Prendo la mira e TAC! Ho abbattuto la lepre. Una freccia dritta nell'occhio, come sempre.
Mi giro sorridente verso Gale, solo che quando lo faccio non trovo i suoi occhi grigi ad accogliermi, ma la corteccia di un albero del mio solito bosco del distretto 12. Giusto, vado a caccia da sola ormai, lui è al distretto 2 ora.
Vado a recuperare la lepre ma al suo posto trovo...Ranuncolo? Che ci fa il gatto di mia sorella qui?
-Torna a casa stupido gatto!-ma sorrido mentre lo dico. Forse, e sottolineo forse, mi ci sono un po' affezionata.
Mi giro per tornare a casa, quando le ghiandaie imitatrici cominciano un motivetto che mi è fin troppo familiare. È il motivetto di Rue.
Una lacrima solca la mia guancia, subito seguita da un'altra e un'altra ancora.
-Katniss non piangere-
-Non è facile Prim, io...-un momento, Prim.
Primrose Everdeen.
Il nome che Effie ha estratto per i 74esimi Hunger games. Per cui mi sono offerta volontaria. Mia sorella. Non può essere qui. Lei è...è morta.
La vista mi si appanna, le lacrime scendono copiose sul mio viso. Provo ad asciugarle ma non se ne vanno.
E non se ne va nemmeno Rue, nemmeno Prim, non se ne vanno Finnick, Boggs, Wiress, Mags, Castor, Madge, non se ne va Cinna.
E allora me ne vado io.
Corro verso casa, verso il Prato del distretto 12. Sento Cinna, il mio stilista che mi dice un'ultima volta: "Io scommetto ancora su di te."
Cado in ginocchio, mi rannicchio e urlo. Urlo, sciogliendo il nodo che ho in gola, urlo tutto il mio dolore, la mia disperazione.
Sento due forti braccia che mi stringono e una voce che mi chiama. È Peeta.
Peeta. Lui, che è stato in grado di darmi quello di cui ho bisogno:il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita. Lui, che mi è sempre stato vicino, adesso mi stringe tra le braccia quando mi sveglio urlando nel mio letto, nel nostro letto. Mio marito.
Mi bacia la testa, mi asciuga le lacrime e mi rassicura, senza mai lasciare le mie mani.
-Resta con me- sussurro tra le lacrime.
-Sempre.
