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Erano passati poco più di due giorni dall'inizio della scuola, e Modesty, da routine, si trovava nei bagni a fumare prima dell'inizio delle lezioni.

Era seduta sul pavimento, con la finestra spalancata, in modo da far uscire la puzza di fumo anche se questa comunque le sarebbe rimasta sui vestiti, ma non le importava.

Continuò ad inspirare e a cacciare fuori il fumo, estraniandosi da tutto il resto.
Regalandosi un'attimo di pace.

Fece un ultimo tiro, buttando il mozzicone nel cestino posto accanto al lavabo, poco lontano da lei. Si alzò pulendosi poi i jeans scuri ed uscì dai bagni tranquillamente, dirigendosi verso la sua classe.

«Turner.» si sentì chiamare, bloccandosi autonomamente, ma non si voltò, sapendo già chi fosse.

«De Santis.» rispose sogghignando.

Davide De Santis, terzo anno, niente da dire in proposito.

«Ne hai?» chiese avvicinandosi, prendendola poi per il gomito facendola voltare.

«No.» rispose solamente, sapendo a cosa si riferisse.

Eroina.

Davide aveva sviluppato una sorta di dipendenza qualche anno prima, quando la scoprì a farsi nei bagni inutilizzati all'ultimo piano, dai quali era appena uscita.

Un ragazzino del primo anno, spaesato e curioso entrò nei bagni, scorgendo la figura della ragazza sul pavimento intenta ad ingoiare pasticche bianche. «Cosa sono?» le chiese senza mezzi termini. «Queste?» chiese in risposta lei confusa, data, appunto, la confusione mentale creatale dalle pasticche. Il ragazzino annuì, facendo qualche passo verso la ragazza «Cose che fanno stare bene.» disse «Tanto, tanto bene.» continuò ridendo. «Voglio provare» le disse, come se fosse una bevanda o una pietanza mai assaggiata, e lei indifferente lo accontentò.

«Mi Deludi Turner.» disse mettendo il broncio. Nel frattempo le posò la mano aperta sulla schiena accarezzandola lentamente.

«Devo essere più cauta, non posso andare in giro con quella fottuta roba nella borsa. Stavo per finire dentro qualche mese fa porca puttana.» ringhiò, irritata, cercando di scostarsi da quell'armadio a due ante .

«Nessuno ti ha mai detto di metterla nella borsa piccola.» rispose lui ammiccando, spostando la mano dalla schiena a poco sotto il seno.

«Ci sono tanti posti in cui nasconderla.» continuò palpandole poi il seno destro.

Modesty gli afferrò la mano e «Non toccarmi» disse dandogli un pugno sul naso, seguito poi da un altro allo stomaco che lo fece cadere in ginocchio.

«Che cazzo fai?» urlò l'altro portandosi entrambe le mani allo stomaco dolorante.

«Che faccio, mh?» iniziò, premendo la punta delle vans nere rovinate sul cavallo dei pantaloni del ragazzo inginicchio davanti a lei. «Ti stacco le palle, le allargo e le uso come posa cenere se ti azzardi a toccarmi di nuovo. Chiaro il concetto?» aumentò la pressione facendolo mugolare per il dolore. «Chiaro?» ripeté, data la mancata risposta di poco prima.

Sorrise soddisfatta non appena il ragazzo annuì ripoggiando il piede sul pavimento.

Si voltò per dirigersi alla sua meta quando un altro ostacolo le si parò davanti.

«Turner, in presidenza. Subito!»

****

«Dopo 4 giorni di scuola già mi si caccia nei guai signorina Turner?!» chiese il preside ironico.

Un'uomo sulla quarantina; capelli scuri e occhi chiari, robusto e alto.

Fu la sua prima cotta liceale.

Aveva tentato in tutti i modi di farsi notare, ma fallendo miseramente ogni volta rendendosi solamente ridicola.
Gettò la spugna solo quando scoprì che, l'uomo in questione, fosse gay e che frequentava il suo professore di educazione fisica.

«Ho avuto le mie motivazioni per farlo.» disse lei sbuffando, portandosi poi le braccia incrociate sotto il seno.

«Le ha sempre Signorina.» rispose, Trattenendo malamente una piccola risata.

«Allora?» chiese sbuffando nuovamente, non appena un silenzio assordante calò tra i due.

«Sospensione con obbligo di frequenza.» rispose il preside, distrattamente, mentre firmava degli insulsi fogli.

«Non può sospendermi per due insulsi pugni. È il colmo.»disse alzando di qualche ottava la voce.
Esattamente, il colmo. Come poteva essere sospesa per due insulsi pugni dati a quello sterco di vacca. Inconcepibile, assolutamente inconcepibile.

L'uomo le lanciò uno sguardo ironico e «Insulsi?» sussurrò ironicamente facendo sbuffare la ragazza.
«C'è stato bisogno dei soccorsi. Ha rotto il setto nasale al povero De Santis.»

«Mi faccia almeno scegliere la classe..» disse cedevole.


****

Tre giorni dopo si trovava davanti la porta dell'aula dove aveva accompagnato il ragazzino che si era perso per i corridoi.
Il quale non aveva rivisto. Nemmeno di sfuggita, era come scomparso.

Entrò, senza bussare come suo solito, e rivolse un sorriso, che di sincero aveva ben poco, alla professoressa che le lanciò uno sguardo di rimprovero.

«Ragazzi, lei è la signorina Modesty Turner che oggi ci onorerà della sua presenza, data la sospensione con obbligo di frequenza che le è stata assegnata. Accomodati pure in fondo accanto a Celentano.» disse indicando poi con un cenno di mano la ragazzina seduta in fondo all'aula.

Si prese qualche attimo per osservare attentamente l'intero ambiente, scannerizzando uno ad uno i volti delle persone lì presenti, quando lo vide.
Primo banco, lo sguardo fissò su di lei.
Un jeans scuro a fasciargli le gambe snelle, una semplice t-shirt blu chiaro e delle converse a completare il tutto.
I capelli portati in un ciuffo impeccabile, a dispetto del primo giorno dove i capelli parevano avere vita proprio, gli occhiali posti sul ponte del naso dandogli un'aria più matura e professionale.

«Perché sei stata sospesa?» chiese un ragazzino, risvegliandola dai suoi pensieri.

«Ho rotto il naso a un ragazzo del terzo anno.» disse incurante, dirigendosi verso il posto “assegnatole” dalla professoressa.

Si fermò, però, non appena si trovò davanti al ragazzo che tanto le aveva scaturito una sorta di interesse.

Gli sorrise, scompigliandogli i capelli scherzosamente.

«Ci rivediamo, Honey.»




API (Adesso Parlo Io)
Hiii guyyys.

SCUSATE GLI EVENTUALI ERRORI.

Scusate se il capitolo fa un po' schifo ma la mia fantasia è andata a Miami per godersi le vacanze pasquali lasciandomi qui da sola.
Spero che il capitolo vi piaccia eeeeee niente.

Ci leggiamo al prossimo capitolo.

Byeeee.

-Carota.










Honey  ||Marco Cellucci|| Where stories live. Discover now