Capitolo 7 Un passo avanti e due indietro.

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Dopo aver dato atteso, che le pozioni calmante e  "sonno senza sogni" facessero effetto sul suo protetto, Severus si diresse nella stanza di Harry, e gli spiegò pazientemente cosa era successo. Rimase al fianco del figlio, finché anch'egli non cadde addormentato e infine totalmente esausto si ritirò nella sua camera, per riposare.  Merlino, il ragazzo è convinto seriamente di dover fare tutto da solo! Ma cosa hanno fatto gli adulti nella sua realtà? Gli hanno fatto credere, che lui è il solo a dover affrontare il signore Oscuro? Come se questo fosse possibile, Tsé!


La colazione del mattino seguente fu momento molto imbarazzante. Jamie non riuscì a spiaccicare una sola frase coerente e ogni volta che ci provava, finiva per boccheggiare come un pesce fuor d'acqua. Il ragazzo si sentiva estremamente vulnerabile dopo lo sfogo della sera precedente. Sono un vero idiota! Ma come ho potuto comportarmi come un bambinetto isterico; e di tutte le persone proprio davanti a lui. Mi vengono i brividi al solo pensiero di quello che il vero Piton avrebbe fatto, se mi avesse visto in quello stato. Merlino! Mi sta guardando di nuovo... dovrei almeno ringraziarlo... ma non me la sento adesso... lo farò nei prossimi giorni.
Quella mattina Severus si era alzato con un gran mal di testa, dunque non aveva nessuna voglia di spingere il ragazzo a parlare di ciò che era accaduto. Sapeva che sarebbe stato inutile e controproducente, e dato che la notte precedente avevano fatto un enorme passo avanti, non voleva invalidare in alcun modo l'esperienza. Gli avrebbe lasciato il suo spazio, convincendosi che prima o poi si sarebbe fatto avanti da solo. Anche il piccolo Harry era ancora un po' frastornato e preoccupato per quello che aveva visto nella camera di Jamie. Conclusione, nessuno dei tre toccò più l'argomento.

I giorni di vacanza passarono in maniera veloce e piacevole. I due ragazzi erano parecchio impegnati durante il giorno: con i loro studi, a volare pomeriggi interi sulle loro scope, a girovagare per il castello in cerca dell'ingresso della camera. La sera invece se ne restavano nei loro alloggi giù nelle segrete in compagnia di Piton, bevendo  té e giocando a scacchi.

"Sai mi dispiace un po' che dobbiamo tornare alla torre domani. Mi mancherà passare le serate solo tu, io e Papà" disse il moretto mentre preparava il suo baule.

Jamie rimase sorpreso da quell'affermazione. Lui di certo, non aveva mai provato nostalgia dei Dursley, e trovava i sentimenti di Harry un po' esagerati. In fondo suo padre viveva al castello per Merlino! "Con l'inizio delle lezioni ti passerà. E comunque puoi vedere tuo padre quando vuoi. Inoltre domani tornano Hermione e Ron, non sei contento di rivederli?"

"Si certo, solo che... era bello essere solo noi tre, senza dover fingere di essere quello che non siamo".

Jamie pensò alle due settimane appena trascorse, e doveva ammettere che le cose con il pozionista erano andate molto meglio del previsto. Non c'era stato nessuno screzio eccessivo, anzi se doveva essere del tutto sincero, dopo i natali passati con gli Weasley, questo era stato uno dei migliori che avesse mai trascorso. Piton lo aveva davvero trattato come faceva con Harry, ma nonostante ciò continuava a sentirsi a disagio nei confronti dell'uomo perchè in fondo tutto quello che accadeva in questa realtà ... non era reale, o megli si lo era... ma non nella sua realtà. Nel suo mondo non c'era un altro Harry, che ormai considerava un fratello minore, ne' un Piton che lo trattava in maniera civile. Li c'era solo un Mangiamorte assassino, che non aspettava altro che assistere  alla sua fine. Mi chiedo perché diavolo sono finito qui? Potrei quasi abituarmi a questa vita... No ma che sto dicendo?! Tutto questo non è reale... devo impegnarmi di più per tornare a casa.

Due giorni dopo la ripresa delle lezioni il quartetto d'oro era di nuovo all'opera; motivato più che mai a trovare l'ingresso della camera dei segreti e il diario di Riddle. I quattro Grifondoro avevano stilato un elenco, citando tutti i luoghi del castello che avevano già esplorato. Inoltre avevano anche fatto ricerche su ricerche in biblioteca sulla figura di  Salzar Serpeverde e  sull'ipotetica camera, ma come era già accaduto  nel mondo di Jamie,  non era emerso nulla di rilevante ne tantomeno utile. L'adolescente dai capelli corvini continuava a fissare con aria afflitta la pergamena davanti a se, sperando quasi di trovare tra le righe disordinate, la risposta ai suoi dilemmi. E poi di colpo la realizzazione, e nel silenzio della biblioteca, mentre Hermione sfogliava un enorme testo di trasfigurazione e mentre Ron ed Harry discutevano della prossima partita di Quidditch, Jamie urlò "Ma certo che idiota sono stato! Come ho fatto a notarlo prima! Ragazzi, dobbiamo controllare tutte e quattro le sale comuni e i dormitori delle case!"

Il trio lo fissò come se gli fosse cresciuta una seconda testa. Poi vedendo la determinazione nel suo sguardo, la riccia bisbigliando disse "Non possiamo! Se ci beccano saremo... rischiamo di essere ... espulsi!"

"Amico, non so quello che combinavi nel tuo mondo, ma questa è una follia!" sbottò Ron.

"Io sono d'accordo con lui, è un ottima idea. Durante le vacanze abbiamo controllato mezzo castello e non abbiamo trovato niente di niente" sentenziò il Golden Boy.

"Dunque stiamo pensando di farlo, sul serio? "chiese la riccia preoccupata. Poi fissandoli scosse la testa "Certo che lo pensate, siete uguali voi due!"

Jamie annuì, poi iniziò a spiegare il suo piano e infine assegnò i compiti ad ognuno. "Hermione, tu ti intrufolerai tra i Corvi. Beh, sei l'unica tra di noi che ha una speranza di entrare alla torre. Ron, tu cercherai nella nostra sala comune e nel dormitorio maschile, così potrai tenere a bada quel perfettino di tuo fratello Percy e il suo distintivo di prefetto. Harry, tu invece ti occuperai dei Tassorosso, mentre io andrò nelle segrete."

"Dovrei andare io nei sotterranei, ci sono stato molte volte con papà quando ero più piccolo" si offrì il Golden Boy, per niente allettato dall'idea di entrare nella fossa dei serpenti di suo padre.

"No, anche io ci sono già stato... una volta. Certo tu li conosci meglio, ma io a differenza tua so come gestire Malfoy, e meglio così credimi."

"Davvero ci sei già stato? Quando?" chiese il rosso incuriosito.

"Al mio secondo anno"

"Forte! Potresti chiedere ai gemelli di darti qualche loro invenzione! Così, sai giusto per pareggiare un po' i conti con Malfoy" ghignò il rosso, immaginando il platinato ricoperto di piume gialle.

"RONALD WEASLEY, non ci pensare nemmeno! Jamie non sta andando lì per divertirsi! E poi se il Professor Piton lo viene a sapere, quanto pensi ci metterà a capire che almeno uno di noi è coinvolto?" rispose petulante la riccia.

"Va bene... ho capito. Ma come faremo ad entrare?" chiese il rosso sconsolato.

"Pozione Polisucco. Ognuno di noi a parte Ron, assumerà l'aspetto di qualcun altro" rispose Jamie.

"Ma è illegale! E pericolosa, e molto difficile da preparare!" sbottò Hermione.

"Non preoccuparti, ce la farai" rispose il ragazzo dai capelli corvini mentre gli faceva l'occhiolino.

"Vuoi dire che... l'ho già fatto? Uhm, non lo so... però se dici che l'altra me stessa lo ha fatto, posso provarci... Ma non posso assicurarvi nulla! E poi dovremmo trovare alcuni ingredienti rari, e ci vuole un mese intero per prepararla, a messo che ci riesca al primo tentativo. Non sarà facile ragazzi." bofonchiò la ragazza quasi tra se e se allettata dall'idea di mettersi alla prova.

"E se invece, la prendiamo dalle scorte di mio padre?" Tutti e tre gli altri ragazzi lo fissarono sbigottiti. "Sì, insomma voglio dire, se servono degli ingredienti rari, dovremmo comunque rubarli dalle sue scorte private, a quel punto tanto vale prendere direttamente la pozione bella e pronta, no?"

"Tu sei matto! Se tuo padre lo scopre ci uccide! Io, preferisco vivere amico" rispose inorridito il rosso. 

"Sono sicuro di riuscire a farcela, Ron" sentenziò il Golden Boy più determinato che mai.

"Non credo sia un idea saggia. Se tuo padre dovesse accorgersi che mancano delle fiale, ci metterà meno di due secondi a scoprire che le hai prese tu" disse la riccia.

"Beh, potresti distillarla comunque e quando sarà pronta rimpiazzeremo le fiale; così non lo scoprirà" rispose Harry.

Jamie gli mise una mano sulla spalla "Sei sicuro? Harry, rubare dalle sue scorte è peggio che cercare gli ingredienti. Se mi dici dove le nasconde potrei provarci io." Non voglio che Piton se la prenda con lui, se qualcosa va storto.

"NO! So che posso farlo. E poi è stata una mia idea" Non voglio che se la prenda con Jamie, se qualcosa va storto.

"Come vuoi. Allora studieremo i suoi spostamenti e poi sceglieremo il momento migliore per agire" sentenziò Jamie.

I ragazzi avevano deciso di comune accordo, che nella settimana successiva avrebbero osservato alcuni membri di ogni casa per capire chi impersonare, inoltre avrebbero prestato particolare attenzione anche agli spostamenti di Piton, per trovare il momento più adatto per rubare la pozione. Ma quello stesso pomeriggio, mentre Jamie era impegnato in una detenzione con la Mc Grannit per essersi ripetutamente distratto nella sua classe, Harry vide suo padre andare nell'ufficio del preside. Quando papà va dal preside, ci resta sempre per un bel po' di tempo, è un'ottima occasione... Così si rivolse ai suoi amici "Io vado adesso".

"Vai dove?" chiese Ron.

"A prendere le fiale di Polisucco, e dove sennò?"

"Ma Jamie ha detto che voleva tenerlo occupato, mentre tu la prendevi ... in prestito!?" rispose il rosso.

"So quello che ha detto. Ma ora le cose tra lui e papà vanno un po' meglio. Non voglio che se la prenda con Jamie, se dovesse scoprirmi. Vado da solo, e ci vado adesso. Farò in fretta vedrai."

"Harry, ma sei sicuro? Forse dovresti aspettare Jamie" chiese esitante la riccia.

"Sono sicuro, io vado. Ci vediamo dopo a Difesa" urlò il Golden boy, mentre correva per lungo il corridoio diretto nelle stanze di suo padre.

"Speriamo bene. Ho un brutto presentimento Ron" disse sospirando la Grifondoro.

"Sempre ottimista è?" bofonchiò il rosso, sperando di rivedere il suo amico tutto intero.

