Max è piuttosto sconcertato: "Mi spiegate cosa succede?"

"Tutto a tempo debito, tranquillo! Aspettiamo che ritornino gli altri due" gli rispondo divertita. Per fortuna Luca e Rebecca rientrano poco dopo. Chissà cosa è successo in quella stanza! Domani sia Daria che Rebecca subiranno un bell'interrogatorio, poco ma sicuro. Però adesso è tempo di...

"Il gioco dei post-it alcolico!" annuncia esaltata Daria. Per un momento Rebecca strabuzza gli occhi e sembra dirci "Ma siete sceme o cosa?", poi accetta rassegnata il suo destino. Il momento del Devasto è arrivato.

Piccola precisazione: il Devasto è una tradizione che portiamo avanti fin da quando tutte e tre abbiamo avuto l'età legale per poter consumare alcolici. Considerato che ancora bastava avere sedici anni, è una tradizione piuttosto lunga. In parole povere, una volta all'anno, generalmente d'estate, ci chiudiamo a casa di una di noi e ci sfondiamo di shot e cocktail home-made accompagnati da vari giochi, come la dama alcolica, il gioco dell'oca alcolico, e appunto il gioco dei post-it alcolico. Per noi è un modo per liberarci dalle nostre vite quotidiane e dare sfogo alla nostra parte più istintiva. Non lo dicevano anche i latini, che una volta all'anno è lecito fare pazzie?

Daria si prende la briga di spiegare agli altri tre come funziona il gioco. "Allora, ora ognuno di noi senza farsi vedere scrive il nome di un personaggio conosciuto su un post-it e lo attacca in fronte a qualcun altro. E qui già abbiamo fatto la prima cazzata perché abbiamo attaccato prima i post-it!" Effettivamente è molto difficile scrivere sul post-it così: a me è toccata Rebecca e manca poco che le cavi un occhio con la penna.

"Poi ciascuno deve indovinare il nome sul proprio post-it, e per farlo deve fare delle domande a cui si può rispondere solo sì o no. Ad esempio: sono un uomo?" Rebecca le ha scritto in fronte "Platinette", quindi rispondiamo di sì, ma non senza qualche risatina.

"Ok, iniziamo già male... Insomma, quando uno indovina chi è beve uno shot, e così via! Avete capito tutti? Allora iniziamo!"

Il gioco inizia e la situazione migliora subito: Luca, Matteo e Max si stanno divertendo da matti e stanno uscendo fuori i nomi più improbabili. Per un turno mi ritrovo ad essere Gesù, e mi ci vogliono un bel po' di domande prima di indovinare. Riusciamo a mettere in difficoltà anche Luca scrivendogli in fronte "Mal". Alla fine ha indovinato, ma non prima che io, Daria e Rebecca abbiamo cantato a squarciagola "Occhi neri", usando le penne come microfoni. Ci abbiamo dato così dentro che un cameriere dal ristorante di sotto ha suonato al campanello incazzato nero, e con non poca fatica l'abbiamo convinto a non denunciarci per disturbo della quiete pubblica.

Passa il tempo, facciamo l'una e siamo tutti piuttosto alticci. Matteo è completamente steso sul divano (da cui ovviamente sborda vista l'altezza), mentre Daria sembra trovare comodo stare appollaiata sul davanzale. Max a un certo punto è caduto dalla sedia e Rebecca, come al solito, ha lo sguardo un po' vacuo ed è tenuta su da Luca, che cerca di sorreggerla come meglio può. Faccio un rapido conto delle bottiglie scolate, che sono ormai dappertutto, sul tavolo, sulle sedie, in terra... Ho anche una bottiglia di rum in grembo, che non so come ci sia arrivata, ma la sto cullando come se fosse mia figlia.

E ciò che è peggio è che sono rimasta solo io a dover indovinare il mio nome! Uomo, meno di trenta anni, moro, gioca a pallavolo, non è del Modena... Chi cavolo è? Avendo iniziato da poco a seguire la pallavolo, ancora non sono molto brava a ricordare i nomi dei giocatori neanche da sobria, figuriamoci adesso. E la cosa brutta è che i tre pallavolisti non riescono a capire come faccia a non capire, quindi deve essere uno famoso. Che figura! Vorrei chiedere ulteriori indizi ma siamo arrivati al punto che ad ogni parola pronunciata qualcuno parte con una risata isterica.

"Basta, mi arrendo!" esclamo alla fine. Sul mio post-it c'è scritto "Filippo Lanza".

Max scoppia a ridere: "Dai, questa era facile!" In effetti è un nome che ho già sentito. "Ancora hai da imparare! Gioca nella Diatec, quindi se domenica prossima venite alla partita potrai vederlo".

Si è fatto tardi, domattina alle 8:30 dovrei essere a lezione e tremo già al pensiero di come mi sveglieró. D'altronde abbiamo scolato tutte le bottiglie, quindi la festa finisce per forza. C'è un piccolo problema però: come ieri sera, nessuno di noi è in grado di guidare fino a casa.

"Potete rimanere da me" biascica Luca, con la bocca impastata dall'alcool. "In camera mia ci sono due letti, e ho sacchi a pelo per tutti".

Effettivamente é un'idea ragionevole. Mentre Luca va a prendere i sacchi a pelo, noialtri dobbiamo decidere chi deve prendersi il letto in più.

Mi giro verso Matteo: "Tu cosa proponi?"

Peccato che sia Matteo che Daria sono scomparsi. Di nuovo.


Ciaooo!! Vi è piaciuto questo nuovo capitolo? Mi raccomando, votate e commentate!

Francesca

Occhi neri // Matteo Piano e Luca Vettori.Where stories live. Discover now