Capitolo 20

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Jauregui, ma che fai? Non te la meriti una come lei. Non fai altro che farla soffrire. Forse, quando metterai la testa a posto, potresti pensarci, ma ora no. Sei solo una stronza senza cuore. Prima almeno assicuratinche ti piaccia sul serio, non usarla. Non farla avvicinare così per poi, magari, buttarla via come tutte le altre. Il fatto che stia dormendo beatamente tra le tue braccia, non significa un cazzo. Svegliati Lauren. SVEGLIA!

Questo è quello che c'è nella mia testa in questo momento. Sono le 5 del mattino, Camila è ancora tra le mie braccia che dorme tranquillamente, mentre dentro di me, sentimenti e pensieri combattono una guerra.
Mi alzo dal letto ancora un po' assonnata e vado verso l'armadio per tirare fuori un pantaloncino e una maglietta a maniche corte a caso, probabilmente nera. In questo armadio è tutto nero.
Mi vesto a buio facendo meno rumore possibile per non svegliare la cubana ancora arrotolata tra le lenzuola ed esco per andare a fare una colazione veloce. Due uova fresche, sbattute per bene, con un cucchiaino di zucchero, bevo tutto in un fiato stringendo gli occhi, provando a non far caso alla sua viscosità. Scendo le scale per la palestra e mi dirigo al bagno per lavarmi e non svegliare nessuno.
Non so ancora cosa farò, sto qui a guardarmi allo specchio, tra poco uscirò di casa come se fosse tutto normale, forse andrò a correre, forse me ne starò seduta da qualche parte a pensare o semplicemente prenderò una strada che non conosco e la seguirò per vedere fin dove mi porterà.
Per ora, iniziamo ad uscire di casa.

Pov. Camila.
È estate eppure muoio di freddo, mi ritrovo in mutande avvolta dalle lenzuola che emanano un forte odore di... LAUREN. Allungo una mano dall'altra parte del letto, ma è vuoto e freddo, mi giro lentamente e lei non è da nessuna parte. Appoggiati sulla sedia davanti alla scrivania ci sono alcuni vestiti suoi, mi alzo e metto la sua maglia nera. Mi va un po' larga e mi arriva a metà coscia e non mi interessa come mi sta, l'importante è che abbia su il suo odore.
Mi avvicino al comodino e prendo il telefono per controllare l'orario, 12.34. Oh.. da quanto dormo? E da quanto Lauren è andata via?
Infilo subito i pantaloni della tuta e scendo in silenzio per non disturbare, ma fallisco miseramente perché inciampo in qualcosa e cado dalle scale facendo gli ultimi 3 gradini praticamente da seduta.

"Oh mio dio, Camila!" Taylor corre verso di me per aiutarmi chiamando anche l'aiuto del fratello, Chris, che si preoccupa di sollevarmi e adagiarmi sul divano.
"Scusate- dico a testa bassa evitando i loro sguardi- non volevo disturbarvi o farvi spaventare."
"Ma che dici? Non disturbi affatto."
"E si, ci hai fatto spaventare."
"Scusate, non volevo. Stavo solo cercando Lauren."
"Credo sia uscita stamattina presto, prima delle 8 credo, ha lasciato un biglietto in palestra dicendo che non sapeva quando sarebbe tornata."
"Ah..- la mia voce è bassa e Tay mi guarda come se sapesse cosa sta combinando sua sorella, ma qualcosa mi dice che non vorrei saperlo- allora tornerò a casa, ho alcune cose da studiare." Dico senza pensare, la scuola è finita e non credo che uno dei due si berrebbe una stupidata simile.
"Studiare? Siamo in estate, ricordi?"
"Si, ma preferisco tornare."

