Cap. 32

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La madre di Ser, Paqui, ci disse che il pranzo era pronto.
Scendemmo al piano di sotto, e ci sedemmo a tavola.

"Ho preparato la Paiella, spero ti piaccia, appena Sergio mi ha avvisato del vostro arrivo mi sono subito messa al lavoro." spiegò la mamma di Ser.

"Io non sapevo nulla, se no avrei detto a Ser di non farla lavorare così tanto." conclusi io sorridendo.

"Tesoro, dammi del tu e non preoccuparti per mio figlio e per la sua donna farei questo e anche di più." disse lei versando la paiella nel piatto.

Il pranzo si svolse con tutta tranquillità tra una chiacchera e l'altra.
Quando i genitori e Rene' ci salutarono, capii che bella famiglia ha Sergio, ha avuto la fortuna di avere dei genitori stupendi sempre pronti a stare dalla sua parte e ad appoggiarlo nelle sue scelte e poi suo fratello che ha sempre creduto in lui, è commuovente vedere l'amore che circola in questa famiglia.

Siamo usciti da casa dei suoi e andiamo nel garage per prendere la sua macchina, lui mi apre la porta e saliamo, mette in moto e partiamo.

"Piccola, mi senti?"

"Cosa? Stavo pensando scusa dimmi."

"Cosa pensavi?" mi chiese lui, mentre guidava per una destinazione a me sconosciuta.

"Pensavo che hai una famiglia splendida." dissi io mentre lo guardavo concentrato nella guida.

"Grazie piccola, anche la tua lo è." disse guardandomi con aria innamorata.

"Cosa mi stavi dicendo?" dissi io dopo essermi staccata mal volentieri dalle sue labbra.

"Che volevo portati in un posto, va bene?" chiese lui.

"Certo amore."
Si girò di scatto, mi sorrise e solo in quel momento capì di averlo chiamato amore per la prima volta.

"Anche tu." disse lui mettendo la mano sulla mia coscia.

"cosa?" chiesi io non capendo a cosa si riferiva.

"sei il mio amore, anche tu." disse lui.

Lo guardai e sorrisi, capendo di aver trovato la mia esatta metà.
Ser fermò la macchina e scese, mi aprii la porta e mi prese per mano, mi aveva portato in un lago, mi appoggiai alle transenne in legno e lui si mise dietro di me cingendomi con le braccia e in quel momento iniziò a parlarmi di lui.

"Sai quando ero piccolo, venivo sempre qua con mio cugino, vedi quella casa?" disse indicando una casa molto grande in legno "dietro c'è un campetto da calcio, fino a quando avevo 15 anni tutti i pomeriggi li passavo qua, poi tornavo a casa, mi facevo una doccia, e aprivo i libri di scuola." disse lui.

"Perché mi hai portato qua?" chiesi io dolcemente.

"Perché devo raccontarti una cosa importante."

Sorrisi e lui riprese il suo racconto.
"Mio cugino Alvaro, morì a 15 anni, in pochissimo tempo, ad aprile gli dissero che aveva un tumore al cervello, a luglio morì, mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, eravamo qua, stavamo giocando, nonostante la sua malattia lui continuava a venire con me e gli altri nostri cugini qua; giovava in porta quel giorno, cadde a terrà, non cerano i cellulari, non facemmo in tempo a chiamare aiuto che era già andato via, il nostro piccolo angelo."

Mi girai verso di lui, gli asciugai le lacrime che rigavano il suo volto, lo baciai, mi feci coraggio e parlai.
"Non sai quanto mi dispiace, so che sono parole che dicono tutti, però davvero mi dispiace, immagino quanto hai sofferto, tu la tua famiglia e mi dispiace." conclusi io con il magone.

"So che queste tue parole sono sincere, lo vedo nei tuoi occhi." disse lui guardandomi, mi innamorai del suo sguardo illuminato dal sole che mi permetteva di vedere ancor meglio i suoi bellissimi occhi, quasi come se io potessi entrare dentro di lui.
Sentimmo uno scatto, mi girai e vidi una ragazza, che ci faceva una foto, mi avvicinai a lei, tenendo stretta la mano di Ser, come se qualcuno potesse portarmelo via.

"Scusatemi, non ho resistito, eravate bellissimi. Se vuoi te la mando." disse rivolgendosi a me.

"Certo, mi farebbe molto piacere, ti do il mio numero."

Stavo per darle il numero quando Ser mi fermò.

"Può mandartela su Instagram." disse lui.

"È vero non ci avevo pensato, ti dico come mi chiamo e me la mandi lì, sono @/emmarachel."

"Va bene, te la mando subito, ecco fatto."

"Grazie." dissi io sorridendo.

Lei se ne andò e noi tornammo in macchina, appena entrammo in macchina vidi che Ser aveva cambiato stato d'animo, era preoccupato.

"Ser tutto bene?" chiesi io.

"Si certo, stai tranquilla piccola."

[...]

ANGOLO AUTRICE:
Amoriii, sono tornata, scusatemi per la mia lunghissima assenza, vi ringrazio dell'obbiettivo raggiunto, vi adoro.
Al prossimo capitolo che spero di pubblicare tra martedì e mercoledì.
All the love xx.
La vostra scrittrice.

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