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«Tesoro, stasera potresti badare al figlio della signora Moore?»
Sbadigliasti, non prestando particolare attenzione alle parole di tua madre, osservando con sguardo assente la tazza fumante di latte posta sul tavolo proprio dinanzi a te; quel giorno, quella mattina in particolare, avevi un aspetto orribile: le occhiaie - chiaramente visibili - contornavano i tuoi occhi, i capelli erano più in disordine del solito, e senza dubbio un cadavere sarebbe stato meno pallido di te.
La cosa curiosa, però, è che nonostante tua madre si fosse accorta del pessimo colorito che il tuo viso aveva assunto, continuava disinteressata a frastornarti con discorsi ai quali tu non ti degnavi nemmeno di fornire una risposta.
«Perchè devo badarci io a James? Non possono chiamare una babysitter?»
Sbuffasti, incarnando un sopracciglio. Non odiavi i bambini, odiavi averci a che fare. In particolare, non sopportavi quelli rumorosi, disubbidienti e capricciosi. E guarda caso, James rientrava proprio in quella categoria. Se avessi dovuto scegliere tra passare del tempo con quella peste di James o subirti i monologhi della signora Marybeth, senza dubbio avresti prediletto la seconda opzione.
«Tanto non hai niente di meglio da fare, no? Ti farà bene passare del tempo in compagnia.»
Roteasti gli occhi, incrociando le braccia ed assumendo un'espressione scocciata. Ti avrebbe fatto bene? In che modo? Al massimo, l'unica cosa che avrebbe potuto fare era incrementare la terribile emicrania che non ti concedeva un minimo di tregua.
«Potevi evitare di dire che sarei stata disponibile. Sai che mi rompo le palle di stare là, la prossima volta consulta la sottoscritta prima di prendere decisioni che mi riguardano.»
Tua madre ti guardava, allibita, probabilmente decretando mentalmente quanto tu fossi una persona testarda e cocciuta. E su questo le davi ragione: eri incredibilmente intrattabile, e te e rendevi conto; eppure, non potevi farci assolutamente nulla. Non era una tua qualità quella di ubbidire ai comandi. E francamente ancora non sapevi se considerarlo un pregio o un difetto.
«Innanzitutto modera il linguaggio quando parli con me, t/n! E adesso andrai, che ti piaccia o no. Ma che diamine, vuoi ubbidire per una buona volta senza innalzare polemiche?»
Iniziò calma, poi il tono di voce aumentò di qualche ottava. Durante tutto il discorso rigirò il cucchiaio tra le mani, puntandotelo infine contro.
La guardasti con la bocca semi-aperta e gli occhi sgranati, ma subito dopo, scorgendo il nervosismo nei suoi occhi, abbassasti lo sguardo, trovando improvvisamente le tue ginocchia molto interessanti.
«Scusa tesoro, non volevo urlare. Vorrei solo tu capissi che lo faccio per il tuo bene, ti farà male restare sempre chiusa in casa...»
Continuò poi dolce, tirando un sospiro prima di parlare, poggiandosi le mani sulle tempie e massaggiandole lentamente. Percepivi che era stanca e stressata, e di certo il tuo disappunto non le era d'aiuto, eppure sentivi di meritare almeno un minimo di considerazione.
«Fa niente, tanto con te e papà è sempre la stessa storia.»
Fu soltanto un sussurro, ma la tua voce fu chiaramente udita da tua madre. Ti alzasti dalla sedia violentemente, procurando un rumore sordo, correndo in direzione delle scale, diretta verso la tua stanza. Invane furono le grida di tua madre, che urlava il tuo nome nel tentativo di farti tornare giù. Tentativo ovviamente anch'esso inutile.
Non appena varcasti la porta della tua camera, la chiudesti con un forte tonfo. Ti lanciasti sul letto a peso morto, schiacciando il viso contro il cuscino, mormorando qualcosa a proposito del non aver voglia di andare a scuola. Eri così dannatamente stanca: il tuo non era nervosismo, ma più delusione. Ci provavi ad essere una ragazza ubbidiente, ma dopo poco per te era come se sentirsi in prigione. Sinceramente ti dispiaceva per entrambi i tuoi genitori: era merito loro se avevi una casa in cui vivere e disponevi di ogni bene materiale. Eppure, non ti stava affatto bene la loro poca considerazione nei tuoi confronti. Dopotutto, non gli avevi chiesto tu di nascere.
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❝Tag, You're It❞ ›› [Proxies x Reader]
Fanfiction『 P r o x i e s 』 ❝Buio. Un pannello nero. Un pannello nero è piantato sui tuoi occhi. Perché sbattere le palpebre e riprenderti dalla vista di un mondo completamente nero? Puoi semplicemente lasciare che l'oscurità ti avvolga in un dolce abbraccio...
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