Torno su e raccolgo tutta la mia roba, Lauren se n'è andata senza dirmi niente e io mi sento di troppo qui, quindi è meglio se torno a casa. Entro un'ultima volta nella sua stanza per vedere se ho dimenticato qualcosa, controllo bene e mentre sto per uscire, una vibrazione attira la mia attenzione. Ma non è il mio telefono, perché ce l'ho in mano. Mi avvicino velocemente al tavolino accanto al suo letto e pigio il tasto 'Home' del suo iPhone per farlo illuminare.
-Da Tasha.
"Jauregay, mi sono accorta di aver lasciato alcune cose tipo il mio reggiseno in quello stupido magazzino delle consegne, puoi riportarmelo? Grazie, sei la migliore."
E questa chi è? Quale magazzino? Quali consegne? Un reggiseno?
Potrei mettermi a piangere da un momento all'altro, ma nel momento in cui una lacrima sta per scendere, il telefono vibra ancora. Sempre lei.
-Da Tasha.
"Ah, dimenticavo, stasera alle 10 in piazza, non tardare. Ci sarò anche io e scommetterò tanti soldi su di te, quindi vedi di vincere."
Che significa tutto questo? Dio, come vorrei sapere tutte queste cose, quanto vorrei conoscerla meglio. Ma perché sono così stupida? Una come lei non starà mai con me. Smettila Camila e tornatene a casa.
Prendo tutto ciò che è mio e scendo al piano di sotto, saluto e me ne vado da questa enorme casa.
La strada per tornare a casa è breve, devo solo fare il giro di questa specie di villa e attraversare, arrivo sul retro del giardino dei Jauregui e sto per attraversare, ma due figure mi distraggono e mi blocco. Una è lei, Lauren, la riconoscerei ovunque. Indossa una canottiera con spalline molto sottili che va a lasciarle gran parte delle spalle scoperte e mette in mostra il suo tatuaggio sulla schiena e un pantaloncino da basket che le arriva al ginocchio, appena sopra il tatuaggio che ha sul polpaccio. È davvero molto vicina all'altra ragazza, che è poco più bassa di lei, ha le mani suoi suoi fianchi e se la sta avvicinando ancora di più. No. Non voglio guardare. Mi rigiro verso casa mia e senza fare troppo attenzione a chi arriva, attraverso la strada per raggiungere casa mia.
Pov. Lauren.
Sto avvicinando ancora di più il corpo di Natasha al mio tenendola per i fianchi, avvicino il viso al suo e sto per baciarla un'altra volta, ma un fischio/stridio di pneumatici mi fa voltare di scatto. Una macchina ha inchiodato davanti casa di Camila e quella sdraiata sulla macchina.. è lei, la riconosco perché sta indossando la mia maglia nera con dietro uno dei miei disegni.
"CAMILAAA" urlo, lascio la ragazza che stavo cercando di portarmi a letto fino a due secondi fa e inizio a correre verso casa della cubana. Arrivo quasi senza fiato per la corsa e per l'ansia che si sia fatta male, mentre cerco di capire qualcosa, lei si alza a fatica e chiede scusa all'autista, rimettendosi in piedi e tirando fuori le chiavi di casa come se niente fosse.
"Camila."
"Che vuoi?"
"Stai bene?"
"Si, mi hanno quasi investita, ma sto bene, va tutto benissimo, alla grande. Tu che dici Lauren?" E questa rabbia da dove la tira fuori?
"Che succede, Camz?"
"Niente, sto solo tornado a casa mia"
"Non è vero, ti conosco."
"No, tu non mi conosci, è già un miracolo che tu sappia e ti ricordi il mio nome." Dice mentre riesce finalmente a far girare le chiavi nella serratura e ad aprire la porta.
"Dimmelo, che succede?"
"NIENTE." Dice con rabbia, senza nemmeno voltarsi, per poi entrare in casa e sbattere la porta.
Che cazzo sta succedendo?

"Lo, Camila è andata via, è voluta tornare a casa, le ho detto di aspettare e che saresti tornata, ma non ne voleva sapere."
"L'ho vista davanti casa sua, stavano quasi per investirla."
"COSA? Che succede? Non è mai così distratta.. cioè, si, cade spesso e a volte inciampa nei suoi stessi piedi, ma sta sempre attenta alla strada."
"Non lo so Tay, ieri quasi mi saltava addosso e oggi mi evita così."
"L'hai lasciata sola in camera tua, sei una stronza, non puoi biasimarla."
"Ma che ha di tanto speciale svegliarsi accanto a me?" Il campanello suona e Taylor va verso la porta per aprire.
"Fottiti sorella."
AH..
"Natasha?" Mentre bevo le sento parlare, che ci fa lei qui?
"C'è Lauren?"
"Che vuoi?"
"Mi ha abbandonata in mezzo alla strada per correre dietro a una bambina deficente che stava per farsi investire."
"SENTI PUTTANELLA, SEI SOLO UNA DELLE TANTE ALTRE SCOPATE OCCASIONALI DI MIA SORELLA, NON SEI NESSUNO E LAVATI LA BOCCA QUANDO PARLI DI CAMILA, CHIARO? ORA PORTA IL TUO CULO FUORI DA QUI E NON FARTI PIÙ VEDERE." Dopo le parole di mia sorella, sento solo il grande tonfo della porta che sbatte e rimango ferma perché mai l'avevo vista così.
"Ma che succede oggi? Vi siete svegliati tutti col piede sbagliato?"
"Tu che dici Laur? Perché Camila stava per morire, eh?"
"Perché non ha guardato?"
"O perché era troppo abbattuta anche solo per alzare la testa? Quando smetterai di fartele tutte almeno in mezzo alla strada? Sei mia sorella e ti appoggio in qualsiasi cosa o stronzata tu faccia, ma stammi bene a sentire, voglio davvero bene a quella ragazza, quindi vedi tu che fare."
Wow.. ho bisogno di una doccia. Ora.
"Okay, okay, calmati. Vado a lavarmi."

Oggi la giornata è piuttosto strana, tutti che mi urlano addosso.
Esco dalla doccia, mi vesto e torno su per lanciarmi sul divano e guardare qualche serie TV.
"LAUREN." Questa può essere solo Normani.
"Ti prego, non iniziare cioccolatino, che ci fai qui?"
"Non sono io il problema, credimi. Scappa finché puoi"
"LAUREN MICHELLE JAUREGUI MORGADO. Non dovevi fare una cosa simile." E questa è Dinah. Oh cazzo. In che guaio mi sono cacciata? Che ho fatto sta volta?
"Siediti su questo divano e non ti muovere, ho qualcosa da dirti."

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