[A marzo del 1945 viene trasferita nel lager di Bergen-Belsen. Il comandante Josef Kramer vorrebbe mandarla in un altro campo, ma lei lo prega di farla rimanere perché nel frattempo ha cominciato una relazione con un ufficiale delle SS trasferito in quello stesso campo. La sua richiesta viene accolta]

Il 15 Aprile le truppe inglesi entrarono nel lager di Bergen-Belsen per liberare i prigionieri. I soldati rimasero scioccati da quello che videro. Un luogo costruito per ospitare ottomila persone ne conteneva centomila tra uomini, donne e bambini; ovunque mucchi di cadaveri putrefatti, mentre i sopravvissuti erano solo grandi occhi spalancati sui liberatori. Gli inglesi parlarono con Josef Kramer, che si mostrò gentile e disponibile tanto da ordinare all'orchestra di musicisti ebrei di suonare qualcosa per accogliere i nuovi venuti. Alle spalle degli orchestrali giacevano diecimila cadaveri insepolti e altri quarantamila si trovavano nelle fosse vicino al campo.
[Irma viene arrestata insieme ad altri. Nel frattempo arrivano al campo i legali inglesi per iniziare gli interrogatori. Durante un intervista un giornalista chiede sprezzante a Irma “Ma non hai una coscienza?” la raggelante risposta è “No, la mia coscienza è Adolf Hitler”. Irma viene accusata di crimini di guerra sulla base della testimonianza dei sopravvissuti. Il processo contro Josef Kramer e 44 SS, di cui 19 donne, per genocidio inizia il 17 Settembre 1945]

Il pubblico ministero, colonnello T.M. Backhouse, dichiarò che Irma era “la peggiore donna del campo”. Quando fu proiettato un filmato sulla liberazione dei lager, lei non mostrò alcuna emozione ma si aggiustò i capelli e si soffiò il naso. Il suo difensore, il maggiore L.S.W. Cranfield, disse che non c'erano dubbi che l'imputata Grese avesse commesso delle atrocità a Birkenau e a Bergen-Belsen, tuttavia secondo lui la sua partecipazione ai crimini era stata minima: “Irma Grese faceva parte del sistema, eseguiva gli ordini, a volte doveva difendere la sua stessa vita, altre doveva mantenere la disciplina. Le testimoni Dora Szafran e Ilona Stein che la accusano stanno sicuramente esagerando!”. Chiese a Irma come agissero i prigionieri posti sotto la sua sorveglianza. “All'inizio, quando ce n'erano pochi e avevano cibo sufficiente si comportavano bene” disse lei “In seguito quando sono diventati trentamila, si sono trasformati in animali. Nel momento in cui arrivavano le donne con il cibo c'erano sempre dei gruppetti nascosti che le assaltavano per derubarle. Lo stesso per l'igiene: scomparsa. Le prigioniere usavano ogni angolo del campo come latrine e le vere latrine venivano intasate con ogni sorta di oggetto e smettevano di funzionare”. Il pubblico ministero chiamò a deporre la prigioniera ungherese Ilona Stein. “Nel Luglio 1944 stavo lavorando nella cucina di Birkenau quando vidi una donna andare verso la rete divisoria per parlare con sua figlia che si trovava in un'altra sezione del campo. Irma Grese, che stava passando in bicicletta, scese immediatamente, si tolse la cintura di cuoio e colpì la donna. Poi la prese a pugni sul volto finché non la vide stramazzare in terra e allora la calpestò. Quella prigioniera fu ricoverata per diverse settimane in ospedale. Spesso ho visto l'imputata partecipare, insieme al dottor Mengele, alle selezioni delle prigioniere da mandare alle camere a gas. In una di queste, nell'Agosto del 1944, ci furono più di duemila donne scelte per la morte. A volte le condannate si nascondevano sotto i letti ma Irma le trovava e le frustava finché non cadevano al suolo esanimi. A Settembre una donna raggiunse la figlia in un'altra fila durante le selezioni e Irma ordinò a una SS di spararle. Fui io a portare via il corpo” “Irma l'ha mai frustata?” “Non in cucina dove lavoravo, ma un giorno mi vide mentre parlavo con una conoscente attraverso il filo spinato e cominciò a picchiarmi” “Ha visto l'imputata frustare molte prigioniere?” “Più ad Auschwitz che a Bergen-Belsen”. Venne chiamata a testimoniare anche Gisella Perl, il medico che aveva praticato l'aborto su Irma. Gisella disse: “Grese era la più bella ragazza che avessi mai visto. Il suo corpo era perfetto, il viso dolcissimo, gli occhi azzurri erano angelici, i più gioiosi che si potrebbero immaginare. Eppure era la più depravata, crudele e pervertita donna che io abbia mai incontrato”.

Durante le testimonianze, Irma prendeva appunti su un taccuino, scuoteva la testa, a volte rideva sommessamente. Solo una volta pianse e fu mentre deponeva sua sorella Helene. “Lei pensa che una persona come sua sorella possa aver picchiato i prigionieri che erano sotto il suo controllo?” chiese il pubblico ministero. “No” affermò con decisione Helene “Quando andavamo a scuola spesso scoppiavano liti violente fra le ragazze, e Irma invece di partecipare scappava via” “Quando sua sorella tornò a casa, vi raccontò cosa faceva nel campo di concentramento?” “Ci riferì che supervisionava i prigionieri che lavoravano nel complesso e che doveva stare attenta che svolgessero bene i loro compiti e non cercassero di fuggire. Noi le abbiamo chiesto cosa mangiassero quelle persona e cosa avessero commesso per essere chiuse nel campo. Lei rispose che non aveva il permesso di parlare ai prigionieri e per questo non sapeva di cosa si nutrissero” “Perché quella volta vostro padre si arrabbiò con lei?” “Perché odiava le SS. Tutte noi ragazze volevamo entrare nelle BDM ma non ci diede mai il permesso. Comunque io non ho più visto mio padre dall'Aprile del 1945”.

Una delle imputate, Helena Kopper, riferì che era abitudine di Irma Grese scegliere delle prigioniere ebree e ordinare loro di portare qualcosa oltre la rete divisoria del campo. Quando le donne si avvicinavano alla rete venivano minacciate dalle guardie, ma poiché Irma selezionava solo coloro che non parlavano il tedesco, queste proseguivano perché non capivano gli ordini e venivano uccise. Secondo Helena, Irma Grese era responsabile almeno di trenta morti al giorno in conseguenza di questo macabro gioco, ma ne uccideva molte di più in altre occasioni. 35jdrfp

Dora Szafran, un'ebrea polacca di ventidue anni, disse di aver visto Irma frustare a morte una ragazza nella cucina di Bergen-Belsen, due settimane prima che arrivassero gli inglesi. “Ad Auschwitz sparò a due donne che cercavano di fuggire dalla finestra per evitare la selezione. In quel campo aveva una pistola mentre a Bergen-Belsen usava la frusta. Era una delle poche donne tra le SS che avesse il permesso di portare armi”. L'avvocato difensore chiese a Irma di commentare quelle dichiarazioni. “Dora Szafran l'ha accusata di aver ucciso due ragazze ad Auschwitz perché volevano sottrarsi alla selezione. E' vero?” “Non ho mai uccido una prigioniera!” esclamò Irma. Il pubblico ministero le chiese della frusta foderata di cellophane che si era fabbricata da sola, descritta da diverse prigioniere. “E' vero che anche il suo comandante le chiese di smettere di usarla?” “Sì” “A Birkenau lei aveva anche un bastone da passeggio e a volte usava questo invece della frusta per punire le prigioniere, è vero?” “Sì” “Le era permesso picchiare le prigioniere?” “No” “Così quando ha dett di aver semplicemente eseguito gli ordini dei superiori ha mentito. Lei ha usato la frusta e il bastone contro le regole, è vero?” “Sì” “Lei era l'unica a picchiare le prigioniere e andare così contro le regole?” “Non lo so” “Ha mai visto altre sorveglianti picchiare le prigioniere?” “Sì” “Avevano l'ordine di farlo?” “No” “Ha mai ordinato ad altre sorveglianti che lavorano per lei di picchiare le prigioniere?” “Sì” “Aveva l'autorizzazione per farlo?” “No”

Le testimonianze oculari, la parziale confessione dell'imputata, il suo atteggiamento arrogante durante gli interrogatori resero inutile tutto il lavoro svolto dall'avvocat difensore. Il 17 Novembre il presidente del Tribunale, il generale Berney-Ficklin, lesse il verdetto per l'imputata numero nove, Irma Ilse Ida Grese: “Il tribunale degli Alleati ha giudicato Irma Grese colpevole di genocidio e di strage e l'ha condannata a morte mediante impiccagione”. Delle diciannove imputate, solo tre vennero condannate a morte: Juana Bormann, Elisabeth Volkenrath e Irma Grese.

[Viene chiamato il boia inglese Albert Pierrepoint. Tredici persone devono essere impiccate tutte nella stessa giornata, un caso unico in Inghilterra. La mattina del 12 Dicembre Albert ispeziona il patibolo, quindi misura e pesa i condannati per scegliere la corda migliore. Irma si presenta alla pesa sorridendo. La sera prima dell'esecuzione, i condannati ricevono una porzione extra di salsiccie, panini e caffè, e le donne passano la notte a cantare inni nazisti. Il mattino dopo tutto è pronto per l'esecuzione]

Albert andò nella cella di Irma Grese e le legò i polsi chiedendole di seguirlo. La ragazza percorse il corridoio e, arrivata davanti al patibolo, salì velocemente i sette gradini e si posizionò nel punto che il boia le aveva indicato. Baciò un crocifisso che il sacerdote le tendeva e chiuse gli occhi. Mentre le infilava il cappuccio, Albert Pierrepoint la sentì dire “Schnell!”, Presto! Irma Grese aveva 22 anni. Fu la donna più giovane giustiziata dagli inglesi nel Ventesimo secolo e anche la più giovane sorvegliante dei lager a venire impiccata.

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