- PROLOGO -

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Li chiamarono i 21 giorni di Silenzio. 

Successe tutto così in fretta che nessuno ebbe il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo.

Il castello fu svegliato nel cuore della notte dal clangore delle spade e dal tonfo assordante della grata di ferro che veniva abbattuta, dando libero accesso al palazzo.

I reali furono sorpresi dalle grida delle loro guardie che venivano sgozzate dai mercenari nel Nord.

Sapevano chi li mandava, aspettavano quel momento da anni, ma non pensavano sarebbero arrivati a tanto

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Sapevano chi li mandava, aspettavano quel momento da anni, ma non pensavano sarebbero arrivati a tanto. I Reali si affrettarono a raggruppare le loro cose prima che riuscissero a sfondare il portone di quercia che separava le loro stanze dalle lame dei loro sicari. 

Presero i loro mantelli pesanti e qualche foglio diplomatico e il Re si legò in vita la cintura con la spada già nel fodero. La balia li raggiunse alle loro stanze con in braccio loro figlia, solitamente avrebbero dovuto annunciarla prima di poter lasciarla entrare ma le guardie erano scappate e non c'era tempo.                          - Sono al piano di sotto, vostra altezza. - aveva detto la ragazza con un nodo alla gola. Anche lei era stata svegliata di soprassalto, la treccia spettinata le ricadeva sulla spalla e la camicia da notte non era accompagnata dalla vestaglia, lasciandole le spalle nude al freddo della notte.  La principessa non piangeva, la manina era stretta al tessuto della veste della sua balia, ma i suoi occhi guizzavano ad ogni rumore, sembrava capire che qualcosa non andava.  - Dovete lasciare il castello senza farvi vedere - disse la regina. La ragazza sgranò lo sguardo con aria dispersa e confusa. Senza che la moglie aggiungesse altro, il Re si affrettò a raggiungere lo scrittorio contro il muro e a spingerlo di lato con foga. Prese l'orlo del prezioso arazzo che ornava il muro in modo che l'angolo superiore si sollevasse, la regina lo raggiunse per aiutarlo, la veste stropicciata, i capelli sfatti. La balia non l'aveva mai vista così, senza gioielli, senza trucco che le colorava le guance, senza i boccoli acconciati e pettinati. Vista in quel tratto poteva sembrare quasi una donna comune, con solo pochi anni in più di lei. 

- Passa da qua. - disse il Re, aveva spinto una porta che si nascondeva strategicamente dietro il tappeto - Vi porterà direttamente alle stalle, la porta è piccola e non viene aperta da anni probabilmente dovrai forzarla per aprirla. Uscirai dal lato Est dove ferrano i cavalli, ma prima di uscire spegnila altrimenti potrebbe vederti qualcuno. - le mise in mano una lampada ad olio con una fiamma viva che bruciava sotto il vetro, indicando il buio corridoio in pietra. 

- Perchè non andate voi con lei! Io posso ... - 

La balia fu interrotta da un colpo che fece tremare la porta che si era chiusa alle spalle quando era arrivata. Non fece in tempo a dire nulla che la regina la spinse prendendola per le spalle buttandola nel corridoio chiudendo la porta e riabbassando l'arazzo.  Si girò si scatto per fermare il chiavistello automatico della porta ma fu troppo tardi. Sentì la porta sfondarsi e poi solo urla. Così si mise a correre. 

- Lo Scaligero D'orato -Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