Capitolo 16

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"Oh mio dio, quanto è carino!" strillo, prendendo in braccio il cucciolo. Mi lecca tutta la faccia, me la rido tutta contenta.

"E' molto dolce, vero? È stato salvato da una fine orribile, povero piccolo. Per questo non eravamo così propense a darlo subito in adozione. Ma abbiamo visto come hanno interagito lui e suo marito. Si sono innamorati a prima vista, questo fatto ci ha convinte a tenerlo da parte per voi" sorride, la volontaria. Ice mi strappa batuffolo di mano, cominciando a tempestarlo di baci. Il piccolo si lascia coccolare, per poi mettersi comodo tra le sue braccia e appisolarsi.

"Direi che Champagne, ha trovato la sua famiglia. Se siete ancora convinti, possiamo andare in ufficio e firmare i fogli" ci sollecita.

"Subito!" gridiamo in coro. Provo a prendere Champagne, dalle sue braccia, quasi mi picchia. Scoppio a ridere, pensando che più che per me, è per sé stesso il cucciolo.

"Allora, qui ci sono tutti i documenti. Champagne è stato vaccinato ed ha già fatto la profilassi per la leishmania, i vermi e tutte le accortezze dovute. Deve eseguire la terapia tra sei mesi. Il nome lo lasciamo, oppure lo volete modificare?" ci domanda, dopo le spiegazioni di rito.

"Vorrei cambiarlo. L'ho visto in azione l'altro giorno, mi è venuto il colpo di genio" sussurra, per non svegliare il cane.

"Dicci" lo sprono.

"Spark. Direi che è più che azzeccato, non sta fermo un minuto e corre su e giù come un matto. Proprio come una scintilla, se poi si considera che io mi chiamo Ice, mia moglie Fire, direi che siamo molto in tema" la ragazza spalanca gli occhi e poi si mette a ridere.

"E allora, Spark sia. Lo iscrivo subito" inizia tutto il procedimento, poi ci consegna i fogli che firmiamo entrambi.

Usciamo da canile con un sorriso a tutto tondo, troppo felici.

"Lo sai vero, che adesso me lo devi mollare? Non vorrai guidare con il piccolo in braccio" sghignazzo.

"Guida tu, io non lo mollo" mormora.

"Lo sai che non guido, se non per necessità stretta amore. E poi sono solo poche miglia, a casa lo potrai tenere quanto vuoi. Però dobbiamo passare al negozio a prendere tutto ciò che ci serve" mi rammento.

"Giusto, hai ragione. Va bene, tieni, ma non lo svegliare" mi commuovo e, per un attimo, immagino come possa essere in versione padre, se riserva ad un animale tutte queste premure. Volto lo sguardo, velocemente, per non fargli vedere le lacrime. Non lo saprà mai, non potrà mai sapere cosa vuol dire essere padre, io non gli potrò mai dare quello che vuole.

"Amore, tutto bene?" chiede.

"Certo, mi sono solo emozionata, quando me lo hai messo in braccio" rimedio, al mio errore.

"Sei sempre stata così, un gran cuore, piena di sentimento" gli sfugge. Queste sue parole mi feriscono ancora di più.

"Ice, quando torniamo a casa, devo dirti una cosa. Una parte della storia, hai il diritto di sapere" mi decido ad affrontare la verità. Quel che sarà poi, lo deciderà solo lui.

"Va bene, adesso andiamo al negozio, poi dritti a casa e mi racconti" non perde la calma, anche se lo vedo irrigidirsi un po'.

"Okay, ricordiamoci la medaglietta. Non voglio che lo portino chissà dove se dovesse scappare e perdersi" dico questo, si volta e mi lancia una strana occhiata.

"Sì, amore" dice solo.

Una volta giunti al negozio, ci sbizzarriamo nelle compere. Usciamo carichi di pacchetti, con Spark che saltella al nostro fianco. In totale abbiamo speso più di cento dollari, ma tutti in cose che per noi erano necessarie. Una grande cuccia morbida ed imbottita, una pettorina con le borchie azzurre, giocattoli, cibo secco, cibo umido, traversine igieniche. La medaglietta e una borsa da viaggio, dove poterlo mettere se si stanca.

"Cazzo, abbiamo speso un mucchio di soldi" borbotta, baciando la testolina di Spark.

"Dai, alla fine ciò che ci darà in cambio lui, ci ripagherà con gli interessi" rispondo, appropriandomi della bestiola.

