10. Amore

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"Tanto avrei potuto farcela benissimo da sola!"
Yuno, a braccia conserte e mantenendo un passo svelto, cercava di seminare Jean, che abbastanza divertito della situazione, si ostinava a seguirla: sul suo volto, comparve un sorriso beffardo; uno dei soliti.
"Certo, certo...tremavi come una foglia, però ce l'avresti fatta..."
A quelle parole, la biondina fu costretta a girarsi, quasi come se l'amico gli avesse lanciato un sfida, anche perché era quello che il soldato, silenziosamente, aveva fatto.
"Io non stavo tremando..."
"Ah si?"
La giovane abbassò, leggermente, il viso.
"...stavo ballando..."
"Ballavi dalla paura?"
Yuno riprese a camminare e, agli occhi delle persone, la scena pareva un inseguimento.
"E dimmi, quell'abbraccio? Me l'hai dato perché avevi avuto paura?"
All'ennesima provocazione da parte del compagno, la ragazza si girò così velocemente e all'improvviso, che fece, per un attimo, sobbalzare Jean, costringendolo a fermarsi e ad ascoltarla.
"Non ho avuto paura!"
Yuno scandì bene ogni sillaba delle sue parole, per poi voltarsi, ancora una volta, e riprendere a camminare, quando il soldato le prese la mano, bloccando ogni sua intenzione.
"E, allora, perché l'hai fatto?"
La biondina, che non si girò per guardare in volto Jean, non sapeva come controbattere, sia perché nelle parole dell'amico non c'era alcuna traccia di divertimento, sia perché, in realtà, neppure lei era a conoscenza del motivo di quell'abbraccio.
Yuno sapeva, soltanto, che ne aveva avuto bisogno, che tra le sue braccia si era sentita bene e che avrebbe voluto rimanervi.
Nient'altro.
"Non lo so."
La ragazza si liberò della presa del soldato e riprese a camminare.
"Non dovresti essere a casa con la tua famiglia, nano da giardino?"
Yuno continuava nel suo cammino, a passo svelto, imperterrita, nonostante quelle parole raggiunsero il suo cuore, provocandole una certa nostalgia: famiglia?
No, Yuno non aveva più una famiglia.
"No..."
E quel monosillabo, pronunciato a bassa voce dalla ragazza, provocò anche in Jean un enorme dispiacere, che, nemmeno lui, riusciva a spiegarsi.
Yuno accelerò il passo quando, per poco, non cadde in terra, inciampando in un sasso.
E non finì a terra, semplicemente, perché era ancora con lei il suo salvatore, che si precipitò in fretta a sorreggerla.
"Stai bene?"
"Ehm..."
"Visto? Per fortuna che ci sono io..."
Trovandosi viso contro viso, i due non riuscirono a nascondere un certo imbarazzo, soprattutto Yuno, le cui guance, in quel momento, erano diventate completamente rosse.
Nemmeno l'imbarazzo, però, impedì alla giovane di rimettersi, nuovamente, in piedi: adesso erano, semplicemente, l'uno davanti all'altra, mentre i loro cuori battevano all'unisono, agitati.
Un amore, dico bene?
E tanto erano presi dal momento, che non si accorsero di aver camminato così tanto, da aver raggiunto la casa di Jean.
"Jean, sei arrivato! Oh, ma chi è questa graziosa fanciulla?"
La voce della madre del ragazzo costrinse i due giovani a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro, per concentrarsi sulla figura che gli si era presentata.
"Mamma, ciao."
Jean prima guardò la madre poi, quasi come si fosse dimenticato della presenza della ragazza, si concentrò su Yuno, ricordandosene.
"Ah lei...ecco, è una mia compagna. Cioè, intendo un soldato... Si chiama Yuno. Yuno, lei è mia madre."
Yuno, che era ancora visibilmente rossa in viso, si trovò spaesata, quando, comprendendo che stava facendo una pessima figura, decise di presentarsi alla madre del suo amico.
"Salve. Io sono Yuno. È un piacere conoscerla!"
E, dopo essersi inchinata davanti alla donna, la giovane sfoderò uno dei suoi più dolci sorrisi.
Uno di quelli che Jean amava tanto, che gli davano coraggio.
Che lo aiutavano a mantenere la sua promessa.
"Ma ti prego, cara, alzati pure. Il piacere è tutto mio! Quindi sei un soldato anche tu?"
"Si, esattamente."
"Non è una cosa di tutti i giorni conoscere un amico di mio figlio, quindi perché non resti a cena?"
La prima frase diede non poco fastidio a Jean, che stava per replicare, ma la seconda gli fece venire subito in mente un'idea.
"Sarebbe grandioso!
Lei è tutta sola, oggi, quindi sarebbe bello se potesse passare un po' di tempo con qualcuno. Non sei d'accordo, Yuno?"
Yuno, il cui rossore sulle guance aumentava sempre più, non ebbe il tempo di rispondere e di rifiutare l'invito, che la madre di Jean, sorridente, rientrò in casa e la pregò di entrare.
Alla ragazza venne spontaneo voltarsi verso il soldato, come in cerca di spiegazioni.
Spiegazioni che non ricevette mai, mentre venne presa per mano, e condotta nella piccola abitazione di legno dove entrò, ancora più imbarazzata di prima.

Soldato [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora