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M'innamorai di te sin dal primo istante.
Eri in stazione ad aspettare il treno, lo ricordo come fosse ieri.
Rigorosamente vestito di nero dalla testa ai piedi e il cappuccio della felpa tirato su per coprirti dalla pioggia.
Ricordo perfettamente come per sbaglio i nostri occhi s'incrociarono.
Stavi guardando il telefono e di tanto in tanto alzavi lo sguardo per guardarti intorno, una di quelle volte i tuoi occhi s'incastrarono nei miei.
Uno sguardo veloce, pochi secondi, ma a me sembrarono minuti.
Avevi una strana luce, qualcosa che mi spingeva a guardarti, ancora ed ancora.
Ho passato ore, giorni, mesi a guardarti da lontano e ad innamorarmi piano piano di te.
Non sapevo il tuo nome, dove abitassi, che scuola facessi, niente di niente; eppure era come se ti conoscessi da una vita.
Eri entrato nella mia mente e non volevi più uscire.
Era una giornata di fine maggio, ormai mancava poco alla fine della scuola ed io sapevo che non ci saremo più visti.
Quel giorno non c'eri, non mi preoccupai molto, infondo sei mancato altre volte, ma quel giorno sentivo che c'era qualcosa che non andava.
Il giorno dopo lessi sul giornale di un incidente, un ragazzo, era stato investito davanti alla stazione, per fortuna era vivo ed era ricoverato in un ospedale della città.
Non sapevo se eri tu, ma avevo la sensazione che lo eri.
Ho corso sotto la pioggia per un'ora intera per arrivare in ospedale, ho pensato molto ai pro e i contro di quello che stavo facendo.
Dopo alcune discussioni con gli infermieri sono entrata nella stanza del ragazzo.
Eri tu.
I capelli ricciolini ti ricadevano sul volto, i tuoi occhi erano chiusi, avrei tanto voluto vedere i tuoi bellissimi occhi verdi da vicino.
Passai due mesi accanto a te, eri in coma, non ne volevi sapere di svegliarti ed io ero lì come una scema ad aspettare e sperare, una scema perché mi ero innamorata follemente di uno sconosciuto che in quel momento stava lottando tra la vita e la morte.
Quando ti svegliasti, non ero presente, forse perché sarebbe stato imbarazzante.
Passai qualche giorno dopo e ti portai dei cioccolatini, i tuoi genitori ti avevano raccontato di me, a loro avevo detto ciò che provavo il primo giorno quando arrivai nella tua camera tutta fradicia e mi misi a piangere ai piedi del letto.
Parlammo, parlammo e parlammo ancora fin quando un giorno a casa tua un mese esatto dopo la tua dimissione non mi baciasti.
Quel bacio mi riportò alla mente tutti i ricordi che avevo di te in stazione e tutto il resto.
Ora sono passati tre anni dal nostro primo incontro, due anni da quando sei uscito dall'ospedale, dal nostro primo bacio, dalla prima volta.
Abbiamo avuto cadute, ma siamo risaliti insieme, qualunque cosa succedesse.
Abbiamo perso amicizie e fatte subito dopo delle nuove.
Abbiamo dormito insieme sotto le stelle beandoci della fresca brezza marina di fine luglio e il suono delle onde del mare che accompagnavano i nostri gemiti.
Inutile dire che ti amavo, ti amo e ti amerò per sempre.     

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