Capitolo 3

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Usciamo di casa e vendiamo avvolte dai tiepidi raggi del sole mattutino, che crea giochi di luce nel giardino che costeggia il vialetto fino al cancello. Zia Vivian ama i fiori, il nostro sembra quasi un giardino incantato: una varietà incredibile di specie e di colori, che zia Vivian cura con amore e dedizione. Se solo fossi più brava con i pennelli, mi piacerebbe poterli dipingere esattamente come li vedo adesso, con le prime luci del mattino a baciare le corolle colorate, che sembra si aprano alla luce, alla vita. Sembra qualcosa di molto poetico. La meraviglia della natura. Penso che zia Vivian abbia trasmesso in parte il suo amore anche a me. Ne parla sempre in modo affascinante, ha speso ore ed ore a lodare la natura e i suoi prodotti, e ad insegnarmi nozioni e curiosità sui vari tipi di fiori. Nozioni che naturalmente non sarò mai in grado di ricordare con precisione, visto che sono troppe e faccio sempre una gran confusione.

Il tragitto dalla villa alla città è abbastanza lungo, anche se ormai ci ho fatto l'abitudine. E' piacevole passeggiare per le stradine di campagna, vedere distese di campi verdi e, in lontananza, la sconosciuta foresta. So dai racconti della zia che nelle vicinanze c'è un maneggio, un piccolo convento nascosto tra le montagne e un grande lago cristallino e incontaminato, che zia Vivian mi ha promesso andremo a visitare appena ne avremo l'occasione.

Sui pochi alberi bassi, gli uccellini cantano le loro allegre melodie e i loro richiami d'amore, e mi viene in mente quanto la primavera sia effettivamente alle porte.
«Odore di fiori appena sbocciati, siamo quasi in primavera» dice proprio in quel momento la zia, dopo aver inspirato profondamente.
«Stavo pensando la stessa cosa, zia. Quando sarà di preciso, la primavera?» le chiedo. Tendo a dimenticare anche le date. Mi concentro molto sullo studio e mi perdo spesso nei miei pensieri dimenticandomi di tutto ciò che mi circonda. Non so ancora se sia più un bene o più un male.
«Manca una settimana esatta,mia cara» risponde lei, poi sorride.

Continuiamo la strada in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri.
Finalmente intravediamo le costruzioni della città, il palazzo del sindaco e i vari uffici, le botteghe ed il mercato, la grande piazza centrale, e tutte le abitazioni.
Avvertiamo il rumore già da abbastanza lontano, della gente che lavora, o parla, o ride, o corre, o svolge le sue attività.

Confusione, una gran confusione ed un via vai continuo di gente

Eppure non sembra poi così male. Questa giornata potrebbe rivelarsi piacevole per "cambiare aria", confrontarci con un'altra realtà che non sia la vita di campagna.
«So che sembra allettante, ma ti assicuro che la società può essere tanto attraente quanto pericolosa» mi dice in quel momento zia Vivian
«Leggi nel pensiero, zia?» le chiedo, stupita.
«No tesoro, ma le persone riuscirebbero a leggerti come un libro aperto. Avevi un'espressione del tutto meravigliata e inebetita, era facile capire a cosa stessi pensando» dice lei, poi fa una pausa e riprende:
«Ti assicuro che ho scelto per te la vita migliore, e ho fatto tutto ciò per un motivo: il tuo benessere. Credi a noi adulti, che abbiamo esperienza e sappiamo quali sono le scelte migliori» continua lei.
«Non ho mai messo in dubbio che la scelta di vivere in campagna fosse la migliore, zia» mi affretto a rispondere in tono ubbidiente.
Poi, nuovamente il silenzio, ma non è un silenzio spiacevole: zia Vivian sorride ed io mi guardo intorno, curiosa sempre di tutto. Non è la prima volta che vado in paese, ma ci sono sempre rimasta per poco tempo, spesso seguendo zia Vivian nelle sue commissioni, e poi ogni volta sembra che ci sia qualcosa di nuovo che mi fa guardare tutto con rinnovato interesse.

I contorni si fanno sempre più nitidi e definiti, finché finalmente non entriamo in paese. Camminiamo su una strada di ciottoli che porta fino alla piazza centrale, su cui sorgono i principali edifici, come il Palazzo del Sindaco e la sua abitazione, le botteghe principali e...la biblioteca.
I battiti del mio cuore accelerano quando la vedo. È una costruzione abbastanza grande e spaziosa, anche se certo, rispetto a qualcuna delle grandi città sembrerà minuscola. La facciata è a vetri che sporgono fuori, come se fosse un negozio di dolci, ma invece che bignè e ciambelle sono esposti pile e pile di libri, e le vetrate lasciano intravedere l'interno, che sembra ancora più pieno. Tra le due vetrate c'è una porticina in legno dipinta di verde, sopra cui si trova un'insegna sempre di legno, dipinta a mano, raffigurante una pila di libri e la scritta con una bella calligrafia: "Biblioteca".

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⏰ Last updated: Aug 29, 2017 ⏰

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