Quella stupida e inutile allegria

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«Guardala, è insopportabile! Come fa a essere così fastidiosa già alle sette del mattino?» esclamò, indispettito, lanciando un'occhiataccia alla biondina che muoveva i fianchi a un ritmo di musica che proveniva dalle cuffie oversize che aveva in testa.

Era così ogni santo giorno; saliva sulla metro e se la trovava davanti, che ancheggiava come un'ossessa, infischiandosene delle occhiatacce che le venivano lanciate.

«Scommetto che un giorno o l'altro si metterà a cantare. Allora sarà il momento in cui qualcuno si deciderà a buttarla giù dalla metro in corsa» sputò il ragazzo, posando gli occhi scuri e severi sulla tipa, che non se ne accorse perché teneva i suoi chiusi.
«Sei troppo esagerato. È solo una ragazzina, lasciala perdere. Non guardarla e vedrai che non ti darà più alcun fastidio.»
Lui però non poteva evitarlo. Lei lo irritava enormemente, con quella sua aria gioiosa e positiva.
Che cosa aveva da essere così allegra? Lui di certo non aveva nessun motivo per sorridere, né tantomeno gli sarebbe venuta la voglia di ballare. Aveva scoperto che la sua ragazza lo tradiva, dopo sei anni che stavano insieme, e rischiava di perdere il lavoro, a causa dei tagli al personale.
No, non sopportava quella stupida biondina la cui unica preoccupazione nella vita sembrava essere ballare come una deficiente.

*

La vita era così bella, come si faceva a non sorridere in una giornata di inizio primavera come quella? Il sole splendeva nel cielo, i fiori stavano sbocciando di nuovo e la città si colorava di mille colori e si riempiva di profumi. Addio al grigiore dell'inverno, benvenuta allegra primavera!

Arrivò in ufficio canticchiando. Amava la primavera, era la sua stagione preferita. Peccato che, una volta che fosse passata, sarebbe dovuto trascorrere un altro anno prima che tornasse.
Però, com'era bello godersi quei primi caldi raggi di sole e osservare tutti quei colori. La indispettiva il fatto che avrebbe dovuto trascorrere il resto della giornata chiusa in ufficio, quando fuori il mondo era così fantastico.
Svolse le sue mansioni saltellando di qua e di là, trattenendo a stento la voglia di cantare. Ripensò alla voce che aveva sentito quella mattina sulla metro. Qualcuno aveva detto che era insopportabile, fastidiosa, che se avesse cominciato a cantare l'avrebbero buttata giù dal treno. Lei aveva tenuto gli occhi chiusi. In realtà in quel momento la batteria del suo lettore mp3 si era scaricata e la musica si era fermata.
Non la sua voglia di ballare, però. Lei non intendeva permettere che un commento del genere la fermasse. Sapeva che al mondo c'era gente più triste e depressa di lei, anche se non ne capiva minimamente il motivo.
Cosa si guadagnava sprecando ore preziose, persino giorni, a essere tristi?
Per questo non le dispiacque più di tanto quando, a fine giornata, le comunicarono che aveva perso il lavoro.
«Abbiamo trovato qualcuno più preparato di te» le dissero.
Sapeva che non era quello il motivo, ma non le importava, avrebbe avuto più tempo per godersi la primavera.

Sulla metro, di ritorno a casa, ballò senza musica e sentì di nuovo la voce di quella mattina.
Questa volta aprì gli occhi e individuò chi aveva parlato. Si trattava di un bel ragazzo moro, con gli occhi scuri che si distolsero da lei e si spostarono sull'amico che stava al suo fianco.
«Non capisco cosa cavolo abbia da ballare quella. Dopo una giornata di merda come questa, avrei solo voglia di prendere a schiaffi la gente così inutilmente allegra.»
Fu più forte di lei, quando lui la guardò di nuovo con disprezzo, gli sorrise, radiosa. Che motivo aveva, del resto, per mostrarsi diversamente?

***

Ciao a tutti! Questa storia l'ho scritta di getto ed è davvero molto breve (una decina di pagine in word). Non sono solita scrivere racconti così brevi, ma ho voluto farlo, perciò le scene che ho descritto sono focalizzate sui momenti cruciali della vicenda. Ho scelto di non descrivere troppo i personaggi e inizialmente di non dare loro un nome perchè volevo provare qualcosa di diverso da ciò che scrivo di solito. Spero che la narrazione in terza persona risulti gradevole, a parte qualche lavoro a quattro mani con un'amica, scrivo sempre in prima persona ed ero un po' fuori allenamento.

Grazie mille a chi leggerà o seguirà :)

Maria C Scribacchina

Le cose che vorrei cambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora