2.Corinto

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2.

Είμαστε υπηρέτες των θεών, όποια και αν είναι οι θεοί.

Noi siamo servi degli dèi, qualsiasi cosa gli dèi siano.

Oreste, Euripide

Nei suoi giorni migliori, Electra era stata venerata dalle sue truppe: essere al comando della Bianca Lama significava onore e gloria, battaglie senza respiro guidate da una condottiera in grado di portare gli animi dei guerrieri a vette di eroismo disumane.

C'erano stati tempi in cui interi eserciti erano stati disposti a morire a un suo ordine.

Quei tempi, per mia fortuna, erano passati da un pezzo quando decisi di arruolarmi.

"Tu devi essere pazzo." Fu la constatazione di Teucro quando gli comunicai che da quel momento avrei servito assieme a lui nel reggimento della Bianca Lama, e per dare solidità al suo pensiero ingollò un boccale di vino in una sola sorsata.

Una reazione comune a molti umani: mi chiedo spesso se vi sia una qualche filosofia nascosta.

"Allora è vero, voi mercenari non siete sani di mente."

"Colpa della polvere delle pianure persiane: penetra nella testa e fa perdere la mente." Sorrisi.

"La pazzia è un dono prezioso di questi tempi: ogni notte prego gli dèi di farmi dimenticare chi sono e chi servo."

Electra avanzava tra le sue truppe schierate ordinatamente. File e file di opliti, tra i migliori soldati del mondo conosciuto, che gli elmi e le corazze scure rendevano simili a un formicaio pronto a sciamare.

I visi impassibili di chi troppe volte era fuggito dall'amplesso con la morte all'ultimo istante per poter ora cedere alle sue carezze.

C'era stato un tempo in cui questi uomini avevano venerato il loro comandante come una dea. Ora non le rivolgevano più la parola. Non davanti a lei.

"Matricida." Un sussurro al vento, niente di più, ma assordante come uno squillo di tromba.

La Bianca Lama continuò a passare in rassegna i suoi soldati.

"Empia."

"Cagna."

Gli strateghi non tentavano nemmeno di zittire il mormorio sempre più diffuso, tuttavia Electra continuava a camminare senza fretta, il viso pallido e gelido come una notte d'inverno punteggiata di stelle cadute.

Uno sputo cadde nella polvere dietro ai suoi piedi.

La Bianca Lama si fermò.

Teucro si trovò a fissare le iridi vuote di Electra, nere come il Tartaro nel quale avrebbe dovuto bruciare secondo le leggi divine che aveva infranto.

Per qualche secondo nessuno dei due distolse lo sguardo.

Il migliore dei soldati, il migliore degli amici.

L'unico comandante per cui darei la vita.

Electra si rivolse al soldato accanto a Teucro.

"Tu sei nuovo." Un'affermazione, non una domanda: la Bianca Lama conosceva tutti i volti dei più di mille opliti al suo comando.

L'ex-mercenario aprì il volto in un ampio sorriso. "Sì, Bianca Lama."

Da quanto tempo non sentiva più la voce di uno dei suoi uomini? Da quanto non li vedeva più sorridere?

"Chiamami comandante. Perché sei qui?"

"Voglio combattere assieme ai migliori. Mi è stato detto che questo è il posto giusto."

Quando gli schiavi chiudono gli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora