Capitolo 3 - Il più bello del mondo

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Quindi si recarono in sala parto, mentre Gennaro e Rey si fermarono improvvisamente tra i corridoi col fiatone...
- Figliuolo, che succede? Tutto bene? - chiese il nonno.
- Il cane è affaticato... cominciate ad andare, io vi raggiungo subito... - li rassicurò il giovane Cesarini, accarezzando l'animale.
Dopo qualche minuto sembrò essersi ripreso, quindi si avviarono anche loro verso la sala, ma vennero fermati da un infermiere.
- Fermo, fermo, fermo! Dove crede di andare? Sono spiacente di doverla mandare via, ma lei qui non può stare! Sono tante le donne intente a partorire e la presenza del proprio marito ritengo che non sia di certo ciò che può a loro servire!
- Stia zitto e non mi provi a comandare! Sono più vecchio dell'apparenza e non permetterò di certo a lei di dirmi cosa fare! Mia moglie sta per mettere al mondo il mio bambino ed io non ho la minima intenzione di stare fermo qui a parlare con un cretino! - rispose con convinzione Gennaro che forte e deciso come in passato, si allontanò con Rey raggiungendo la moglie in quella sala che non credeva avrebbe mai ammirato.
Tanto grande ed illuminata era quella stanza d'ospedale che lasciò il nostro giovane Gennaro letteralmente incantato.
Cercando di essere il più possibile delicati, sistemarono Arabella nel lettino, aiutandola a concentrarsi sul parto.
- Dobbiamo agire di fretta! - disse Gigi che, parlando alla ragazza, le raccomandò. - Stai tranquilla! Devi pensare a cose belle, altrimenti l'ansia porta a conseguenze disastrose e non permetterò che accada. Inspira ed espira con tutta la calma che riesci a prendere e pensa ad un evento della tua vita che ti ha fatto sorridere! Afferra le maniglie del lettino e, quando te lo dico io, spingi forte. Stai tranquilla! Andrà tutto bene! Fidati di me, ho assistito il parto di tua nonna ed ho visto nascere tua madre.
- NON CE LA FACCIO! TROPPO MALEEE! - urlò Arabella, ormai in preda al delirio, mentre dal proprio utero cominciava a fuoriuscire un bagliore azzurro che illuminò la sala.
- Così non va bene! Si sta agitando troppo! Stiamo perdendo il bambino... e rischiamo di perdere anche lei! Dio solo sa come aiutarci! Che Dio ci benedica! - si dannò Gigi, impotente, di fronte a ciò che solo un miracolo poteva risolvere.

- Il fratellino è andato in Paradiso... lì sarà sempre protetto dagli angeli di Dio... - disse Demetrio, avvicinatosi al figlio per consolarlo in quel tragico momento devastante.
- Ma stava bene... dovevate tornare a casa con lui... me lo avevate promesso, papà... - rispose in lacrime Gennarino.
- Stai tranquillo... ci riproveremo... purtroppo è andata così... in Ospedale sono stati cattivi e ce lo hanno portato via... - singhiozzò il signor Cesarini, cercando di trattenere le lacrime.
- Mammaaa! - gridò il piccolo, correndo nella stanza da letto dove Alisea si stava malinconicamente riposando.
- Gennarino, gioia di mamma... - lo prese a sé la donna, accarezzandogli il viso. - Il fratellino è in cielo e ti proteggerà per sempre... si chiama Michele... pensa a lui, prega lui quando sarai in difficoltà nella vita... lui, come me e papà, non ti lascerà mai solo...

- No! Non può succedere ancora! Non di nuovo! Michele, aiutami tu! - supplicò al cielo Gennaro, inginocchiatosi dopo aver rievocato il tragico ricordo della perdita del fratello.
- IL MIO BAMBINO! IL MIO BAMBINOOO! - gridò in lacrime Arabella, trafitta da un dolore che la stava rapidamente portando alla morte.

Ecco che ad un tratto dal corridoio giunse una persona che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare e che teneva in mano una rosa...

- AAH! ZIA JESSICAAA!... un attimo... zia Jessica? Sei proprio tu? - esclamò sorpresa la dea della Giovinezza che, di fronte alla parente stretta che non vedeva da anni, si calmò.
- Jessica? Assurdo... sono passati sessantadue anni... incredibile! Qual buon vento! - esclamò impietrito nonno Baldo.
- Jessica! Quanto tempo... - disse, quasi senza parole, nonna Zimilde.
- Jessica la fioraia è tua zia?!? Santi numi! Questo è il vero scoop! - soggiunse incredulo Gennaro, di fronte alla grande scoperta.
- Ci conosciamo? - chiese la nuova arrivata al giovane Cesarini, quando improvvisamente cominciò a ricordare. - Aspetta, aspetta... no, non può essere... tu somigli ad una persona che ho incontrato non molto tempo fa... ma non può essere... era un anziano signore... eppure niente è strano di fronte a mia nipote... non mi dire che... non mi dire che tu...
- Non ti sbagli... sono Gennaro Cesarini... mi chiamavano "Il vecchio con la rosa in mano"... sei stata tu stessa a notare la rosa più preziosa... la rosa della vecchia conoscenza... la rosa destinata a... destinata alla dea della Giovinezza... Ara...
- ... Arabella, mia nipote... vittima di un sortilegio che sarebbe stato spezzato dal bacio del vero amore... il vostro bacio... - proseguì la fioraia, confermando i suoi dubbi.
- SCUSAAATE SE VI INTERROOOMPO! VI FACCIO NOTARE CHE MI TROVO ANCORA NEL BEL MEZZO DI UN PARTO! - li richiamò Arabella, volendo attirare a sé l'attenzione.
- Oh Santo cielo! Giusto! Forza, spingi! Ci siamo quasi! - la incitò Gigi.

Rassicurata dalla presenza della zia ritrovata, aiutata spiritualmente dalla magia della rosa, la dea della Giovinezza non ebbe più paura e, ripensando al primo incontro con Gennaro, al loro successivo scontro di anni dopo in strada, al loro primo bacio ed, infine, al loro matrimonio, mise al mondo un maschietto, una dolce creatura, il figlio degli dèi.
Con tutta la gioia del momento, i Cesarini ed i Tunsigni osservarono il piccolo appena arrivato, intento ad ammirare il nuovo mondo con i suoi teneri occhi sognatori...
- Sono diventata mamma! Sono diventata mamma! Non ci posso credere! - gridò, sorridente più che mai, la ragazza.
- Sono diventato padre... ora sì che ho ottenuto dalla vita tutto ciò che non avrei mai potuto immaginare... - pensò Gennaro, rievocando per un istante la misera vita che solo pochi anni prima si trovava a vivere e che adesso appariva come un lontano ricordo da chiudere per sempre nel dimenticatoio.
- Ancora non capisco per quale motivo tu non mi abbia detto niente della gravidanza fin dall'inizio, nonostante sia stato io stesso a mettere al mondo tua figlia...
- Gigi... beh... ecco... ne abbiamo passate tante in questi anni... non è stato facile vivere con il sortilegio in famiglia... lontano da mia nipote... non volevo mettere in pericolo anche la tua vita... - si giustificò nonna Zimilde, rammaricata da quanto accaduto.
- Ehi... io per voi sarei da sempre pronto a fare di tutto... anche a costo di finire nei guai... - la rassicurò Gigi, quindi continuò. - Ora chiamo la mia assistente per liberare una stanza sicura nell'ospedale, così da fare in modo che tua nipote abbia tutte le attenzioni di cui necessita! Vi farò avere la stanza più accogliente disponibile e non dovrete sborsare alcun centesimo! Voi siete come una seconda famiglia per me...
- Sei gentile, ma... - tentò di insistere, venendo però interrotta.
- Non contraddire! Tranquilla! Ora siete al sicuro. - le sorrise, quindi uscì dalla stanza, soddisfatto per essere stato ancora una volta utile a quella famiglia, la sua famiglia.
Gennaro, Arabella, Jessica ed i due nonni Baldo e Zimilde, seguiti dal cane Rey, si misero attorno al nuovo arrivato di casa Cesarini: Una creatura dolce ed adorabile, per la prima volta più bella di Madre Natura.

La famiglia dell'uomo con la rosa in mano (Saga della Rosa Vol.2)Where stories live. Discover now