"Andiamo a casa, dai" incoraggio. Mi voglio togliere questo dente marcio, al più presto. Così come ha consigliato anche il terapeuta. Spero solo, prego in verità, che questa mia confessione non mi faccia giocare il matrimonio. Sale al posto guida, mette in moto e si avvia veloce verso casa.

Man mano che la distanza si accorcia, il mio umore cola a picco, facendomi subentrare in una coltre di disperazione. Ma lo devo fare, gliel'ho promesso e devo iniziare a fidarmi di lui, esorcizzare i miei demoni. Arrivati a destinazione, smonto e metto giù Spark, aiutando Ice a portare le buste in casa.

Liberiamo la belva che corre in ogni stanza, annusando e facendo conoscenza con l'ambiente, memorizzando gli odori e tutto quello che fanno i cani. Mi aiuta a sistemare le sue cose, poi mi prende per mano e mi mette sul divano, a sedere. Si posiziona sul tavolino, difronte a me e prende le mie mani.

"Dimmi" dice, con un sorriso incoraggiante.

"Va bene. Allora, dopo l'incidente, quando arrivai in ospedale, le mie condizioni erano molto gravi, ti ricordi?" scuote solo la testa, affermativamente.

"Dunque, quando mi rimisero in sesto e le operazioni terminarono, il dottore mi volle sottoporre ad un'ulteriore analisi. Mi spiegò che c'erano state delle complicazioni, durante un intervento e voleva vederci chiaro, per capire se i suoi sospetti fossero fondati. Mi fece fare un'ecografia molto approfondita, con una piccola sonda."

Mi interrompo, troppo addolorata. Mi stringe le mani e, con lo sguardo, mi invita a proseguire.

"Beh, da quella verifica, venne fuori che nell'impatto e con quello che è successo, ho subìto un forte trauma all'addome e che in seguito all'operazione, sono diventata sterile. Non posso avere figli Ice, né ora né mai" scoppio a piangere, lui mi lascia andare le mani. Non ho il coraggio di guardarlo, di vedere l'accusa sul suo volto, che mi toglierà la vita.

"Pensi che ti voglia lasciare, vero?" chiede, in tono sereno. Alzo lo sguardo e lo fisso.

"Fire, sto con te, ti ho sposata, perché ti amo. Non sono in cerca di una fattrice che sforni eredi uno dietro l'altro. Non è colpa tua se non possiamo avere figli. Ci sono tanti bambini soli e sofferenti, negli orfanotrofi, possiamo adottarne uno, due, quanti ne vuoi."

Resto a bocca aperta, non aspettandomi questa reazione. Immediatamente il cervello inizia a produrre pensieri. Se davvero è stato in grado di perdonare il segreto, forse c'è speranza allora.

"Sei meraviglioso" lo stringo forte.

"No, sono innamorato, è diverso. Ti amo per ciò che sei, per quello che mi fai provare e per il cambiamento che apporti in me. Anche per quelle poppone che hai!" la butta sullo scherzo, facendomi ridere.

"Davvero, Ice, non me lo aspettavo" rivelo con sincerità.

"Fire, io non sono Scott. Per me le apparenze non contano, conti tu, conto io e conta noi. Quello che siamo assieme, la vita che ci stiamo costruendo. Quando saremo pronti, magari con l'aiuto di mio padre, inizieremo il percorso di adozione. Per adesso voglio solo aiutarti a guarire, questo è ciò che conta. Il tuo benessere davanti a tutto e... Spark, l'ha appena fatta sul tappeto!" si arrabbia.

"Vieni qua, birbante!" lo acchiappa e lo mette davanti al danno che ha fatto.

"No! Non si fa." Gli comunica in tono fermo e calmo. Poi lo prende e lo mette sulla traversina.

"Sì, qui bravo cane" e gli allunga un biscotto. Ci sa davvero fare, non c'è che dire.

Si volta e mi guarda.

"Che dici, sarò un bravo padre?" mi chiede.

"Il migliore al mondo, Ice." Lo lodo, rivolgendogli uno sguardo colmo d'amore.

"Comunque in tutto questo c'è una nota positiva" chiacchiera, mentre ripulisce la pipì di Spark.

"Quale?" mi informo.

"Possiamo darci dentro senza pensiero e preoccupazione!" esclama, ridendo.

"Sei il solito maiale! Ma non pensi ad altro?" sghignazzo, correndo ad aiutarlo.

"Colpa tua, amore. Sei così sexy e desiderabile" ghigna.

"Allora, che ne dici di andare a" ma le sue mani mi afferrano e correndo mi porta in camera.

SIAE Ice- The game of... [Broken Hearts Saga] SU AMAZON29/03/2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora