Calabria: i fantasmi di Capo Rizzuto

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Il mare della Calabria

E' forse il più attraente mare d'Italia, con spiagge famose che il turismo raggiunge più che altrove.

Il mare, però, non fu in passato luogo di sosta e riposo. Per secoli è stato insidioso con i suoi orizzonti che spesso davano il profilo dei veloci battelli con il vessillo della Mezzaluna.

Le torri costiere, che il turista solitamente vede, tondeggianti in prossimità dei lidi, sono il ricordo delle grandi paure del medioevo e dei secoli che seguirono.

Il pericolo veniva dal mare ed era portato dai Saraceni armati, da cui si tentava di difendersi con l'aiuto delle torri di avvistamento e con la fuga.

Così la Calabria fu terra di conquista degli audaci guerrieri di Allah e la paura del Turco invasore rimane nella leggenda e nel mito, come nelle altre regioni esposte ad uguale pericolo.

In Puglia resta il ricordo di grandi battaglie, in Calabria sopravvivono memorie dello stesso tipo, deformate dalla leggenda.

I fantasmi, le tenebrose presenze dell'impossibile, assumono la forma di guerrieri turchi e le sagome di schiere intere di spettri con l'apparenza di soldatesche saracene.

Urla, schiamazzi, rumori di spade e di scimitarre circondano il Castello di Capo Rizzuto.
Si vedono gli spiriti di uomini e cavalli, addirittura le forme dei cannoni e dei velieri dei soldati del 'Sol Levante'. Sembra un po' troppo, come evoluzione della fantasia, ma spiega l'importanza di quello che in passato sviluppò la paura e il terrore.

Un modo di dire, oggi quasi scherzoso, rimane in Puglia, Calabria e Sicilia.

E' il buffo messaggio della paura quello che dice:

"Mamma, li Turchi..."

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