Harry entrò negli alloggi del padre, aprì la porta che conduceva al laboratorio; deglutì a fatica al solo pensiero di quello che stava per fare. Dopo aver racimolato ogni briciolo di tutto il coraggio che possedeva, scese lentamente le scale mentre ripeteva a se stesso di non comportarsi come un Tassorosso emotivo e che quello era il solo modo per aiutare Jamie. Una volta all'interno di quello che suo padre considerava un santuario, andò senza la minima esitazione all'armadietto che conteneva le pozioni. Nessuno poteva mettere un solo piede in quella stanza, senza il consenso esplicito del pozionista. Essere sorpresi là dentro senza un suo preciso ordine, era già un reato grave per chiunque, nessuno escluso. Nemmeno Silente poteva disturbarlo quando suo padre era lì sotto. Dunque il solo fatto di esserci entrato, era già una motivazione sufficiente a garantirgli una punizione con i fiocchi, ma andarci per rubare: non una, non due ma ben tre fiale di una pozione illegale, era un vero suicidio.

Allora vediamo un po', avrà messo degli incantesimi di protezione? Spero proprio di no, altrimenti credo ci sia modo di recuperarle... forse potrei prendere la sua bacchetta di riserva.... Ma il ricordo di quello che era successo, quando ci aveva provato all'età di nove anni  lo fece desistere immediatamente. Mentre  riflettava sulle ozpioni a sua dispisizione, afferrò il pomolo dello sportello dell'armadio che miracolosamente si aprì senza alcuno sforzo e al primo tentativo. Evviva! Il ragazzo rovistò tra i rifornimenti e in fondo sulla destra nello scaffale più in alto, trovò quello per cui era venuto. Afferrò tre delle sei fiale che aveva a disposizione, richiuse il mobile e uscì di volata dal laboratorio. Non credevo sarebbe stato così facile. Mi dispiace un po'  per averle prese, ma non c'è davvero un altro modo e poi se papà non lo scoprirà, non sarà dispiaciuto. Sarà sufficiente, che Hermione produca le dosi che ho rubato e tutto andrà a posto. Salì l'ultimo gradino, chiuse la porta ma prima che potesse voltarsi per andarsene con il bottino, sentì un sibilo basso e pericoloso "Che cosa stai facendo?"

Il golden boy rimase pietrificato e dal terrore lasciò cadere le fiale a terra. No! Per tutti i fondatori! A-adesso mi giro e...oh, ti prego, ti prego  santissimo Godric Grifondoro... fa che sia uno scherzo... Un bruttissimo scherzo di qualcuno, va bene chiunque, perfino Malfoy!  P-rometto che non ti chiederò mai più nessuno miracolo, se fai questo per me adesso! Purtroppo non era uno scherzo, a pochi passi da lui rigido come un palo c'era suo padre, con un'espressione del tutto priva di emozioni. "Pa-Papà... sei qui?!"

"Che stavi facendo nel MIO laboratorio?" ringhiò l'uomo.

"Scusa! So che non dovevo entrare, ma a- avevo mal di testa... Allora sono venuto qui, ma tu non c'eri... così ho pensato..." Ohsantissimo Merlino ... fa che ci creda. Ma nonostante si fosse rivolto a qualunque santo magico e non, il ragazzino sapeva che non sarebbe riuscito ad ingannare suo padre.

Severus fissò intensamente gli occhi smeraldini di suo figlio. Conosceva ogni singola espressione facciale del bambino. Sfacciato piccolo marmocchio! Come osi mentirmi così spudoratamente. Oh sei nei guai...in grossi guai. "Davvero?" chiese atono il pozionista e fece un pausa per creare più tensione "E, dimmi Harry... da quando le pozioni antidolorifiche sono di colore verde? Sai perfettamente che sono rosa, da quando avevi otto anni!"

Il golden boy sbiancò di colpo. "Io... non... era buio in laboratorio... mi sembrava quella giusta papà"

Piton fece un passo avanti e alzandosi in tutta la sua statura sibilò "Hai tre secondi per dirmi, perché hai rubato dalle mie scorte la pozione Polisucco"
Harry allora chinò la testa, non voleva guardarlo in faccia mentre gli mentiva e infine sussurrò "Mi dispiace, non sapevo che era la pozione Polisucco. Ho solo preso le fiale sbagliate, papà"

Severus allora lo afferrò per un braccio, lo voltò di lato e gli ammollò un sonoro schiaffone sul di dietro "NON, mentire a me! Sai quanto lo detesto"
Il Grifondoro emise un lamento strozzato, poi alzò lo sguardo, suo padre era livido. Io non posso dirtelo papà... mi dispiace... vorrei tanto, ma non posso tradire Jamie, scusa.

"Ti consiglio di iniziare a parlare o te ne pentirai, Harry." Sibilò severamente il mago vestito di nero.

Il moro sussultò, ma non rispose. Aveva un nodo in gola e gli occhi iniziavano a diventargli acquosi. Suo padre non usava mai quel tono così glaciale con lui, era riservato per lo più ai Grifondoro o agli altri studenti, specialmente quelli più grandi. Non vedendo nessuna reazione allora Piton lo afferrò di nuovo e lo colpì una seconda volta. "Non posso crederci! Mi dici cosa ti è preso? Pensi che sia un idiota! Tu non prenderesti una pozione di tua spontanea volontà nemmeno se sapesse di cioccorane! Dimmi cosa dovevi fare con quelle fiale Harry, la mia pazienza ha un limite."

Lacrime silenziose scesero sul volto del piccolo Grifondoro. Harry avrebbe voluto correre tra le braccia di suo padre, confessargli ogni cosa e chiedergli scusa, ma si sentiva diviso a metà perchè così facendo, avrebbe messo nei guai Jamie e non poteva permetterlo.

Dannazione Harry! Perché ti comporti così? Centra di sicuro la storia della camera e di quelle strane ronde che fai in giro per il castello, insieme a quelle altre teste di legno dei tuoi amici... Devo sapere assolutamente di cosa si tratta. "Molto bene, se questa è la tua decisione... allora non ho scelta" sibilò l'uomo con uno sguardo d'acciaio. "Milly!"

Subito apparve la piccola elfa con gli occhi azzurri enormi "Sì, Maestro Piton"

"Portami la scopa del Sig. Potter, è nel suo dormitorio". Dopo circa un minuto Milly riapparve e consegnò la scopa al pozionista.
Harry alzò la testa di scatto, sentì una stretta allo stomaco mentre osservava suo padre che stringeva la sua adorata Nimbus 2001 con quell'espressione dura in volto. "Da questo preciso momento in poi, sei in punizione! Finché non ti deciderai a dirmi cosa succede, sei esonerato da qualsiasi attività che riguardi l'uso di una scopa comprese le partite di Quidditch e tutti gli allenamenti".

"Pa-papà..." piagnucolò il bambino.

A Severus si strinse il cuore guardando l'espressione desolata del figlio. Sapeva quanto amava volare e quanto era felice di essere finalmente in squadra. Non aveva mai trattato Harry così duramente fino a quel giorno, ma il pensiero che lui e i suoi amici tramassero qualcosa di pericoloso alle sue spalle era intollerabile. Così dovendo scegliere tra quello che era facile e quello che era giusto, aggiunse "La durata di tale circostanza dipenderà unicamente da te. Se la rivuoi, sai cosa devi fare. Altrimenti puoi dire ai tuoi compagni Grifondoro, che non giocherai quest'anno." e poi si voltò per riporre l'oggetto sequestrato nella sua camera da letto e mentre si allontanava dal figlio, sibilò con freddezza "Se vuoi restare nei nostri alloggi vai in camera tua. Io sto andando giù nel mio laboratorio per fare un inventario, se hai qualcosa da confessare fallo adesso, perché se hai rubato qualcos'altro... lo scoprirò!"

"Non ho preso altro lo giuro. Quelle erano le uniche fiale, è la verità papà" piagnucolò il bambino a testa bassa.

"Mi dispiace ma a questo punto, non posso più fidarmi solo della tua parola" rispose con tono severo l'uomo.

Al suono di quelle parole dure Harry rimase impietrito, il suo adorato padre, l'uomo alla quale poteva raccontare tutto e che ascoltavaciò che aveva da dire, non gli credeva. Sentì il suo piccolo cuore andare in frantumi, come poteva essere successa una cosa simile? Non poteva restare sotto quello sguardo glaciale un minuto di più, così si voltò e corse nella sua stanza, si lanciò sul suo letto, afferrò il suo cuscino e stringendolo a se con tutta la forza che aveva, iniziò a piangere disperatamente.

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

Nel frattempo dalla parte opposta del castello, Jamie aveva finalmente raggiunto gli altri due terzi del trio d'oro, che preoccupati per la lunga assenza del loro amico, lo informarono della sua malsana decisione.

"Che cosa? Perché lo avete lasciato andare da solo!"

"Abbiamo provato a fermarlo, ma quando Harry si mette in testa qualcosa è difficile fermarlo. E poi ha detto che sarebbe tornato subito... ma invece ... penso sia successo qualcosa " rispose Ron preoccupato.

"Vado nei sotterranei a controllare" sentenziò Jamie

"Ma sta per iniziare la lezione" rispose la riccia.

"Non importa e poi niente di quello che dice Allock vale la pena di essere ascoltato!" ringhiò il ragazzo dai capelli corvini.

"JAMIE!" rispose indignata Mione

"Oh, dai ha ragione!  Allock è un vero idiota, lo dicono tutti" borbotto Ron.

"E' un insegnate e un valido mago, se vuoi due a vi foste presi la briga di leggeri i suoi libri...."

"Hermione?! No niente lascia stare, ora non tempo. Io vado a cercare Harry, ci vediamo dopo alla torre " Conoscendola è inutile che gli dica quanto si sbaglia su quel cretino di Allock, se ne renderà conto da sola al momento giusto.

Jamie corse nei sotterranei, prima si fermò nell'aula di pozioni, poi nell'ufficio di Piton, ma le stanze erano entrambe chiuse, allora raggiunse gli alloggi privati del pozionista e dopo aver fatto un profondo sospiro entrò.

"Harry... Harry sei qui?"

Non ci fu alcuna risposta. Così entrò nella sua stanza per non destare sospetti, nel caso Piton fosse nei paraggi. Una volta l'interno sentì dei lamenti provenire dal quadro che divideva la sua stanza da quella del Golden boy, così pronunciò l'incantesimo di apertura. Non appena il dipinto si aprì; vide il bambino steso sul suo letto a pancia in giù con testa appoggiata sulle braccia, che singhiozzava. Jamie corse subito al suo fianco preoccupato "Harry, che è successo?"

"N- niente" ripose tirando su con il naso il bambino.

"Harry, dimmi che c'è. A me puoi dirlo." lo esortò il ragazzo più grande.

Il bambino allora si mise seduto sul letto, tirò le ginocchia al petto e poi lo fissò con quegli occhioni smeraldini pieni di lacrime "Pa-papà... mi ha sorpreso con le fiale. No-non lo avevo mai visto così arrabbiato..."

"Oh Harry... perché non hai aspettato. Ti avrei aiutato. Lascialo sbollire, vedrai che gli passerà. A proposito dov'è ora?"

"No, tu non capisci, lui-lui... ha detto che non..." ma non riuscì a terminare la frase e ricominciò a piangere disperato.

Jamie a quel punto lo strinse a se "Shhh Harry, va tutto bene"

"No, non è vero! Ha detto, che non si fida più di me e di quello che dico" riuscì a farfugliare il piccolo Grifondoro.

Lo sapevo! Lo sapevo, che prima o poi gli avrebbe fatto del male! Non so neanche cosa dirgli per consolarlo, quanto vorrei che ci fosse Hermione con noi... Mi mancano così tanto i miei amici. Di certo non posso insultare quell'idiota di Piton davanti a lui, peggiorerei solo la situazione... Vorrei dargli un pugno su quel suo grosso naso! Ma si costrinse a focalizzarsi sul Grifondoro, e dolcemente gli sussurrò "Harry vuoi raccontarmi cosa è successo, forse possiamo trovare un modo per sistemare le cose".

Il Golden boy pianse sulla spalla di Jamie, fino quasi allo sfinimento, solo allora riuscì a calmarsi e a raccontare al ragazzo dai capelli corvini cosa era accaduto.

"Perché non gli hai detto, che te lo avevo chiesto io?"

"Perché non volevo che si arrabbiasse con te. Le cose andavano un po' meglio tra di voi"

"Devi dirglielo!" sentenziò Jamie, mentre si stava alzando dal letto per cercare lui stesso l'uomo.

"NO!" urlò il bambino mentre lo afferrava per la manica della cappa.

"Harry, tutto questo è successo per colpa mia. Se gli dici la verità, tra voi tornerà tutto a posto. E forse potrai anche giocare la prossima partita, è contro i Serpeverde se non sbaglio. Non vorrai far vincere quello scemo di Malfoy e la sua squadra?"

Il bambino scosse la testa, e poi asciugandosi gli occhi con la manica della veste rispose arrossendo "No, ma tu sei più importante di una partita di Quidditch"

"Harry... io"

"E poi dubito che anche se dico la verità papà mi farà giocare... Era così arrabbiato" bisbigliò il bambino.

"Dai andiamo alla torre. Possiamo chiedere a qualche elfo di portarci una cioccolata e dei biscotti. Puoi uscire dalla tua stanza o sei... confinato?"

"Papà non lo ha detto. Ma forse dovrei prima chiederglielo. Però... io non credo voglia vedermi o parlarmi adesso".

Jamie vide il bambino abbassare lo sguardo, i suoi occhi erano di nuovo lucidi. Dannazione a te Piton! Come hai potuto trattarlo così male, da farlo piangere non appena qualcuno ti nomina! Sei davvero un idiota dai capelli unti!

In quel preciso istante sentirono una porta che sbatteva nella sala da pranzo. Harry si rannicchiò "Forse è meglio che resto qui, e che tu te ne vada ma senza farti vedere".

"Io non me ne vado senza di te!" e dopo un minuto di silenzio aggiunse "Pensi che tuo padre non sappia, che io sono coinvolto in quello che hai fatto? E anche se non lo fossi, mi accuserebbe lo stesso. Lasciami risolvere la cosa a modo mio, Harry."

"NO! Per favore. Rovinerai tutto." Gridò il Grifondoro.

In risposta il ragazzo dai capelli corvini sibilò "Non c'è proprio nulla da rovinare. Non puoi tenere in piedi un legame che non esiste. Sì, è vero siamo stati più civili l'uno con l'atro, ma questo è tutto". Nel preciso istante in cui pronunciava quelle parole, sentì come una stretta allo stomaco. Poi guardò il bambino dagli occhi di smeraldo, era così disperato: all'idea che suo padre non lo perdonasse, al pensiero che lo aveva deluso, al pensiero che lo amasse di meno. E' così che ci si sente ad avere un padre? Anche uno orribile come Piton? Beh io non devo preoccuparmi di deluderlo, non ho paura che mi ami di meno, non ho paura che mi respinga... Lui non significa niente per me e io per lui. Presto me ne andrò e... e lui non ci sarà.

Severus sentì chiaramente la voce di suo figlio gridare a qualcuno "NO! Per favore. Rovinerai tutto."  Non si prese nemmeno la briga di bussare alla porta, prima di fare irruzione come furia nella stanza di Harry.

"Papà!"

Senza il minimo preambolo Piton ringhiò "Voglio sapere a cosa vi serviva la pozione Polissucco".

"Harry, non c'entra." rispose il moro, fissando l'uomo direttamente in quelle pozze oscure.

Il pozionista allora fece un passo avanti "Non è quello che ho chiesto! VOGLIO-SAPERE-PER-QUALE-MOTIVO-L'AVETE-RUBATA!"

Il Grifondoro fissò ostinatamente l'uomo e poi ribadì "E' stata colpa mia, Harry non centra".

Piton allora afferrò il ragazzo per il colletto e sibilò "Dimmi qualcosa che non so. Ero sicuro che tu e quelle altre due teste di legno, eravate coinvolti. Nonostante ti avessi avvertito di non immischiarti, stai ancora indagando sulla camera. Non è così?"

Jamie cercò di divincolarsi, ma la presa del pozionista era troppo salda. "Allora?" lo intimò l'uomo.

"Papà per favore... Lascialo andare! Non è stata una sua idea prendere la pozione... E' stata mia!" gridò il moretto con le lacrime agli occhi, vedendo andare in frantumi le sue speranze di far andare d'accordo Jamie e suo padre.

"SILENZIO! Non pensare per un solo minuto, che questo renda meno grave la tua posizione Harry. Siete in difficoltà entrambi e non appena metto le mani su Weasley e Granger rimpiangeranno a loro volta di essere nati! A cosa diavolo stavi pensando, è? Da quando sei con me, non ti sei mai comportato in una miniera così sconsiderata! Forse non avrei mai dovuto prender...". Piton stava per dire, che non avrebbe dovuto prendere sotto gamba, il fatto che era una testa di legno Grifondoro. Ma non riuscì a terminare la frase, perché in quel preciso istante un Jamie del tutto fuori di se, riuscì a liberarsi dalla sua presa "Come puoi trattarlo così? Come puoi dirgli, che non avresti dovuto prenderlo con te! GUARDALO! Da quando sono arrivato, non ha fatto altro che disperarsi all'idea che ti aveva deluso, all'idea che eri arrabbiato. Sei un vero bastardo! Avrai ingannato gli altri, ma io so chi sei! Non ti importa di niente e di nessuno, a parte te stesso e il tuo padrone. Sei e resterai sempre uno schifoso Mangiamorte!"
Severus in un primo momento era rimasto esterrefatto dall'equivoco, ma sentendo l'ultima parte dello sfogo del Grifondoro, senza rendersi conto di quello che stava facendo gli ammollò un sonoro ceffone. "COME OSI... parlare di cose, che nemmeno conosci" riuscì a stento a sibilare cercando di contenere la sua enorme rabbia. "Non avrei mai detto, una cosa così orribile a MIO figlio" Poi si voltò verso il bambino, temendo di leggere in quegli occhi smeraldini che tanto amava, lo stesso disgusto che aveva visto nello sguardo di Jamie. "Harry..."

Harry sapeva che suo padre lo amava più di ogni cosa la mondo, e che le cose che Jamie gli aveva urlato erano ingiuste. Così dopo aver osservato quegli occhi neri come la pece, gli corse incontro urlando "Papà, per favore basta... smettetela".

Harry non fece a tempo ad avvicinarsi ai due maghi, che Jamie si voltò e corse fuori dalle stanze di Piton.
Lo odio... Come riesce sempre a cavarsela, anche quando è così palese che sta mentendo! E' esattamente come lui. Devo andarmene alla svelta da questo posto infernale! Perché quel dannato ciondolo mi ha portato qui!

A quel punto Harry era stravolto, Piton era infuriato più che mai, e Jamie si sentiva del tutto svuotato. In pochi minuti, tutto quello che di buono era accaduto nei mesi passati, era stato spazzato via. Tutto quello che restava nei cuori dei tre maghi, era un senso di enorme confusione, rabbia e delusione.  

Angolino dello Scribacchino:

Bene, maghie streghe.... direi che anche questo è un capitolo piuttosto sostanzioso. Fatemi sapere cosa ne pensate. Suvvia, non siate timidi! Mi fa piacere, sentire le vostre opinioni in merito. Voglio anche ringraziare, tutte le persone che hann oaggiunto la mia storia ai propri elenchi di lettura e a tutti quelli che hanno votato. 

Un abbraccio a tutti

A presto, la vostra Lady

Point of View- La testa di Leone- SEVERITUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora