Capitolo 3 - Il più bello del mondo

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Nebbia, nebbia ovunque, mentre continuava a vagare senza meta, poi all'improvviso un pianto, un tenero innocente lamento...
- Dove ti trovi, piccolo? - chiese ansimante, cercando di individuare da dove provenisse il piagnucolìo.
La foschìa non accennava a frenare la sua ostilità, abbattendosi sul suo cammino ed impedendo ogni possibile passo sicuro, poi una voce cominciò a ripetersi fastidiosamente nelle sue orecchie...
- Solo la rosa ha, tra tutti i fiori, questo potere... ere... ere... solo la rosa può cambiare il destino ed il suo volere... ere... ere... porta la rosa... osa... osa... salva il bambino... ino... ino... SALVA IL BAMBINO... IL BAMBINO... IL BAM-BI-NO!
- AAAH! - gridò, svegliandosi di soprassalto, quindi prese dal comodino il bicchiere d'acqua che teneva sempre pronto per non scomodarsi dal letto durante la notte e, dopo aver preso coscienza della vita reale, stropicciandosi gli occhi disse. - Non c'è un minuto da perdere... È il momento! - e si alzò di scatto dal letto.

- Dobbiamo correre nell'Ospedale che si trova qualche isolato più avanti... Gigi ci aspetta lì... le contrazioni sono sempre più frequenti... dobbiamo fare in fretta! - li intimò nonna Zimilde, quindi si fecero il segno della croce e salirono in macchina.
- Dai, bella, parti... santi numi, parti... dannazione, parti... - supplicava Gennaro alla propria automobile, che sembrava quasi volerlo abbandonare nel momento del bisogno.
- Gennarino, ma c'è il pieno nel serbatoio? - chiese nonno Baldo.
- C'è il pieno, c'è l'olio, ci sono gli pneumatici cambiati da poco... c'è tutto... tutto... ma dannazione! Non vuole partire! - urlò furibondo il giovane Cesarini, prendendo a pugni il clacson.
- Non è forse il caso di usare la magia per una buona volta? - propose nonno Baldo, pensando ai poteri di famiglia.
- No! Non bisogna attirare l'attenzione dei passanti! Scendiamo dall'auto... un'idea ci verrà... non fatevi prendere dall'agitazione... - ribatté la moglie, mettendo l'idea fuori discussione.
- PARLA PER TEEE!!! - gridò istericamente Arabella.
- Tesoro, lo so, ma l'ansia non è buona consigliera... - cercò di calmarla la nonna, che per lei desiderava solo il meglio.
Gennaro tentò di mantenere i nervi saldi fin quando, improvvisamente, un segno del destino giunse in loro aiuto...
- Un'ambulanza! Lì! Corriamo all'ambulanza! Presto! Non c'è un minuto da perdere! Abbiamo già lasciato correre troppo tempo.
I Tunsigni seguirono il giovane Cesarini, accompagnato da Rey; avvicinatisi, trovarono un individuo in preda a lamenti...
- Cristo Santo! Che le prende? - chiese nonno Baldo per sincerarsi delle condizioni di questi, piegato dal dolore.
- Aaahi, aaahi, forse è mal di stomaco, forse è appendicite... non lo so, ma ora vado in Ospedale e vediamo... grazie per l'interesse... - rispose indolenzito, massaggiandosi la pancia.
- Eh no, caro mio! Mi dispiace, ma non posso transigere su questo... - lo anticipò il vecchio Tunsigni, quindi si rivolse alla famiglia. - Tutti a bordo! Forza! Il bambino chiama!
- Sono desolato, mi devi perdonare, ma mio figlio vuole nascere... soffri in silenzio ed abbi pazienza, un mal di pancia non è mica tutta questa grande sofferenza... - disse Gennaro all'individuo, dandogli un ultimo cenno di considerazione prima di essere mandato a quel paese a distanza.
- AH! AAH! AAAH! - strillò Arabella in preda al dolore, scatenando con la sua ira un improvviso e tremendo temporale.
- Santi numi! Non ti agitare! Non vorrai mica alterare le condizioni meteorologiche?!? Lo so che è dura, ma non mollare... il nostro bambino sta per arrivare! - cercò di rassicurarla il marito, mentre i lampi illuminavano il cielo ed i tuoni iniziavano a rimbombare, imperterriti nell'ambiente circostante.
- Ma che razza di gente siete voi! Per la miseria! - urlò terrorizzato l'autista di fronte a ciò che si trovava a vivere.
- Cristo Santo! Non dica altro! Non faccia alterare ulteriormente mia nipote o la situazione peggiorerà! Mi ascolti, per l'amor di Dio! - gli consigliò nonna Zimilde.

Cinque minuti dopo arrivarono finalmente all'Ospedale, all'ingresso del quale li attendeva Gigi, pronto a soccorrerli...
- Temporale in arrivo con l'ambulanza... tipico dei Tunsigni... il parto è imminente... coraggio, andiamo! Non c'è tempo da perdere! Ogni quanto sono le contrazioni? - chiese il ginecologo.
- Ormai ogni due minuti. - rispose, ansimante, Gennaro.
- Immaginavo! Accidenti! Troppo tempo è già passato, diamoci una mossa. - disse, frettolosamente il medico e, rivolgendosi al ragazzo, gli disse. - E comunque, tu! Giovane Cesarini, con me non hai nulla da temere... sei in buone mani! Conosco i Tunsigni da una vita, loro sono come una famiglia per me! Mi stupisco che non mi abbiano detto nulla riguardo la gravidanza fin dall'inizio! Ad ogni modo, ne riparleremo dopo.
- Gigi, dopo ti spiego. Intanto muoviamoci a far nascere il piccolo! - lo intimò, preoccupata, nonna Zimilde.

La famiglia dell'uomo con la rosa in mano (Saga della Rosa Vol.2)Where stories live. Discover now