Capitolo 2

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[Londra, Inghilterra]

“Dai ragazzi, muovetevi che ho sonno!” urla Joey, mentre stiamo scaricando le valigie dall’autobus. Le urla delle fan ancora sveglie ci circondano anche nel retro dell’hotel di Londra in cui alloggeremo per i prossimi due giorni.

“Joey non iniziare. Anche io ho sonno, ma urlando non si risolve nulla” risponde urlando Taylor. Parla proprio lui guarda.
Sospiro e aiuto l’autista a tirare fuori le valigie di tutti.
Dopo un paio di interminabili minuti in cui tiravo fuori le valigie e borsoni, mentre gli altri sono andati già in camera; riesco a tirare fuori la mia.

“Vuole una mano anche a caricarle?” chiedo all’autista.
Mi sorride cordialmente e scuote la testa in senso negativo.
“Tante grazie Madison ma non ne ho bisogno, va pure in camera” mi congeda, mentre viene affiancato da alcuni lavoratori dell’hotel.
Lo saluto ed entro dalla porta. Subito noto Bart con delle chiavi in mano. Trascinando la mia valigia dietro di me, mi avvicino all’organizzatore.

“Potrei avere le chiavi della camera?” chiedo, distraendolo dai nomi e numeri scritti sul foglio che tiene in mano.
“Le ho già date a Blake. Credo sia la 289” risponde. La stanchezza pervade il suo viso.
Annuisco e mi dirigo verso l’ascensore, subito dietro ad Aaron.

Aaron Carpenter è una delle persone più gentili che io abbia conosciuto in questo tour.
È come un fratello maggiore - ed è pure peggio di Blake- ma non so come farei senza di lui.

Durante lo show a Dublino, ha continuato a lanciarmi degli sguardi, controllando che stessi bene e che non avessi mancamenti; e non potrei essere più grata di una persona come lui.
“Mad, non ti avevo visto” mi sorride, spostandosi per farmi entrare nell’ascensore.
Sorrido ringraziandolo.
“Com’è andata la tua giornata?” chiede.
So che sta semplicemente cercando di fare conversazione, anche nel modo più stupido possibile.

“Siamo stati insieme tutto il giorno in quel benedetto autobus e di sicuro non posso dire di aver dormito molto durante il viaggio” ridacchio, facendo ridacchiare anche lui.
“Devo ammettere che abbiamo fatto un po’ di casino” sospira.

Durante il viaggio da Dublino a Londra non sono riuscita a dormire molto, anzi nulla. Tutti i ragazzi non facevano altro che saltellare da una parte all’altra, mentre io ero seduta sul divano e cercavo di avere un po’ di calma.
Ho avuto i nervi a fior di pelle per tutto il viaggio.

La porta dell’ascensore si apre sul secondo piano, dove scendo io.
Saluto Aaron che deve salire ancora e mi dirigo verso la mia stanza. Busso alla porta con sopra scritto il numero della stanza, e questa viene aperta quasi subito.
Dentro c’è Blake che mi stava aspettando.

“Credevo che saresti rimasta direttamente con l’autista” ridacchia, spostandosi così che io possa entrare.
Faccio una risata forzata, mostrandogli quanto non mi sia piaciuta la sua battuta, e mi stendo sul secondo letto singolo che c’è nella stanza.

“C’è qualche camera nostra qua in giro?” chiedo.
Solitamente cercano di metterci tutti vicini, così se abbiamo bisogno sappiamo dove andare, ma certe volte infilano qualcuno da solo e gli altri tutti insieme, perché l’hotel ha già avuto tutte le camere prenotate.

“Abbiamo Cameron  di fronte e Hunter in fondo al corridoio” dice Blake.
Annuisco e mi alzo dal letto. Apro la mia valigia, che ho voluto portare con me per non dover aspettare e ne tiro fuori dei pantaloni del pigiama e un maglia a maniche corte bianca, assieme a della biancheria pulita e tutto ciò che mi serve per fare la doccia.

Mi chiudo in bagno per quelli che a me sembrano pochi secondi, almeno fino a quando non sento blake urlare di sbrigarmi da dietro la porta.
Scuoto leggermente la testa, cercando di svegliarmi. Devo essermi addormentata sotto la doccia. Esco e mi cambio dopo essermi asciugata. Lego i capelli in una coda disordinata ed esco dal bagno.

Us || Hunter Rowland  [Sequel Him & Me] [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora