Capitolo 1 - risveglio

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Tutto intorno a lei aveva l'odore della morte, fu la prima cosa che sentì quando si svegliò. Aveva le narici piene di quell'insopportabile olezzo. La testa le sembrava sul punto di esplodere e quando cercò di muoversi scoprì di avere anche il resto del corpo dolorante.Considerando che tutto intorno a lei puzzava di cadavere, una situazione del genere poteva non essere del tutto negativa. Rispetto a coloro che le stavano accanto, era probabile che fosse fortunata a essere ancora in vita.

La vista le funzionava bene: era un passo avanti. Provò a tirarsi su, ci riuscì senza grandi difficoltà, ma i guanti erano lacerati in più punti. Al di sotto, la sua pelle era stata graffiata, ma si trattava di ferite superficiali. Anche gli indumenti che indossava erano rovinati, tuttavia non trovò alcuna ferita grave e gli stivali sembravano in buono stato. Le tempie pulsanti contribuivano a renderle difficile anche il semplice pensare, ma non poteva permettersi il lusso di perdere tempo.

Una volta finito di esaminare se stessa, passò all'ambiente intorno a sé: era circondata da cadaveri e dovette allontanarsi dal luogo in cui si era svegliata per individuarli tutti. Erano ventisette, per l'esattezza, e, a giudicare dagli abiti che indossavano,c'era stato uno scontro che aveva coinvolto sia quelli che sembravano essere militari, sia dei civili. Dodici cadaveri, cinque donne e sette uomini, indossavano abiti civili; quindici erano invece in armatura, nove maschi e sei femmine. Tentò di imprimersi nella testa quei numeri, potevano sempre tornarle utili. L'istinto le suggerì di rubare una spada a uno dei soldati, visto che non ne avrebbero certo sentito la mancanza. Il tanfo che aleggiava le dava il voltastomaco, ma era più urgente difendersi, o almeno avere qualcosa per provare a farlo, quindi si avvicinò a uno dei corpi. Riuscì ad appropriarsi anche del fodero e se lo agganciò alla cintura. In questo modo non sarebbe stata disarmata.Un altro passo avanti.

A giudicare dall'odore e dall'aspetto, quelle persone dovevano essere morte da qualche giorno, quindi suppose di essere rimasta addormentata molto a lungo e forse quella condizione spiegava il dolore alla testa che non le dava pace. Si chiese se fosse sopravvissuta solo lei, o se i superstiti non si fossero preoccupati di sbarazzarsi dei cadaveri e se l'avessero scambiata per un corpo privo di vita, o se invece fossero fuggiti, magari proprio da lei.Cercò allora degli indizi che la portassero a propendere verso o l'una o l'altra ipotesi, ma non trovò niente che potesse esserle d'aiuto.

Si trovava in un bosco e, a giudicare dal sole alto oltre la cima degli alberi, era pieno giorno. Intorno a sé non vide nient'altro che alberi. Trattenne il fiato per udire qualsiasi genere di suono, ma non sentì nulla.

Si trovava in mezzo al nulla. E in mezzo ai cadaveri.

Aveva sete e i bisogni fisiologici si rivelarono più forti dello schifo che suscitava in lei l'idea di dover frugare tra i corpi privi di vita. Trovò una borraccia agganciata alla cintura di uno dei civili,un ragazzo che doveva aver avuto non più di diciassette o diciott'anni. La svuotò in pochi istanti, un problema in meno da risolvere.

Più passava il tempo, più la ragazza acquistava lucidità.Insieme alla lucidità stava arrivando una tragica consapevolezza che non poteva ignorare: aveva perso la memoria. I ricordi partivano da quando aveva aperto gli occhi, nella sua mente non c'era altro.Abbassò lo sguardo ed esaminò ancora una volta i propri vestiti:non sembravano capi di grande valore, quindi suppose di non essere una persona molto ricca. Era probabile che fosse nel gruppo di civili.

Si concentrò allora sui corpi privi di vita per cercare di identificare ciò che aveva ucciso i presenti. Un soldato aveva la carotide recisa, uno era stato ucciso dalla una freccia piantata nel suo collo, un altro ancora era stato decapitato e due sembravano morti dissanguati. Ciò che però trovò incredibile fu la mancanza di lesioni su alcuni dei corpi, sia civili che militari. Suppose che trai soldati ci fosse un mago e che fosse lui il responsabile di quella strage, sebbene non fosse identificabile visto che erano equipaggiati tutti allo stesso modo. Eppure, era l'unica spiegazione plausibile,considerando che non avevano alcuna ferita.

La memoria di un'ala dorataWhere stories live. Discover now