Capitolo 40

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HOPE

Nel pomeriggio dopo il giro di visite torno nel mio studio e trovo un mazzo di rose rosse con un bigliettino vicino.
"So che hai accettato di operare Clarissa.
Grazie.
Ti passo a prendere questa sera per andare insieme a cena. Non rifiutare il mio invito. Voglio solo ringraziarti di persona.
Joshua"

Sorrido e prendo il telefono e gli invio un messaggio
"Accetto il tuo invito"

"Alle 21:00 sono da te. Non te ne pentirai"

Alle nove sono pronta, ho indossato un semplice tubino nero con una scollatura a cuore e le mie insostituibili Laboutine.
Noto dalla finestra che Joshua è arrivato.
Gli faccio cenno di aspettare, infilo il trench ed esco di casa.
Dopo un quarto d'ora siamo in un elegante ristorante italiano.
Il mio preferito.
Ci accomodiamo ad un tavolo in terrazza e osservo New York dall'alto.

"Ho sempre amato questo posto"

"Lo so"

Distolgo lo sguardo dal panorama e lo guardo negli occhi, mi sorride e mi prende una mano.

"Grazie per aver accettato di operarla"

Annuisco "non posso prometterti nulla farò il possibile ma c'è la possibilità...."

"Lo so. Ma ora non pensiamoci,godiamoci questa serata"

Noto che i camerieri cominciano a portarci da mangiare il tutto accompagnato con del vino bianco.
"Mi sono permesso di ordinare quando ho prenotato. Ti va bene?"

"Conosci i miei gusti va bene così"

Annuisce e cominciano a cenare in silenzio.

"Ho incontrato Alyssa e Jonas durante la mia specializzazione"

Lascio le posate e lo invito con lo sguardo a continuare a parlare.

"Avevano con loro Clarissa era così piccola e indifesa. Mi sono preso forse una responsabilità più grande di me. Ma Clarissa ha vissuto la sua infanzia in ospedale ed ho fatto il possibile per non farla soffrire.
Sai il mio lavoro così come quello degli altri miei colleghi non è semplice.
Voi operate un tumore o altro e poi mandate i pazienti da noi.
In questi anni ho dovuto dire a famiglie che non c'era possibilità di salvarsi per i loro cari.
Ma quando nelle mie mani arrivavano dei risultati positivi di un paziente sapevo di aver fatto un buon lavoro.
Lo scorso anno nel mio reparto è morta una ragazzina di 14 anni, era anni che combatteva contro qualcosa più grande di lei alla fine ha vinto il male e lei è andata via.
Combatteva tutti i giorni quella ragazzina, ma negli ultimi giorni di vita aveva perso la voglia di vivere, non dimenticherò mai una sua frase "fai felice gli altri bambini come sono stata felice io con te in questo orrendo posto."
In tutti quei bambini che mi capitano vedo il volto di Clarissa e il volto di Marlene la ragazzina che è morta.
Voglio dare una possibilità a Clarissa per tutti quei bambini che il 15% di salvarsi non lo hanno.
Io amo questo lavoro ma a volte lo odio, vorrei salvare tutti ma non posso.
Ho deciso di occuparmi maggiormente di bambini, e ragazzi.
Ho visto medici freddi e distanti che non hanno mai saputo far loro un sorriso.
Ho visto bambini piangere e disperarsi  per il dolore che provavano e so che ne vedrò altri.
Non potrò essere il medico di tutti ma voglio dare una speranza in più a quante più persone possibili.
So che non sei d'accordo Hope ma quando avrò le quote ho deciso di aprire il mio solo reparto anche a chi non se lo può permettere.
A chi non ha soldi e non può curarsi.
Non lo faccio per mostrarmi o crearmi una reputazione da buon samaritano ma a Londra in ospedale ho visto arrivare persone in fin di vita proprio perché non avevano il denaro per curarsi. Non darò questa possibilità a tutti, valuterò i casi più gravi e coloro che non hanno davvero denaro per permettersi cure, andrò avanti con o senza il vostro permesso"

"Lo puoi fare Joshua sei tu il primario, è il tuo reparto ti appoggerò. Ma nel mio reparto non lo farò"

"Sono d'accordo con te e ti ringrazio che non mi sbarrerai la strada"

"Sai Joshua solo ora mi rendo conto che non sei più un ragazzino, sei un uomo così come io sono una donna."

"Una bellissima donna"

Sorrido e gli prendo una mano "amici Joshua possiamo essere amici ed essere felici"

"Forse a me l'amicizia non basta ma se è solo questo quello che puoi darmi accetto."

JOSHUA

Contemplo la bellezza di Hope durante la cena.
"Ti va di andare a ballare? Da amici?"

Scoppia a ridere e accetta.
Ci rimettiamo in auto e decido di dirigermi verso un club.
"Sai pensavo che andavamo da Marcus"

Gli lancio un occhiataccia "molto spiritosa Hope"

"Dai stavo scherzando andiamo a ballare"

Quando entriamo veniamo accolti da una cameriera che ci porta in un piccolo privè.
"Cosa vi porto signori?"

"Una bottiglia di champagne"

Poco dopo ritorna la cameriera e ci versa due flûte di champagne.
Sia io che lei prendiamo i nostri flûte e brindiamo.
"Alla nostra amicizia Joshua"

Scuoto la testa e sorrido "alla nostra amicizia"

Poco dopo andiamo in pista a ballare e puntualmente il dj inserisce un lento.
Sembra destino che io e Hope ogni volta che ci ritroviamo a ballare, veniamo invasi dalle note  di canzoni romantiche.

"Mi concedi questo ballo?"

"Volentieri"

La prendo tra le mie braccia e lentamente appoggia la testa sulla spalla lasciandoci invadere dalla canzone.
"Era questo che ho sempre voluto con te Joshua"

La allontano lentamente da me e le alzo il viso.
Ha gli occhi lucidi, sta per piangere.
"Hope"

"Ti ho detto una cazzata"

Riappoggia la testa sulla mia spalla e continua a parlare "una tremenda cazzata. Perché noi due non potremmo mai essere amici"

Le accarezzo una spalla, mentre balliamo e sento che trattiene il fiato per poi rilasciarlo.
"Ti amo Joshua. Ti ho sempre amato maledizione"

Il mio cuore inizia a battere ad una velocità assurda, sento che il mio cuore rotto si sta ricomponendo.
Le alzo lentamente il viso e vedo le lacrime bagnarle il volto.
"Hope non piangere"

"È la prima volta che piango da quando sei partito"

"Hope ti amo anch'io. Ma questo lo sai da quando sono tornato. Ti amo ed ora andrà tutto bene te lo giuro"

Mi avvicino al suo volto e la bacio e per la prima volta lei ricambia volentieri e con passione.
Un bacio che suggella la nostra unione.
Ora so che andrà tutto bene.
Eh so che Hope Marie un giorno diventerà mia moglie, e la mamma dei nostri bambini.

Ti amo...ma non posso 3Where stories live. Discover now