Parte 20 (seconda parte)

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RACCONTA PETER
Per tutta l'ora Lali non mi rivolse la parola. Si limitò a copiare e a fare tutte le attività che dava la professoressa. Era strana.. non era la Lali di sempre ed io non capivo se era per gelosia o no.
Alla ricreazione fu la prima ad uscire e se ne andò velocemente.. tentai di seguirla ma andò nel bagno. Decisi così di aspettarla fuori dal bagno delle donne appoggiato alla parete. Quando la vidi uscire mi avvicinai.
-"Possiamo parlare?"-le dissi prendendola per un braccio.
-"No, ora non posso"- mi disse allontanandosi e andando verso l'aula.
Non capisco cosa sta succedendo.

Passarono due giorni da quando Lali non ci rivolge nemmeno una parola né a me né ai ragazzi. Non ci parla, ci ignora, è un'altra persona. Ed io continuo a non capire quale sia il problema.. se era per Mery ne potevamo parlare e chiarire. Ma no, lei aveva deciso di non voler parlare e questa cosa mi faceva imbestialire.
Non si sedeva più con me a pranzo. Si sedeva con Juana, una ragazza nuova di questo anno che non parlava moltissimo, e mi resi conto quando le guardai stare insieme che.. insomma nemmeno si rivolgono la parola! Vivono stando zitte, parlano solamente quando fanno commenti sul tempo! Era assurdo.
Decisi di non parlarle più nemmeno io, di non starle dietro continuamente poiché erano due giorni che non smettevo di chiamarla, di cercarla e nulla.. lei non mi parlava.
Decisi che sarei andato al chiosco durante la ricreazione, ma quando passai per la salita del giardino, vidi Lali da sola, che parlava a telefono e...piangeva.
-"Come sta? Si sente male?...Febbre? Ma..come febbre?! Ha di nuovo l'infezione?! Si, mamma tranquilla..tu pensa a lavorare che appena esco da scuola vado in ospedale..Si, come tutti i giorni! Ciao, ti voglio bene anche io!"
Non capisco..chi è in ospedale? Per questo Lali non è mai in casa? Come mio solito non ci capisco nulla..
Quando chiuse la chiamata si appoggiò a una parete e nascose la faccia tra le mani e cominciò a piangere. D'istinto decisi di entrare e mi sedetti al suo lato. Si tolse le mani dalla faccia, mi guardò e mi abbracciò mentre piangeva di più. Si vedeva che aveva bisogno di un abbraccio, qualcuno che l'ascoltasse e la contenga.
Ed io ero lì per lei, in qualunque caso.

Restammo lì a lungo, ma a me non importava..volevo solo capire cosa la faceva stare in quel modo, se potevo fare qualcosa per aiutarla, se potevo stare con lei. 
Restammo abbracciati e tentai di asciugarle tutte le lacrime che i suoi occhi stanchi cacciavano.. ma non le feci domande, non era il momento. Speravo di poter chiarire la situazione di Mery e che lei si sfogasse con me che l'amavo ma che ero anche il suo migliore amico.

Ero soprattutto il suo migliore amico, lo sarei stato sempre.

In qualunque momento.

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