Cap. 35

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L'avevo perdonato, avevo deciso per la prima volta di perdonare qualcuno, non l'avevo fatto neanche con mio padre, ma con lui si, non so il perché so solo che con lui era diverso, lui era quella persona che mi avrebbe fatto crescere.

Eravamo a casa di Ser, sdraiati sul letto e stavamo guardando un film, Le pagine della nostra vita.
Io pensavo a noi, se eravamo davvero quelli giusti, se potevamo essere un qualcosa di più e se tutto ciò era solo finzione o una cosa reale.

"Piccola?" disse lui.
"Dimmi."
"Secondo te, un giorno si rivedranno?"
"Spero di si, si vede che si amano e l'amore vero dura."
"Noi siamo come loro?"
"Un giorno forse lo diventeremo."
"Perdonami piccola, non avrei dov-" lo interruppi.
"Smettila Ser, basta parlare di questa cosa, ti ho perdonato, però basta." conclusi io.
"Non sei la stessa, ti sento."
"Sono solo molto delusa da te, dal tuo comportamento, forse non sei la persona che immaginavo." dissi io amareggiata.
"No non pensare queste cose, io voglio realmente provarci con te, passerò dei guai, ma per te ne vale la pena." disse lui convinto.

"Non voglio stare male."
"Te lo prometto, con me starai solo bene." disse lui avvicinandosi a me, per poi baciarmi.
Aveva ragione, ero strana, le mie labbra non lo baciavano nella stessa maniera.
Si era rotto qualcosa, ma nello stesso momento si era formato qualcosa di più grande.
Rimanemmo abbracciati a lungo, io mi addormentai tra le sue braccia, per la prima volta realmente felice.

...

La mattina venne a svegliarmi Ser portandomi la colazione a letto, quello sarebbe stato l'ultimo giorno lì a Madrid.

"Buongiorno piccola." disse lui baciandomi il collo.
"mhh, buongiorno." dissi io con la voce assonnata.
"Ti ho portato la colazione."
"mi sento importante." dissi ridendo.
"lo sei piccola." disse lui guardandomi dritta negli occhi.
Dopo aver fatto colazione nel letto, ci vestimmo e andammo alla ciudad, per vedere l'ultimo allenamento dei ragazzi, prima di partire per Roma.
Appena arrivati lì, Ser andò a cambiarsi nello spogliatoio e dopo poco uscì e l'allenamento inizio.
Io mi sedetti e iniziai a fare foto con la mia Canon.
"Niñaaa." disse Irina.
"Amor, come stai?" dissi abbracciandola.
"Bene dai, guarda chi ti ho portato." disse spostandosi in modo da farmi vedere il piccolo Junior.
"Junior!" dissi prendendolo in braccio.
"Tiaaa" disse lui stringendomi
"come stai amore?"
"bene tia, mi sei mancata."
"anche tu junior."
Ci sedemmo nella tribuna e mente junior andò ad vedere l'allenamento vicino al mister.
Quando vidi Cris vedere suo figlio mentre tirava i calci al pallone mi scappò un sorriso.
"Sono così uniti." disse Irina.
"Si vede, Cris si preoccupa per ogni minima cosa, sembra una mamma." disse lei sorridendo.
"Vorrei avere anch'io un marito così."
"Ser sarà come lui, mi ricordo un Natale che abbiamo passato insieme, Junior era piccolo, era così dolce con lui."
"Secondo te funzionerà con lui?" chiesi io.
"Si, vedrai. A volte può sembrare un po' stronzo, ma non lo è, ci tiene veramente a te."
"lo spero." dissi io.
Stavamo parlando ormai da un po' quando senti Marcelo chiamarmi.
Guardai il campo e vidi Ser per terra.
Cazzo.
"Scusa Iri, devo andare da lui."
Mi misi a correre verso di lui, quando ad un certo punto Cris mi fermò.

"Ferma qua, adesso lo portano in ospedale."
"Cosa gli è successo Cris?" dissi piangendo.
"Non lo so, andrà tutto bene." mi disse lui abbracciandomi.
"Cris, se lui.."
"Shh, andrà bene, ci siamo noi con te." disse Marcelo aggiungendosi all'abbraccio.
"Cris portami da lui, ti prego." dissi io guardandolo mentre lui mi asciugava le lacrime.
"Vieni con me, lui deve finire un allenamento, mi cambio e arrivo, aspettami qua." disse Marcelo.
"Si, fai veloce."
Mi avvicinai al mister.
"Cosa gli è successo?" chiesi con ancora le lacrime agli occhi.
"Non lo so di preciso, è caduto a terra durante l'allenamento, ora l'hanno portato al nostro ospedale, dove i ragazzi vanno sempre per i controlli." disse lui, sconvolto.
"Va bene grazie, io tra poco vado con Marcelo, non è un problema se non rimane all'allenamento, vero?"
"No, stai tranquilla, appena sai qualcosa chiamami."
"Mister, non ho il suo numero."
"Marcelo, ce l'avrà di sicuro e anche Ser, però te lo do... ecco a te." disse Zidane.
"Grazie."
"Piccoletta, stai tranquilla, ce la farà, lui è forte."
[...]
ANGOLO AUTRICE:
buonasera bellezze, scusate se è da tanto che non pubblico, vi ricordo che il gruppo è sempre aperto.
All the love,
la vostra scrittrice.

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