Cap. 33

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Ser's pov:
Quella ragazza, io la conoscevo, la conoscevo benissimo, è tornata, se questa volta non faccio attenzione me la porta via e io non posso permetterglielo, non di nuovo, non questa volta, non lei.

Salimmo in macchina, misi la cintura e accesi la macchina, ero diretto al cimitero, non è un posto romantico lo so, ma voglio portare Em davanti alla lapide di mio cugino, voglio farle dimostrarle con questi gesti quanto lei sia diventata indispensabile per me, in così poco tempo.

Eravamo lì davanti, lei mi stringeva la mano e mi asciugava le lacrime che mi ero promesso di non far scendere.

"Lui e-era mio cugi-ino." dissi io con voce rotta, poi scoppiai in lacrime, lei mi abbraccio, questa volta non cercò di fermare le mie lacrime, mi abbraccio e rimase tra le mie braccia fino alla fine delle mie lacrime.

"scusa, non volevo piangere." cercai di spiegare io.

"non ti devi scusare, anzi mi fa piacere, ti sei aperto con me, mi hai fatto conoscere il tuo passato." Mentre lei continuava a parlare io mi resi conto che lei si meritava la verità, io le stavo solo mentendo, riempendola di bugie.

"Em, meriti di meglio."

"Per me il meglio sei tu, lo sarai sempre." disse lei con occhi pieni di amore nei miei confronti.

"Grazie." le dissi io, lei non rispose mi baciò, mettendo in quel bacio tutte le parole che avrebbe voluto dirmi.

[...]

Eravamo in macchina verso Madrid, stavamo tornando a casa sua, io mi sarei fermata lì per altri 3 giorni e poi sarei tornata a casa.
La sera, dopo cena mi feci una doccia appena, tornai in camera, vidi lui sul letto che dormiva, mi tolsi l'asciugamano e sentì la sua voce.

"mh, che bel fondo schiena amore."

Raccolsi velocemente l'asciugamano e mi coprii.

"noo, perché ti sei coperta?"

"perché è meglio così, ma tu non stavi dormendo?"

"mi sono svegliato in tempo." disse lui con sorriso malizioso. Mi misi l'inimo, la camicia da notte e mi andai nel letto.
Lui mi tirò a se, e mi diede un bacio sulla testa; mi addormentai pensando a quando fossi fortunata ad avere una persona come lui al mio fianco.

[...]

La sveglia del telefono di Ser iniziò a suonare segno che dovevamo alzarci e lui doveva andare all'allenamento.

"Buongiorno piccola." disse lui abbracciandomi e baciandomi con passione.

"Amore" dissi io cercando di fermarlo.
"Piccola lasciami fare." disse lui
"Hai allenamento, non possiamo." dissi io tirandomi su.

"Hai ragione, si ma sta sera sarai mia."
Io sorrisi preoccupata, non volevo rivivere certi ricordi.

Andò a farsi una doccia e dopo aver fatto colazione, Alvaro, il suo maggiordomo ci accompagno' al campo.

"Alvaro, non venire a prenderci, l'altra volta ho lasciato la macchina qua." disse Ser.

"Va bene signore, per pranzo ci siete?"

"No, siamo fuori. Ci vediamo per cena, forse vengo con dei compagni." disse lui chiudendo la porta.
La macchina andò via, lui si fermò.

"Amore, vieni farai tardi."

"Si certo."

Entrammo e cerano tutti i ragazzi, che lo stavano aspettando.

"Piccolaaa." disse Marcelo stringendomi forte a lui.

"Hermano"

"come stai?" disse lui.

"bene grazie, tu?"

"bene bene, vieni a vedere l'allenamento?"

"se posso si."

"si che puoi, piccola."

Guardai Ser per capire se a lui andava bene, era incazzato, gli avrei parlato dopo.

"Bro, incomincia ad andare io arrivo subito."

"va bene, a dopo bro." mi fece un occhiolino e se ne andò.

"ei, che hai?" dissi guardandolo.

"ci sta provando con te, da quando siamo arrivati, mi da fastidio." disse lui.

Sorrisi e lo baciai, mi avvicinai all'orecchio
"sono tua, da sempre." gli sussurrai.

Mi strinse con tutta la forza che aveva, facendomi mancare il respiro e toccare il cielo con un dito.

"Vai ad allenarti gelosone."
Sorrise e mi baciò.

[...]

Angolo Autrice:
I'm back.
È corto lo so, solo che vi avevo promesso di aggiornare già una settimana fa.
La vostra scrittrice, all the love. 💋

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