Parte 21

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RACCONTA PETER

-"mi dici che succede?"- le chiesi mentre  continuavo a tenerla stretta a me. La sentivo tremare e la strinsi ancora di più..sembrava così fragile.
Non rispose alla mia domanda e rimasi quindi in silenzio anche io.
Dopo un po' lei si staccò dal mio abbraccio e rimanemmo uno di fronte all'altro.
-"Non succede nulla, scusami per questa reazione..devo andare"- mi disse gelidamente e cercando di prendere tutta la sua roba in un baleno per andarsene.
Ma quella spiegazione non mi bastava, c'era qualcosa che non andava e avevo bisogno di capire cosa. La presi per un braccio e la fermai.
-"Lali"- dissi sospirando-"ascoltami...se è per il fatto di Mery io.."- ma non riuscii a concludere perché lei mi interruppe.
-"Peter, io non ho bisogno di spiegazioni perché non mi interessa riceverle. Ti ho detto che non succede niente, sto benissimo ed ho fretta di andarmene quindi lasciami e stai tranquillo."
Ero incredulo, non riuscivo a capire cosa le stesse prendendo. Dov'era andata a finire la mia dolce Lali?
Lei si liberò dalla mia presa e si avviò verso la porta ma la costrinsi a girarsi di nuovo verso di me.
-"Là io voglio solamente aiutarti, capire cosa ti sta succedendo..chi è in ospedale? Perché non parli più con me e con i ragazzi?"-le chiesi esasperato.
-"Non ha importanza, lo capisci? Non ha importanza più nulla!!"- e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime-"lasciami andare, per favore, lasciami andare!"-mi chiese mentre le lacrime rigavano le sue guance.
Cercai di abbracciarla di nuovo ma lei non me lo permise. Così la lasciai "libera" e lei se ne andò. Aveva bisogno di rimanere sola ma avrei indagato per capire chi o cosa la stesse distruggendo in quel modo.

RACCONTA LALI
Dopo la chiamata di mia madre non riuscii più a reggere alla tensione e scoppiai a piangere. Entrai in una classe lì vicino e cercai di darmi un contegno. Non potevo crollare, non in quel momento. Poi a un certo punto qualcuno entrò nella stanza e girandomi vidi Peter avanzare verso di me, mi guardava scrutandomi come faceva sempre quando capiva che c'era qualcosa che non andava. Di colpo lo abbracciai e ricominciai a piangere, avevo bisogno proprio di lui in quel momento. Lui ricambiò il mio abbraccio, mi strinse a sè quasi come se volesse proteggermi da ogni tipo di male che in quel momento mi stava attanagliando. Ma non era possibile, nessuno poteva farci niente, soprattutto lui. Restammo lì molto tempo, in silenzio ed abbracciati e piano piano il mio respiro cominciò a regolarizzarsi..mi calmai perché quando Peter mi abbracciava io non potevo che calmarmi. Mi sentivo protetta, sicura..mi sentivo a casa. Ma non potevo farlo immischiare in quella storia, era una cosa troppo grande anche per una persona come lui. Decisi che era il momento di tornare alla dura realtà, di fare finta di nulla e di cavarmela da sola...in un modo o in un altro. Mi staccai dal suo abbraccio e dopo averlo rassicurato tentai di andarmene. Non me lo permise.
Continuava a farmi domande, continuava a scrutarmi mentre io mi sentivo sempre più debole. Avevo bisogno di lui come l'aria per respirare, soprattutto in un momento così critico della mia vita..ma non potevo. Non volevo farlo dispiacere, non volevo fargli provare la stessa sensazione che in quel momento mi stava divorando. Quella sensazione che ti rende vulnerabile e ti fa capire che non hai nessun potere quando le cose sono più grandi di te. Quella sensazione che ti fa desiderare solamente di spegnere i pensieri per non dover soffrire. E lui forse lo capì per mi lasciò andare ed io lo feci. Nonostante il disperato bisogno di averlo al mio fianco me ne andai, e in quel momento desiderai di andarmene in tutto e per tutto da lui e dai ricordi con lui.

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