1. Distruzione

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Chi distrugge deve essere considerato un nemico.
Ma cos'è, per davvero, la distruzione?
Non si comprende a pieno il significato di questa parola, fino a quando non la si prova sulla propria pelle e non la si percepisce sulla propria anima.
Si ha il coraggio di minimizzare o di giustificare una catastrofe, nel momento in qui questa non si è abbattuta sulle nostre case.
La battaglia diventa tale, solo quando ci si rende conto che sul terreno, dove si continua a combattere, è stato versato il sangue di quelli che sono stati dei compagni.
La guerra non spaventa, se la si osserva da lontano, sui giornali o sulle foto.
Soltanto quando si vive la tristezza che provoca un combattimento, qualunque esso sia, allora si comprende quanto una parte dell'umanità sia stolta e impotente.
Anzi, quanto voglia esserlo.
C'era un tempo, in cui questo mondo non era abitato solo dagli uomini e, dunque, dalla loro razza, quella umana.
Un tempo e una terra lontani, dominati da un'altra specie: quella dei giganti.
Creature dalle dimensioni enormi e dalla forza straordinaria.
Mostri dotati di un corpo imponente e spaventoso.
Privi di pelle, rivestiti soltanto di crudeltà, i giganti si nutrivano di carne umana.
Mai come allora, la gente aveva perso le speranze: era evidente, dunque, che gli uomini non stavano più in cima alla catena alimentare, ma che venivano sopraffatti da qualcuno ancora più forte.
I cuori delle persone erano dominati dalla paura, che, molto rapidamente, si impossessava dei loro corpi e delle loro menti e le rendeva inermi.
Agli occhi degli uomini passavano dinanzi, ogni giorno, la stessa vita, gli stessi problemi e un cielo, di cui era possibile ammirare solo metà della sua bellezza e immensità.
Le loro gambe talvolta tremavano, talvolta si muovevano spavalde, ricordandosi della presenza di mura difensive alte cinquanta metri.
Insomma, quell'epoca era dominata dal buio.
Ma una luce fioca, in poco tempo, si animava sempre più, dentro alcuni.
In un periodo buio, una luce di speranza portava il nome di soldato.
Il luogo abitato dagli umani era separato, e protetto, da quello esterno da alte e forti mura.
Ciò che si estendeva oltre queste ultime, molto più vasto e bello, prendeva il nome di mondo esterno: un qualcosa di desiderato ma, al tempo stesso, temuto, di lontano dalla realtà.
Una realtà che trovava posto nella fantasia e nei sogni dei più piccoli: gli adulti,infatti,non avevano tempo per fantasticare su cosa potesse esserci al di fuori della loro vita quotidiana.
Tutto ciò di cui si era a conoscenza, del luogo che si abitava, erano le montagne, i prati e le case.
Ma nei cuori dei più forti, la curiosità era viva e non prendeva il suo posto l'ordinario.
La curiosità.
Sentimento ben sepolto e tenuto nascosto, forse per paura che tutto potesse venir distrutto da chi, di sogni, non trascorre le notti.
La gente, a quel tempo, non pensava ad altro se non alla pace.
Una pace inesistente, di cui ognuno era, inconsapevolmente, consapevole.
Urlare a gran voce, che questa fosse un'utopia, era pericoloso.
Quasi come fosse un desiderio che, se viene confessato a qualcuno, svanisce per sempre.
Un popolo di codardi viveva al riparo di quelle mura.
Vili con la sola voglia di sopravvivere.
Vigliacchi senza il coraggio di vivere.
Non osavano.
Non si ribellavano.
Non si allontanavano dal resto della folla e non la pensavano in modo diverso.
Meritavano di morire.
Di perire uno ad uno.
Perché chi non combatte per ciò che vuole, prima o poi, verrà schiacciato dal suo nemico.
E successe: la razza umana venne schiacciata, gli uomini calpestati come fossero formiche.
E forse lo erano.
O, forse, volevano esserlo.
Ma, come ho già detto, pochi non accettavano questa realtà, per cui al solo pensiero inizio a tremare e il mio corpo viene percorso da brividi.
La libertà, per quei pochi, aveva un significato molto più vasto.
Dopo la distruzione del Wall Maria, lo strato più esterno delle mura difensive, l'umanità sprofondò nel caos e nella paura: morti, ferite del corpo e del cuore.
Ma qualcuno aveva deciso di dire basta alla distruzione.

Soldato [Completata]Where stories live. Discover now