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Ella
"E avevo anche pensato di suicidarmi, ma a lui non importava. Mi stavo distruggendo con le mie mani senza rendermene realmente conto." conclusi, col sorriso. Il suo sguardo non era mai cambiato da quando avevo iniziato a parlare, aveva sostenuto e cercato il mio sempre.
Il mio tè ormai si era freddato, lui l'aveva finito. "Non voglio la compassione di nessuno, che sia chiaro" aggiunsi.

Sorrise spostando lo sguardo davanti a sè. Si alzò, si diresse al giradischi e mise un qualche disco di David Bowie. Heroes risuonava nella stanza mentre lui parlava a bassa voce come se non volesse farsi sentire da nessun'altro.

"Mia madre faceva la tassista, mio padre la odiava per questo. Sentiva tante storie, conosceva tante strade, percorreva i soliti paesaggi, ma non ascoltava mai le nostre storie, non sapeva le strade che percorrevamo e non le potevamo descrivere i paesaggi che vedevamo. Lavorava dalle 8 di mattina fino alle 11 di sera tutti i giorni. Così mio padre la convinse a lasciare quel lavoro per dedicarsi a noi, alla casa. Lei cadde in depressione, in fondo a lei piaceva tanto quel lavoro, le piaceva ascoltare e guidare soprattutto." si alzò e quando tornò, aveva un foglio stropicciato chissà quante volte tra le mani. "Le scrissi una canzone, lei non l'ha ancora letta e non penso la leggerà mai. L'ultima volta che la vidi, fu sette anni fa. Non voglio la compassione di nessuno, che sia chiaro" sorrise, girando finalmente lo sguardo verso di me.

Alla fine decidemmo di uscire per cena, andammo al cinese vicino al Tower Birdge. Era un posto carino con la carta da parati rossa, le sedie e le tovaglie verdi. Una ragazza non molto più grande di noi ci accompagnò al nostro tavolo, posando due menù al centro del tavolo, congedandoci con un sorriso.
Sfogliavo il menù giusto per far passare il tempo, dato che ogni volta prendevo sempre la stessa cosa.
La serata passò senza troppe parole, qualche sguardo complice e qualche risata.
Iniziavo a capire che persona fosse Matty. Aveva sofferto molto nella sua vita, come me d'altronde. Dovevo riuscire a fargli superare questo dolore e incertezza che lo costringevano a non fidarsi e a chiudersi in se stesso.

Al semaforo prendemmo due strade diverse: lui andò a destra io continuai dritto. Non riuscivo a smettere di pensare a quel pomeriggio, a quanti passi avanti avessi fatto aprendomi con qualcuno, parlando della mia situazione, che non mi accorsi che non ero sola.

"È quel tossico che ti scopi adesso?"

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⏰ Last updated: Jul 12, 2017 ⏰

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Portraits ||Matty HealyWhere stories live. Discover now