso dicendotelo con tanta franchezza... Comunque ho sempre desiderato una sorella minore, saresti perfetta.' mi riferisce.
'Grazie, suppongo lo saresti anche tu.' gli sorrido.
D'altronde, oltre ad essere bello, è anche molto docile.

Gli squilla il cellulare.
'Oh cristo Simon, ma dove cazzo sei? Vieni in quella villa di l'altro giorno.'
Simon? Oddio, Natalie, prega che non sia suo fratello.

Suona il campanello.
'Vado io Evan.' dico.
'Va benissimo.' risponde.
Apro la porta e trovo davanti a me un ragazzo bellissimo: biondo e occhi azzurri, altissimo e scolpito. Ed io, tonta, mi pietrifico.

'E tu chi sei? Per caso vuoi una mia foto? Così potrai ammirarmi tutte le volte che vuoi.' mi chiede credendosi chissà chi.
'Io non voglio nulla da te, e abbi un briciolo di rispetto nei confronti altrui.'
'Io, il ragazzo più famoso di Philadelphia, deve portare rispetto ad una come te? Ma per piacere. Ora levati dai piedi.' ma chi si crede di essere.

'Ehi ehi, state calmi bimbetti. Intanto presentatevi, no? Simon, lei è Natalie. Natalie, lui è Simon, un mio caro amico.'
'Non mi interessa minimamente chi lui sia.' rispondo freddamente e mi reco in camera senza dare alcuna spiegazione, ma penso sia stata evidente anche non riferendogliela.

Però non riesco a capire, anche se quel ragazzo ha avuto quel tipo di comportamento nei miei confronti, nel momento in cui l'ho visto per la prima volta ho percepito delle sensazioni strane...

Sarà la fame, ma di sicuro non mi recherò nuovamente al piano di sotto, non voglio assolutamente incontrare il suo sguardo un'altra volta, almeno per oggi.

Meglio addormentarsi, è stata una lunga giornata.

Attratta da un bastardo.Where stories live. Discover now