11. ARIA DI CAMBIAMENTI

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Mi poggio sul letto in attesa di prendere sonno, ma mi sembra quasi impossibile chiudere occhio, non so da quanto tempo sono rinchiusa nella mia stanza, a riflettere su cosa fare, sulle mie decisioni, non mi sono mai sentita in dubbio come adesso.

Sam è alla sua cena di lavoro, abbiamo passato l'intera giornata a guardare film e a mangiare schifezze come ai vecchi tempi. Ma da quando è uscita mi sono richiusa in camera ripensando ancora una volta a quanto complicata sia la mia vita.

Mi addormento in balia di questi pensieri, ma stavolta senza quel pensiero che mi opprimeva giorni fa.

Quando mi sveglio i primi raggi del sole entrano dalla finestra, Sam sta dormendo nel letto accanto al mio, come se non fosse cambiato nulla, come se fosse una semplice giornata in cui lei è stanca da lavoro.

Mi sento come rinata, non dormivo così bene da tanto tempo, mi cambio e scendo al piano di sotto. Gli occhi stanchi di mio padre incontrano i miei e una fitta mi pervade per tutto lo stomaco.

«Ciao tesoro, preparavo la colazione, mangi con me?» mi schiarisco la voce, come se fosse la prima volta che apro bocca in vita mia.

«Ehm no, non ho fame» dico con tono ancora un po' distaccato, un tono a me inevitabile, e mi dirigo in giardino.

Oh. «Buongiorno! Non sapevo fossi in giardino.» dico con un accento un po' strano.

«Buongiorno a te, dovevo sistemare un paio di cose, come va?» dice Drake divertito come se fosse la cosa più naturale del mondo, non ho neanche visto che sta armeggiando con dei lampioncini.

«Meglio, grazie» dico in tono basso, è tutto così strano, vederlo qui, in casa, come se niente fosse, come se tutto fosse solo un lontano ricordo, mi siedo sugli scalini della veranda poggiando i gomiti sulle ginocchia, rimanendo in silenzio per il disagio.

«È strano anche per me.» dice poi, spaccando il silenzio che c'è tra di noi, alzo lo sguardo verso di lui, ma continua ad armeggiare con i ferri intento a riparare il lampioncino. Ha un fisico perfetto, anche lui, da mozzare il fiato. - «Se mi avessero detto che un giorno avrei messo piede qui dentro per riparare uno stupido lampioncino, lo avrei ucciso sul posto, e invece eccomi» rimango in silenzio non so cosa dire, non so come comportarmi, non so neanche chi sia questo Drake con cui sto parlando.

«Perché? Voglio dire perché adesso ti comporti cosi, come se niente fosse, come se fossimo sempre stati amici. Non ti offendere, ma mi è spontaneo avere dubbi sul tuo comportamento» Salta giù dalla scala pulendo le mani sporche sulla maglia bianca, ma rimanendo in silenzio, lo sguardo serio ha sostituito quello divertito. - «Perché Drake?» insisto io.

«Non lo so okay? Ho capito che ciò che facevo era sbagliato, è stato come se mi fossi all'improvviso svegliato.» non mi sono mai sentita a disagio come adesso, è come se stessi parlando con uno sconosciuto, come se non lo avessi mai visto in vita mia, ma ciò non mi mette paura, anzi mi incuriosisce. - «Vieni» si avvicina verso di me offrendomi la sua mano.

«Dov...Dove dobbiamo andare?» chiedo io insospettita.

«Facciamo due passi, devo parlarti, forse così capirai» mi alzo in silenzio con il suo aiuto, usciamo in strada e iniziamo a camminare lungo il marciapiede.

È tutto così tranquillo, il cielo è limpido, di un azzurro fantastico coperto da qualche piccola nuvola che gioca con i raggi calorosi del sole, ma nonostante ciò c'è sempre un po' di freschetto.

«Cosa devi dirmi? Cosa dovrei capire?» chiedo istantaneamente.

«C'è qualcosa che non va, qualcosa di strano» qualcosa non va, sono sempre le stesse parole, tre parole che anticipano un disastro. - «Non tutti risvegliano il proprio potere nello stesso modo ricordi?» io annuisco continuando al posto suo:

The LEGEND - United [ANTEPRIMA] Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon