Prologo

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"I hear your voice, on the wind

and I hear you cold out my name

Listen my child you said to me

I am the voice of your history

Be not afraid came follow me,

answer my call and I'll set you

Free"

Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e l'odore di fiori appena sbocciati. Mi sento libera e leggera come l'aria, mentre, un passo dopo l'altro, a piedi nudi, attraverso il campo fiorito. L'erba è verde e rigogliosa, qualche fascio lievemente mosso dalla brezza primaverile; e i fiori colorati emettono le più particolari e piacevoli fragranze.

Un senso di allegria si fa strada attraverso me, e accentua l'eccitazione del senso di libertà. Avverto una pace interiore che non ho mai provato prima, come se nulla avesse più importanza, come se niente potesse più turbarmi. Mi sento invincibile, gioiosa. Rido di gusto, e la mia risata sembra perdersi in quella distesa infinita. Cammino e distrattamente accarezzo i petali dei fiori e mi inebrio del loro profumo, dolce come miele.

Poi inizio a sentirla. Una voce calda e gioiosa anch'essa. La voce di una donna probabilmente, o forse di una ragazza, non riesco a capirlo. Sembra chiamarmi, innalza un canto melodioso che, per qualche istante, mi lascia completamente incantata, mi attira a lei, mi chiama "sua figlia", e mi invita a seguirla. Sento nel profondo del mio animo che sia la cosa giusta da fare, anche se non so il perché. Voglio scoprire a chi appartenga una voce tanto candida e musicale, sembra a dir poco divina e qualcosa nel mio istinto mi dice che è molto probabile che lo sia.

Al suo canto si aggiunge anche una musica, una danza, che sento però in lontananza, e sembra volermi indicare la via da seguire. Inizio a camminare a passo più svelto, saltellando, danzando, seguendo la direzione che, non so come, la musica mi sta indicando. La mia veste candida e lunga viene mossa dal vento, come se anche lui mi stesse invitando a danzare.

Supero una collinetta e di fronte a me appare come per magia una foresta, così fitta ed estesa che non riesco a capire dove porti, o quando finisca. La voce continua a chiamarmi a sé, ad incoraggiarmi a proseguire. Mi trasmette un senso di tranquillità e gioia, e mi sento al sicuro.

"I am the voice in the wind and the pouring rain

I am the voice of your hunger and pain

I am the voice that always is calling you

I am the voce, I will remain"

Raggiungo infine il limitare della foresta. Qui sembra che la musica sia più intensa, sembra che io sia più vicina. Riconosco il suono dolce di un flauto che si unisce alla voce, e riesco a distinguere i suoni di altri strumenti, simili a percussioni e strumenti a corda; e poi altri ancora, simili a risate, o a piccoli cori; non riesco ancora a distinguere bene i singoli suoni, solo la voce è chiara e mi invita a proseguire. Guidata da lei non ho paura ad ad addentrarmi tra gli spessi tronchi e rami di querce, né a camminare in equilibrio sulle loro radici.

L'atmosfera qui è molto diversa rispetto a quella del prato. Sembra più cupa e quasi triste, sbiadita nonostante il verde intenso delle foglie che sui fitti rami intrecciati non lasciano passare che qualche piccolo raggio di sole qua e là. Eppure quella musica sembra promettere qualcosa di allegro e colorato, e sono spronata ad addentrarmi ancora di più nel bosco. Riconosco la bellezza di quel luogo, quel paesaggio ha qualcosa di...particolare, di antico e nuovo allo stesso tempo. Ma non mi fermo a contemplare a lungo la sua bellezza. Sembra ci sia un alone luminoso che fluttua a mezz'aria, simile a nebbia. E la musica mi porta proprio in quella direzione, cammino immersa in un mare di luce che più vado avanti, più sembra avvolgere anche gli alberi attorno a me. Nuovamente il senso di pace che provo si accresce. E' la direzione giusta, e sono curiosa di sapere dove porti.

Mi addentro sempre di più, prendo percorsi che mi sembra già di conoscere, in qualche modo.

Poi, finalmente, giungo nel cuore della foresta; il luogo segreto che mi attira verso di sé.

Ed in fine riesco a scorgerla: una ragazza bellissima, con una veste lunga e candida come la mia, in contrasto con i lunghi capelli rossi, legata in vita con una cintola che mette in risalto la sua figura sottile. La sua pelle chiara emette come una sorta di bagliore, il viso sembra disegnato dal tratto delicato di un pennello, e gli occhi grandi, di una tonalità di verde scuro come la foresta che ci circonda, stanno guardando nella mia direzione. La bocca carnosa è schiusa ad intonare note melodiose e dolci. E' stata lei a chiamarmi. E continua ad attirarmi a sé.

Scorgo qualcuno accanto a lei, e riconosco degli strumenti. Avverto chiaramente la musica, un motivo che credo di aver già sentito, chissà perché.

Lei però non mi da il tempo di parlare, o forse sono io che non riesco ad emettere un suono, e si avvicina a me, muovendosi sinuosamente. Ha le movenze aggraziate di una reale. Più si avvicina, però, più il suo corpo diventa sempre più chiaro, più luminoso.

Mi dice di non aver paura, mi invita a seguirla, e mi prende per mano.

"La chiave" sussurra, poi avvicina il suo viso al mio.

L'ultima cosa che sento è la sua mano sul mio petto, e l'ultima cosa che vedo è la forma delle sue orecchie. A punta.

Fata

Poi, sento come se un peso enorme mi crollasse nuovamente sulle spalle, e mi sveglio.

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