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E' domenica e questo significa solo una cosa: posso rimanere più tempo a letto a dormire.

I raggi del sole entrano dalla finestra ma non mi danno fastidio; il cuscino è morbidissimo e le coperte leggere mi avvolgono tutta quanta.
Quanto vorrei che tutti i giorni fossero così, invece devo sempre alzarmi presto e fare tutto quanto in fretta per non perdere l'autobus, cosa che alla fine perdo quasi sempre e poi mi tocca andare a piedi.

Oggi no, oggi è giornata dell'ozio e cosa c'è di più bello che starsene allungati a letto senza nessun pensiero? Assolutamente niente.

<<Anne, alzati>> infatti appena c'è un attimo di tranquillità, questo viene subito interrotto dalla voce squillante di mia sorella. Ma anche di domenica mattina questa deve rompere?

Sento i suoi passi salire in cameretta e io mi nascondo ancora di più sotto le coperte.

<<Muoviti che oggi andiamo al centro commerciale con la mamma e non voglio fare tardi per colpa tua>> si lamenta ancora, scombussolandomi le spalle cercando di farmi alzare.

<<Non ci voglio venire al centro commerciale, lasciami dormire >> le rispondo ma alla fine, come sempre, vince lei minacciandomi che se non mi fossi alzata avrebbe chiamato la mamma.
Mi alzo restando ancora seduta al letto coi piedi a terra e mi stiro le braccia, alzandole.

Quanto vorrei per essere figlia unica. 

Raggiungo l'armadio per decidere cosa avrei messo: un jeans con una maglietta larga a maniche corte.
Vado in bagno, levo il pigiama e poi entro nella doccia per rinfrescarmi .

La sera precedente è stata l'esperienza più brutta che mi potesse capitare e voglio levarmela dalla testa il prima possibile e per farlo credo che una bella doccia, come questa, sia il meglio.

Dopo un po' sento bussare alla porta e le grida di Brenda dicendomi di sbrigarmi che è già tardi. Quando si parla di Shopping questa ragazza non capisce più nulla.

Esco dalla doccia e mi vesto.
Entro in cameretta e mi ritrovo mia sorella davanti lo specchio a pettinarsi i capelli quando con lo sguardo mi guarda dall'alto verso il basso.

<<Ma cosa ti sei messa? Sembra che indossi un sacco della spazzatura grigio>> dice indicando la mia maglietta grigia. 

So com'è fatta e ho imparato ad essere indifferente alle sue critiche. Per me questa maglietta è carinissima e non la toglierò.

<<Alla fine non serve neanche che venivi, dato che hai un gusto orribile per i vestiti>> si lamenta ancora.
Lei indossa una camicetta scamiciata a stampa floreale, dei pantaloncini di jeans con le calzette.
Per fare un esempio, io non mi vestirei mai così ma non perché non mi piace, le stanno bene ma non mi sentirei a mio agio. Camminerei per strada convinta di avere lo sguardo puntato e non sono un personaggio soggetta ad attenzione altrui..

<<Io ti ho detto che volevo rimanere a dormire ma tu non hai sentito ragioni e mi hai costretto ad alzarmi>> mi difendo. 

<<Allora la prossima volta non lo farò>> mi avvisa e per me va assolutamente bene.




Quando usciamo da casa la mamma è già in macchina col motore acceso che ci aspetta.

<<Aspetta, ho scordato una cosa>> dico a Brenda per poi entrare e andare in cameretta a prendere il mio libro.

Ci aspettano trenta minuti di macchina prima di arrivare al centro commerciale e non ho voglia di sentire le chiacchiere di mia sorella, di quelle ne subisco già troppe.

Come Zucchero Filato ~ H.S.Where stories live. Discover now