Capitolo 5 - Articolo

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Ed eccomi di nuovo qui. Questa volta Susanne non potrà che apprezzare. Quest'ultimo articolo è... diverso. Niente risposte alle lettere dei lettori, nessun decalogo su come comportarsi. Questa, amiche mie, è vita vera. Questo articolo trasuda realtà da ogni lettera. Forse non la verità che tutti vogliono ascoltare, ma comunque la realtà.

Ma la cosa più importante è che lei non dirà: "Ci serve qualcosa di più incisivo! Perdiamo lettrici!".

In realtà lo dice un po' a tutte qui dentro e da troppo tempo per prenderla sul serio. Forse per spronarci, forse per farci sentire più unite nel lavoro. Il fatto è che riesce comunque a coalizzare su di sé l'odio dell'intero staff di "Woman". A lungo, in passato, mi sono chiesta perché. Alla fine mi sono risposta che probabilmente è una strategia di team building come un'altra. Non gliene posso fare certo una colpa: non vorrei essere al posto di Susanne con una redazione composta di sole donne. Molte di noi lo hanno capito, sicuramente non le ultime arrivate. Loro ancora si rodono il fegato quando se lo sentono dire. E vedeste la faccia che fanno quando escono dal suo studio.

Ma il capo è lei e ciò che dice è legge e tutto sommato se la cava bene e noi con lei. Abbiamo scoperto un affiatamento inaspettato ed il luogo di lavoro è diventato, con il tempo, una seconda casa.

Ovvio qualche gelosia, qualche arrivismo un po' troppo sfrontato, ancora viene punito tra i corridoi con pettegolezzi non sempre, anzi quasi mai, veri. Ed anche in questo caso con il tempo ci si fa l'abitudine. Diventa così la normale routine dell'ufficio ed una volta entrata nella pazzia del vortice è anche divertente.

Solo un peccato va evitato: la superbia. Non è mai una saggia idea vantarsi da prima donna in una redazione di sole prime donne. Parola d'ordine: profilo basso, il che, nella mia posizione, non è affatto facile.

Per questo ammiro il coraggio di Susanne.

« Beverly! Entra! »

« Buongiorno Susanne! »

« Come stai? Dormito bene? »

« Dipende dai punti di vista! È tutto qui! » affermo sorridente gettando sulla scrivania del suo ufficio dieci pagine scritte fittamente.

« Vai subito al sodo eh? Qualcosa che devo sapere prima di leggere? »

« Non voglio anticiparti nulla! » rispondo con un sorriso.

Lo studio di Susanne, o come la chiamo io il colonnello Riggs, è un ampio ambiente con una vetrata sul fondo che si affaccia sul Village. Una scrivania essenziale dalla struttura di metallo cromato sostiene una lastra di cristallo che le fa da piano di lavoro. Nascosta dietro essa una poltrona reclinabile in pelle nera ondeggia sotto il peso del suo esile.

Alle pareti, librerie a vista sfoggiano le varie annate di Woman suddivise per annualità ed inframezzate da faldoni di indici per argomento racchiusi in raccoglitori e catalogati alfabeticamente. Ciò che si dice una maniaca dell'ordine.

Un ficus cresce florido nell'angolo occidentale della stanza dove due poltrone di uguale struttura e tessuto del resto della stanza abbracciano un tavolino da cocktail in noce molto scuro tendente al nero.

Cos'altro dire? Fatta eccezione per alcuni ritagli di giornale, premi e copertine attentamente incorniciati per sottolineare i momenti migliori della sua carriera lavorativa, un computer ed un tagliacarte sulla scrivania, la vita di Susanne è tutta qui.

E quando dico tutta, intendo tutta.

Lei è una di quelle donne... beh, avete capito. Lungi da me criticarla o biasimarla per la sua scelta di vita ma sembra quasi non abbia neppure il desiderio di cercarsi un uomo. Non sorprende che puntuali e periodici arrivino infatti pettegolezzi circa una sua possibile omosessualità il che, per ciò che ho visto dell'altro sesso, è una scelta che mi sentirei di appoggiare se non avessi altri gusti.

E mentre mi consumo in queste riflessioni, lei è lì, ondeggiante sulla sua poltrona reclinabile, con la punta della penna tra le sottili labbra e gli occhiali squadrati ben calzati sul naso acquilino. La vedo alzare a tratti le fine sopracciglia, aggrottare la stretta fronte come per dire: "Questa è tutta matta!", sorridere quando le mie battute sugli uomini trovano il suo plauso. A volte libera la penna dalla bocca e traccia lunghe linee o scrive una postilla sul lato del foglio spostandosi i lisci capelli neri oltre le spalle.

Le modifiche sono sempre possibili ma ciò che non ammetto è che si sfoci nella censura. Se ci pensate bene, quante volte nel mondo avete visto cose o assistito a scene che avrebbero meritato la censura? Io molte e quindi mi chiedo perché mai dovrei trattenermi dal descrivere la realtà? Sono una giornalista, ho studiato per questo lavoro e mi hanno insegnato che le parole sono malleabili ma granitiche quando descrivono il mondo. Non è colpa mia se gli uomini meritano certe parole.

Con un gesto misurato sfila gli occhiali dal naso e li posa sulla scrivania.

« Sai Beverly... quando ho letto il tuo curriculum ormai tre anni fa mi sono detta: "Cosa ne può sapere una ventitreenne di Cape Cod, una ragazza che ha sempre vissuto lì, liceo e college, della Grande Mela, della sua società e dei suoi uomini?". Ora, ma non sono davvero sorpresa, mi colpisce il modo in cui descrivi il genere maschile... »

« Senti! Prima che tu mi dica che devo cancellare le parti più esplicite voglio solo tu rifletta su quanto questo influirebbe sul messaggio generale e sull'effetto che avrebbe sul pubblico! » lamento.

Non sono disposta a sottomettermi senza lottare.

« Beverly! Calma! Va venissimo così! Ti ho solo corretto alcuni errori di battitura e sottolineato le parti da approfondire. Le lettrici vogliono dettagli, non esitare! Bravissima, ottimo lavoro! Continua così e la tua rubrica arriverà i seconda pagina! Ma la mia domanda è un'altra: cosa ti è capitato per avere questa visione del mondo? »

« La vita... » rispondo sommessamente ad una domanda che fin troppe volte mi sono posta.

Sono combattuta. Non ci credo. Non ha detto la sua solita frase. Dio la abbraccerei se non temessi di venire licenziata, o fraintesa.

Mi limito ad una vigorosa e calorosa stretta di mano. Penso possa bastare.

« Ok! Ok! Ora però vai a consegnarlo alla linea grafica, che domani esce il nuovo numero! »

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraWhere stories live. Discover now