Capitolo 49.

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Capitolo 49.

Portami via da qui.

Il tempo passa così velocemente, che suona la campanella.
Vado nel laboratorio di arte ed inizio a dipingere. Intanto il professore gira tra i banchi e si ferma vicino al mio disegno.
"Roberts che cosa sta' disegnando?" Interrompe i miei pensieri.
"Sinceramente non lo so..."
Guardo il mio disegno e vedo solo tanti girasoli.

"Si concentri."

"Sì, mi scusi." Dico scuotendo la testa.

Ed anche quest'ora termina velocemente.
Inglese, letteratura e storia sono una passeggiata.
L'ultima ora non entro in classe, e rimango vicino al mio armadietto da sola.
"Allison che cosa stai facendo qui?" Mi volto improvvisamente, e vedo Megghy venire verso di me.
"Prendo un po' d'aria." Invento una scusa.
"Senti Allison... Stamattina cosa voleva dire Kim?"
"Ci sono cose che non posso dire... Non ne ho il coraggio."
"Allison sei mia sorella, lo sai vero?"
"Preferisco aspettare, Megghy."
"Se per te va bene così..." Dice allontanandosi, e andando in classe.
Rimango lì, aspettando che anche quest'ora termini per poter poi tornare a casa mia e preparare le valigie.

*3 p.m.*
Apro la porta di casa mia e mi ritrovo Cameron davanti.
"Allison dobbiamo parlare." Dice, guardandomi.
"Ora non posso, sono impegnata." Dico correndo.
Salgo in camera velocemente, ma lui mi segue.
"Allison fermati." Cerca di calmarmi.
"No, devo trovare la valigia rossa, aiutami a cercarla."
"Cerca di calmarti." Quasi grida.
"Ah, eccola. È sotto il letto."
Apro l'armadio ed infilo tutto nella valigia, senza neanche pensarci due volte. In quel momento ero nervosa ma allo stesso tempo avevo paura... tanta paura.
Chiudo la valigia e prendo il cellulare.
"Allison fermati!" Dice prendendomi le mani.
"Cameron tu non sai niente!"
"Si invece! E così non risolverai nulla. Non puoi sempre scappare. Sei consapevole di cosa hai nascosto alle tue amiche, quindi basta."
"Vado a Milano o a Miami?"
"Dimmi che non sei seria."
"Invece lo sono! Non voglio essere presente quando Kim dirà tutto."
"Ma Allison cosa stai dicendo?!"
"Cameron lasciami in pace."
Prendo la valigia e mi avvio verso la porta.
"Ally no!" Dice prendendomi in braccio.
"Cameron lasciami!" Dico piangendo e dandogli dei piccoli pugni sul petto.
Piango insistentemente, e lui mi abbraccia per calmarmi.
Rimango lì, tra le sue braccia e forse è l'unica cosa che mi fa star bene.
"Qui stai bene."
"Qui no, ma tra le tue braccia si."

Io e Cameron ci guardiamo negli occhi.

Mi manca tantissimo, e da quando è arrivata Jenny, è stato tutto distrutto da lei. Ha rovinato il mio rapporto con Cam, e questo mi ha fatto soffrire tantissimo. Mi mancano questi momenti, mi manca il suo sorriso, mi manca la sua acidità che contemporaneamente era la cosa più bella di lui. Mi manca semplicemente lui.

Quel momento viene interrotto dall'arrivo di mio padre.
"Ragazzi cosa sta succedendo qui? Perché stai piangendo?"
Mio padre guarda la valigia affianco a me, e capisce tutto.
"Dove avevi intenzione di andare?"
"Non lo so, papà."
"Stai bene?"
"Si, ora si." Gli rispondo.
"Va bene." Si allontana e scende giù.

''Cameron, non raccontare a Charlotte tutto.''
"Come puoi pensare che io possa fare una cosa del genere?''
"Sì, scusami. Hai ragione...''

Intanto mi siedo, perchè sono esausta. Cos'altro può succedere nella mia vita? Non sarei capace di riassumere tutto in poche parole.

''Hai lo stesso intenzione di partire?'' Mi chiede preoccupato.
"Chi lo sa...'' Mi fermo con semplici parole, poi continuo.
"Cameron, io non posso più continuare così. La mia vita adesso è contorta, piena di casini, e non riesco ad andare avanti. Prima era tutto più semplice. La mia adolescenza è stata distrutta da mia madre che era confusa e stava cercando di uccidermi. Io non l'ho perdonata del tutto. Come può una madre uccidere la propria figlia? Hai mai immaginato una cosa del genere? Ad ogni occasione cerco di scappare e so che prima o poi accadrà. Fuggirò da tutto, cercando di tornare nel mio paese. Ero una semplice ragazzina che scriveva e cercava di realizzare il suo sogno, e poi? Tutto distrutto. Spero di non affrontare la stessa situazione in futuro. Non vedo l'ora di andare al college...''
"Ally, per qualunque cosa puoi contare su di me, lo sai vero?'' Dice afferrando la mia mano.
"Grazie."

*11 p.m*
È stata una giornata abbastanza lunga, e ora ho bisogno solo di dormire. Ma come posso con questo peso? Come posso rimanere qui, a dormire nel mio letto con questo peso? Come fai a non sentire il bisogno di voler scomparire, e di far finta che questo sia un sogno?
Un lungo sogno...
Ricordo quel sogno che feci in quel posto, che non ho neanche il coraggio di nominare. È stato come se fosse un'avvertenza...
Conoscevo Cameron, e mio padre era un drogato. Preferisco molto di più questa vita. Forse da quando ho saputo che mia madre è viva, mi sento risollevata. Un peso in meno nella mia vita.
I miei pensieri vengono interrotti da un messaggio. Accendo il cellulare e tra le notifiche vedo un messaggio di Cameron. Il suo messaggio mi fa sorridere istantaneamente. Il suo 'Come stai?' mi fa sentire improvvisamente bene. E non mento quando dico che vorrei solo lui nella mia vita. Rispondo al messaggio, e appena spengo il cellulare, lo riaccendo perché sento suonarlo. Ma questa volta non è Cameron, ma è un messaggio da parte di Kim.
'Per te è finita... Ci si vede domani Roberts."
La paura nasce dentro di me, e senza pensarci due volte mi alzo e rifletto appoggiando la testa tra le mani. Ma in questi casi non ci sono soluzioni. Con le lacrime agli occhi prendo la valigia che prima non ho disfatto e prendo velocemente un foglio ed una penna per scrivere una lettera, come fece mia madre.
"Papà, se stai leggendo questa lettera, significa che in questo momento stai cercando di trovarmi, anche se non servirà a nulla. Non dirò dove sono, ma sappi che sto bene. Sono andata via perché qui non sto bene, e ho paura del mio segreto. Forse è troppo forte ed io sono troppo debole. Vi chiedo di non cercarmi perché starò bene. Ho portato con me tutti i miei risparmi. Kim Reller vuole sbandierare a tutti il mio segreto, quindi vi prego, non reagite male. La vostra reazione mi ha portato a fare questo passo. Non sono una psicopatica, ma semplicemente ho paura. Paura di quello che mi circonda. Spero di tornare. Vi amo, Allison."
Chiudo la lettera e senza farmi sentire esco di casa.
Mi avvio alla stazione per poi raggiungere l'aeroporto.
Alle 2 di questa notte prenderò l'aereo per andare a Milano.

Portami via da qui.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora