Prologo

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Ed eccomi qui, nel mio adorato letto, alle 7 in punto di mattina a fissare il soffitto immersa nei miei soliti pensieri.
La luce del sole mi sfiora, dicendomi che ora di alzarsi ed affrontare una nuova giornata.
Lunedì, 25 agosto.
Meno di un mese all'inizio della maledetta scuola, quella fottuta, fottutissima scuola, che io miracolosamente amo. I miei migliori amici: Tayler e Jessica, gli altri conoscenti che mi adorano... insomma, una scuola da sogno. Ed eccomi qui, ad Edimburgo, la città che non ho mai abbandonato, quella città di cui conosco ogni minimo dettaglio, l'unica pecca: sono tutti in vacanza. Odio l'estate, non ho nessuno con cui parlare, nessuno che mi calcola, nessuno che mi ascolta, il mondo crolla.
Mi alzo, vado in bagno, faccio una doccia, attorciglio i miei lunghi capelli biondi in uno chignon, indosso una tuta e scendo al piano di sotto, dove come al solito i miei genitori litigano. Il buongiorno si vede dal mattino!
'Sabrina, sarebbe meglio finirla non trovi?' chiede mio padre a mia madre. Cosa intenderebbero fare?...
'Sarebbe la cosa migliore per tutti, anche per Natalie, non possiamo continuare di questo passo.'
Non possono...!
'Quindi avete deciso di rompere?!' esclamo.
'Natalie, non agitarti, è la cosa migliore da fare per tutti e...' reputa mio padre.
'No, cazzo... NO!'
E fuggo in camera mia gettandomi sul mio letto.
Non possono farmi questo, non possono!
Bussano.
'Nati, sono la mamma, posso entrare?'
Silenzio assoluto.
'Natalie, ascolta...'
'Zitta, ti prego.'
'Io continuo, punto. Con tuo padre ci sono troppi problemi, non ce la facciamo più, devi cercare di capirci...' la blocco.
'Io non vi capisco e mai vi capirò. Stava andando tutto a meraviglia ed adesso...' mi interrompe.
'...ed adesso è un capitolo chiuso, ormai è deciso. Scendi ora, la colazione è in tavola.' e se ne va.
Cazzo, non può andare così!
Decido di scendere ed andare a mangiare.
'Allora Natalie, devo dirti una cosa, molto importante.'
'Cosa?' dico fredda.
'Tua madre rimarrà qui ad Edimburgo, ed io ti porto con me a Philadelphia, nella mia grandissima villa dove mi dirigo spesso per lavoro. Si parte domani mattina.'
'Non potete farmi questo.'
'Ormai è deciso, o vuoi o non vuoi, ora va in camera tua e prepara le valigie.'
Fuggo di nuovo in camera mia scoppiando in lacrime. Non voglio abbandonare la mia adorata città, voglio rimanere qui, a casa, dai miei amici, da tutto. Quanto vorrei ribellarmi, ma non me la darebbero vinta neanche morta quei due stronzi!
Col cuore frantumato e la testa dolorante, comincio a prepararmi.
Mi aspetta una nuova vita.

Attratta da un bastardo.Where stories live. Discover now