Capitolo 1

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Guardo fuori dal finestrino della macchina. Ci siamo. Nuova scuola, nuova gente, nuova vita, senza mia madre accanto a me e costretta a stare con quello stronzo di mio padre. I miei hanno divorziato da 4 anni ma l'ordinanza per la custodia esclusiva è arrivata solo un mese fa. Mio padre aveva vinto, quindi addio New Jersey e benvenuta Manhattan! Il mio appartamento e la mia scuola si trovano proprio qui. La Abraham Lincoln High School, una sorta di scuola privata, con tutte le caratteristiche, mensa, divise e studenti dalle famiglie più ricche d'America. L'autista di mio padre mi fa scendere dall'auto e mi porge il mio zainetto, e mi dirigo verso l'enorme cancello di ferro della mia futura scuola. Mio padre non si è nemmeno preso la briga di accompagnarmi. Troppo occupato, dice. Lavora a Wall Street, per questo posso permettermi lussi che certe persone non hanno, come il cellulare sempre all'ultimo modello, capi firmati, un autista sempre a mia disposizione e una carta di credito sempre piena da utilizzare. Ma tutte queste cose non possono sostituire l'amore che lui non mi da. Mi metto lo zaino in spalla e mi sistemo la gonna a tartan rossa, grigia e blu e mi faccio coraggio ad entrare in questa struttura di mattoni rossi. Guardo l'orario e leggo "letteratura inglese nell'aula 2". Trovo facilmente l'aula e appena entro vedo tutti i miei compagni di classe che urlano come scimmie e si lanciano palline di carta e sputo. "Meno male era una scuola per bene" penso. Guardo i gruppi di gente e il mio sguardo si posa su lui. Un ragazzo bello, moro, con gli occhi azzurri e distratta cado per terra inciampando sui miei stessi passi e dai lacci delle scarpe, perché non avevo mai visto così tanta bellezza. Il rumore della classe si placa, tutti si girano e sento una risata, poi una poi un'altra. "Chi è questa deficiente!?!? hahaha" sento ridere. Mentre tento di rialzarmi vedo quel ragazzo che ride più sguaiatamente di tutti. "Mi si sono rotti gli occhiali, accidenti". Iniziamo malissimo. Mi siedo in prima fila a banco unico perché mi vergogno troppo di mettermi accanto a qualcuno. Ogni tanto getto un occhiata dietro e noto che mi stanno facendo il verso, ma non vedo bene per le lenti rotte e vedo che lui, mi sta facendo il verso. Mi alzo stizzita e vado verso di loro barcollando un po'.
«Potreste evitare grazie?» dico al gruppo misto di ragazze e ragazzi.
Tutti mi ignorano e continuando a farmi il verso, "non importa" penso. Torno a sedere, però faccio di tutto per ricacciare indietro le lacrime. Entra il professore e appena entra sono l'unica ad alzarmi. "Che irriverenti" penso, e ovviamente tutti si mettono a ridere. Lo immaginavo ed è di nuovo lotta contro il mio corpo per non piangere. La lezione passa lentamente tra gli schiamazzi dei miei compagni, che non perdono occasione di ridere ad ogni mia mossa.
Il prof. Inizia a fare l'appello: Heater Bay, Zach Boat, Ryan Baker, Jordan Evans, Autumn Foster ... Altri nomi... E poi io...

«Emily Green?»

Con voce tremante rispondo «Pr-presente»

«E così ti chiami Emily? Che nome da santarellina!»

È di nuovo lui! Detto da lui fa particolarmente male. Mi sento così sciocca per averlo notato appena entrata... Il professore continua l'appello: Jasmine Malik, Juan Rodriguez e una sfilza di nomi dopo...

«Josh Johnson?»

«BELLA PROF! MA VOGLIO ESSERE CHIAMATO JJ!!»

«Stia zitto Johnson o vadi fuori dalla classe».

Josh Johnson si alza e ridendo si prepara ad uscire con le risate generali di tutta la classe...tranne me.

«E fattela una risata Green!» dice rivolto a me, prima di sbattere violentemente la porta.

Il prof inizia a parlare del programma di terza, iniziamo da Shakespeare. Dice che dobbiamo comprare tutte le opere e leggerne uno a scelta per due settimane da qui, fare un riassunto e parlare in classe dell'opera esponendo se ci è piaciuto o no e cose del genere. Suona la campanella e guardo l'orario. Aula 6, Matematica e Fisica. Andavo bene in matematica e fisica, amo ragionare con la logica, mi sembra una cosa così naturale. Appena entro decido di mettermi accanto a una ragazza con i capelli tagliati corti come un ragazzo. Dal viso sembra simpatica. Mi siedo e le porgo la mano e ricambia con una stretta forte.

«Sono Megan Young, sei nuova?»

«Si, sono nuova, sono arrivata qua a New York da una settimana, sono Emily Green!» le dico sorridendo.

Mi piace il suo atteggiamento. La professoressa di Matematica e Fisica è vecchia con i capelli rossi tinti, orribile. Inizia la lezione sulle disequazioni di secondo grado, semplicissimo. La prof ci consegna un foglio con 10 disequazioni da consegnare per domani, ma io le finisco all'istante e gliele consegno subito.

«Prof ho fatto!»

«Avevo detto che erano per domani... tu sei? Bay? no no Bay è nell'altra classe...»

«Sono Green, sono nuova»

«Cambia nulla, consegnami il foglio».

Le do il foglio e lo legge velocemente, spalanca gli occhi e capisco di essere stata brava, come sempre.

«E'...E' incredibile, sei bravissima! Andremo molto d'accordo noi due!.» e mi rivolge un occhiolino, forse questa giornata non è stata proprio orribile penso mentre suona la campanella. Esco dalla classe, e mi dirigo verso l'uscita della scuola. Arrivo alla macchina ed entro.

«Ciao Richard, portami in libreria per favore.»

«Ciao Principessa» dice sorridendomi. Il mio autista è più amorevole di mio padre.

Richard parcheggia ed entro in libreria, prendo un carrellino e compro tutti i libri di Shakespeare. Ho speso quasi 300$ ma a mio padre non interessa quanto spendo o per cosa.

Appena torno a casa mi faccio una doccia e il mio desiderio è quello di dormire subito, senza nemmeno pranzare. Mi sdraio sul letto. Stento a chiudere gli occhi, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è la scuola, e quei bellissimi occhi blu, blu come l'oceano, che dovrei odiare, ma senza riuscirci davvero.




Note autrice:

Ciao! Questa non è la mia prima storia, è solo un account diverso!!! Spero vi piaccia e fatemelo sapere con un commento! lo spero davvero tanto...💞


Tu sei la mia fine.Onde histórias criam vida. Descubra agora