Solo un bisogno (FINE)

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- Come hai fatto a trovarmi? - Gli ringhiò contro il rosso, raggomitolato sulla panchina di un vecchio e piccolo parco.

- Mi sono limitato a girare un po' per i dintorni. - Rispose l'altro prendendo posto accanto a Koi, affatto intimidito da quel comportamento aggressivo.

- Cosa vuoi? - Chiese il ragazzo mentre si rigirava tra le mani un pugnale dalla lama insanguinata.

- Niente, solo stare seduto qui per un po'. - Disse Ryou alzando le spalle. - E magari sentire se hai da dirmi qualcosa. -

- Vuoi perdere tempo mentre arriva la polizia? - Chiese il ragazzo guardando l'altro con sospetto.

- Non l'ho chiamata. - Ribatté il biondo sfilando l'arma dalle mani del ragazzo e iniziando a pulirne la lama con un fazzoletto. - Né ho intenzione di farlo. - Aggiunse dopo un po' infilandosi il pugnale in tasca.

Koi stava per chiedergli altro quando Ryou lo interruppe.

- Presto Shiro sarà qui. -

- Come sarebbe a dire!? - Sbiancò il rosso sgranando gli occhi.

- Ci siamo divisi per cercarti, ma presto arriverà anche lei qui. -

- Lei... Lei cosa sa? - Deglutì Koi.

- Solo che uno yandere stalker le va dietro da anni, che è lui che non le ha permesso di avere amici maschi per tutto questo tempo e che sempre lui le ha appena quasi ucciso il padre. -

Koi diventò, se possibile, ancora più pallido mentre si portava le ginocchia al petto e poi le abbracciava, quasi stesse cercando di sfogarsi con qualcosa.

- Lei la polizia l'avrà chiamata di certo... - Mormorò a bassa voce.

- Io non ne sarei tanto sicuro. - Ribatté Ryou ricordando la conversazione di quella mattina.

- Non vorrà più vedermi... -

- Bè, fino a questo momento non mi pare che comuqnue ti abbia mai visto. -

- Chiederà un ordinanza restrittiva... - Continuò il rosso nel suo piccolo, disperato monologo.

- Io dico che saremo fortunati se non ci starà addosso con telecamere e microfono dalla mattina alla sera... Anzi no, dalla mattina alla notte, soprattutto la notte. - Intervenne nuovamente il biondo.

- Non potrò più... Aspetta, perché hai detto di telecamere e microfono? - Chiese rendendosi conto delle parole dell'altro.

- Così, tanto per... - Rispose il biondo con fare evasivo, realizzando cosa avesse appena detto.

Koi stava per indagare ulteriormente, quando nel parco fece il suo ingresso nientemeno che la suddetta ragazza.

- Shiro... - Mormorò Koi vedendola.

Lei non disse nulla. Si avvicinò a grandi passi al ragazzo, che intanto si era alzato dalla panchina e, quando gli fu esattamente davanti, con sicurezza e senza esitazione gli rifilò un sonoro schiaffo sul viso.

Koi sgranò gli occhi osservandola incredulo, mentre la guancia gli diventava pian piano rossa.

- Questo è per avermi impedito di essere una fujoshi felice. - Esordì con fare leggermente teatrale. - Ovvero, per aver sempre messo in fuga tutti i ragazzi che mi si avvicinavano. -

Poi, senza preavviso, gli si gettò addosso abbracciandolo con forza.

- Questo invece è per avermi protetta per tutti questi anni... Koi. - Gli sussurrò continuando a stringerlo.

- Come sai il mio nome? - Chiese debolmente il rosso, gli occhi che venivano sommersi dalle lacrime.

- Sai, quattro anni fa ho incontrato un bambino durante un temporale, se ne stava solo e triste sulla panchina di un piccolo parco di quartiere. Credo di essere diventata amica di quel bambino, o almeno di essere riuscita a farlo sorridere per un po'. Quando tornai a casa, al telegiornale raccontarono di una famiglia che pochi giorni prima aveva avuto un incidente cadendo con l'auto da un dirupo su una stradina di montagna. La madre e il padre erano morti sul colpo. Il figlio invece, Koi Tetsuya, era scomparso, ma si presumeva che fosse stato sbalzato via dal veicolo a causa dell'urto e che il suo corpo giacesse lì da qualche parte. Tornai al parco, ma di quel bambino non c'era più traccia. Da quel giorno iniziarono a succedermi cose strane: tutti i ragazzi mi evitavano e quando provavo a parlarci scappavano via terrorizzati... Ma non accadeva solo quello, ricordo che un giorno mi si avvicinarono tre brutti ceffi con delle cattive intenzioni, uno di loro mi spinse a terra e io persi i sensi. Quando mi risvegliai i criminali erano svenuti e conciati per le feste. Era stata opera tua, vero? -

True Love Restraint //Yaoi//Where stories live. Discover now