James

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"Ti prego, Felpato, non cominciare"
"Io comincio quando voglio"
"No, Sirius"
"Zitto, tu, Lunastorta"
"Sei peggio di un bambino"
"Io? Chi è che mi ha rubato l'anello d'argento?"
"Nessuno, dannazione!"
"L'avevo al dito prima e ora non c'è più: volete prendermi per cretino?"
"Come se non lo fossi..."
"Non fare il sarcastico"
"Evita"
"No, evita tu"
"Gli dai corda?"
"Ti sarà caduto"
"L'avevo in biblioteca!"
"E ti sarà caduto in biblioteca!"
"Mi è diventato largo da un giorno all'altro?"
"A chi hai stretto la mano l'ultima volta?"
"A nessuno"
"Allora ti è caduto, se non te l'hanno fregato"
"Non ci provino nemmeno"
"Sta crollando il mondo, per questo?"
"Era il mio anello preferito!"
"Ne hai altri quattro, direi che non ti manca nulla"
"Solo perché tu hai solo uno stupido anello al pollice, Lunastort-..."
"Non chiamare stupido il mio meraviglioso anello, chiaro?"
"Ah! Vedi che mi capisci?"
"La volete finire?"
"Taci, James" dissero all'unisono zittendo l'amico, che alzò le mani in segno di resa.
Era tutta la mattina che Sirius andava avanti facendo congetture su chi potesse avergli rubato il suo anello, come se ne avesse bisogno: ne aveva altri quattro; ma quello era il suo preferito, probabilmente l'aveva perso, come aveva ipotizzato Remus, ma no,impossibile, l'anello era troppo affezionato al padrone!
"Buongiorno!" salutò Amelia schioccando un bacio sulla guancia a Sirius e sedendosi accanto a lui, sorrise a James,salutò Remus con un rotto 'ciao', anche se si sforzò di sorridergli ed evitò accuratamente lo sguardo di quest'ultimo. Era da un mese che si rivolgevano a stento la parola, da quando Mary aveva detto una bugia e nessuno dei due lo sapeva, da quando Amelia l'aveva visto in sua compagnia e aveva pensato di essere stata una totale stupida.
In compenso, il rapporto tra Mary e Remus si era fatto sempre più intenso, mentre quello tra lei e lui sembrav aessere ormai sparito: tutte le cose che avevano vissuto insieme,tutte le risate, tutti gli abbracci, tutti i sorrisi scambiati per caso... Erano svaniti, non c'erano più, era come se non ci fossero mai stati.
"Ciao" rispose Sirius con tono tombale prendendo dei croissant, James scosse la testa sconsolato.
"Felpato..." iniziò a rimproverarlo.
"No! Zitto James, tu non capisci! Pure quell'idiota di Lunastorta mi comprende" lo rimbeccò con una smorfia.
Amelia fece passare lo sguardo da James a Sirius. "Cosa succede?"
"Il mio anello!" gemette lui, portandosi le mani nei capelli con fare disperato.
"Cos'ha?" chiese sottovoce a James, facendo un cenno rivolto all'amico.
"Ha perso il suo anello preferito" rispose con lo stesso tono quello, sventolando la mano in aria con fare noncurante.
"Dov'è Peter?" alzò un sopracciglio la ragazza, guardandosi intorno, accortasi dell'assenza di un Malandrino, ignorando completamente il problema di Sirius.
"Dov'è Lily?" James si sistemò gli occhiali.
"Dov'è Nina?" chiese Sirius come rinvenuto.
"Cosa?" domandarono tutti in coro.
"Nina" ripeté.
"Da quando ti interessa Nina?" si sporse verso di lui Remus, gli occhi assottigliati.
"Me l'ha fregato lei l'anello, me lo sento" disse sommessamente; gli altri sbuffarono annoiati.
"Non dire cavolate" sospirò Amelia.
"Quella mi odia!" esclamò lui come se fosse ovvio.
"Per me sei solo cretino" commentò a bassa voce James, imburrando del pane e beccandosi un'occhiataccia dall'amico.
Posò gli occhi su Remus, per poi ritirarli immediatamente: stava ripassando, evitandolo sguardo di tutti.
C'era qualcosa in lui che non lo convinceva, non che il suo amico lo convincesse spesso, ma era più evidente, più reale; era da un mese, più a meno, che si comportava in modo strano, non palesemente, ma c'era qualche dettaglio fuori posto; ad esempio: il modo con il quale si poneva nei confronti di Sirius era diventato più freddo, quasi distaccato, rideva di rado alle sue battute e passava moltissimo tempo da solo a studiare, isolandosi dagli altri.
Diceva che era per i M.A.G.O.: aveva bisogno di concentrarsi; peccato che nessuno ci credesse. Anche Sirius iniziava ad essere sospettoso, tanto che propose a James di parlargli chiaro, una volta, ma l'amico rifiutò, sapendo che Remus si sarebbe confidato quando ne avrebbe sentito il bisogno. Faceva così, aveva sempre fatto così; si chiese se Mary c'entrasse qualcosa o se fosse davvero solo nervoso.
Non parlava molto con Amelia da un pezzo e questo preoccupava sia Sirius che James,abituati a vederli confabulare qualche volta, a vederli sorridersi: troppo timidi ed introversi per mostrare apertamente quello che provavano davvero; perché ormai avevano capito da un pezzo che quei due si piacevano a vicenda, ma allora cos'era successo?
Odiava non comprendere, non sapere cosa stesse accadendo ai suoi amici. Per James i Malandrini erano una famiglia e si sa che in famiglia non ci devono essere segreti; erano sempre stati uniti, una cosa sola e adesso? Remus era indisposto verso Sirius, anche se in modo poco notevole, lasciando tutti senza una motivazione per i suoi comportamenti.
I pensieri di James furono interrotti dall'entrata in scena delle altre ragazze: Emmeline, Alice e Lily arrivarono, intente in una conversazione. Sorrisero ad Amelia e si accomodarono vicino a lei, Lily salutò calorosamente Remus, che ricambiò con un gran sorriso e le diede un bacio sulla fronte.
James notò che Amelia aveva distolto lo sguardo.
E c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che non quadrava affatto in tutta quella situazione.
"Potter" lo salutò Lily distrattamente sporgendosi verso di lui per prendere del Succo di Zucca, lui le fece un cenno.
"Evans" le sorrise raggiante scacciando i brutti pensieri. "Luce dei miei occhi: come andiamo oggi?" inclinò appena la testa per osservarla meglio e pensò che fosse la ragazza più bella sulla terra.
Lei fece una smorfia. "Bene, tu?"chiese disinteressata.
"Oh, benissimo, grazie per averlo chiesto" bevve un sorso di caffè. "Cos'hai intenzione di fare oggi, mia cara?"
"Pensavo di andare a lezione e tu, mio caro?" stette al gioco lei, facendo spallucce e una smorfia buffa che fece ridere James.
"Io pensavo di seguirti ovunque andrai" le rispose poi, puntando i suoi occhi in quelli di lei e la sua voce uscì più seria di quanto avesse voluto, facendo arrossire Lily che distolse subito lo sguardo, fissandolo sul piatto, diventato, inaspettatamente, particolarmente interessante.
Odiava quando James la metteva in quelle situazioni scomode, dalle quali non sarebbe riuscita a sfuggire mai, odiava quando le diceva la verità e quando le mentiva, odiava doversi scontrare direttamente con i suoi sentimenti senza sapere come rispondergli, odiava guardarlo negli occhi e pensare che fossero bellissimi, odiava quando le sorrideva e quando non la guardava, odiava sapere che senza di lui,probabilmente, non avrebbe saputo a chi dar fastidio, con chi prendersela, con chi litigare, con chi sfogare la rabbia... Odiava essere consapevole del fatto che James fosse entrato nella sua vita e perderlo le avrebbe potuto far male o farla star bene, in ognuno dei due casi, si sarebbe sentita triste: perché, felice o meno,l'avrebbe perso.
Dopo anni di torture, James era cambiato, era diventato se stesso senza fronzoli e questo la spaventava, sa perlopiù determinato a conquistarla, più sincero... Più James; non portava a nulla di buono.
"Credo che dobbiate smetterla di flirtare in nostra presenza" annunciò in una smorfia disgustata Sirius. "Niente di personale, Ramoso, ma le tue perle d'abbordaggio tienile per te" scosse la testa velocemente. "E comunque"aggiunse. "Io sono più bravo"
"Oh, posso garantire" intervenne Amelia annuendo. "A volte mi ha detto di quelle frasi...Ah, non potete capire. I brividi" commentò sarcastica.
"Sfotti?" rise Sirius dandole una leggera spallata e facendola sbilanciare leggermente, mentre la ragazza rideva di gusto. "C'è un motivo se tutte le ragazze di Hogwarts a parte te mi vogliono nel loro letto" constatò.
"Io passo" annunciò tempestivamente Lily.
"Io anche, sono fidanzata, Black" aggiunse Alice fingendosi sinceramente dispiaciuta.
"Qualche nuova esperienza non ti farebbe male, mia dolce ed adorabile Alice" si sporse verso di lei.
"Giù le mani" gli diede uno scappellotto Frank, arrivato all'improvviso al seguito di Peter, per poi avvicinarsi alla sua fidanzata e lasciarle un bacio leggero a fior di labbra.
"Quanto siete noiosi: io stavo scherzando" si passò una mano sulla nuca Sirius.
"Lo spero per te" lo rimbeccò Amelia, dandogli una gomitata.
"Gelosa?" le chiese ironico.
"Scherzi? Certo che sì!" lo squadrò dall'alto al basso, fingendosi sconvolta.
"Lo sai che il mio cuore appartiene solo a te" le sussurrò all'orecchio, facendola sorridere divertita.
Remus serrò le mascelle e osservò la scena come pietrificato, si trattenne dall'andarsene senza dire una parola.Gli faceva male vederli insieme, gli faceva male vedere quanto lei fosse emotivamente presa da questa storia, vedere quanto lui tenesse a lei, quanta complicità ci fosse fra loro; anche se era meglio così, come si ripeteva ogni giorno, lui era oscuro, mentre lei brillava di luce pura: l'avrebbe solo rovinata. Distolse immediatamente lo sguardo e cercò di riconcentrarsi sul libro di Antiche Rune che stava leggendo. Amelia restò per un po' ad osservarlo, il bicchiere di caffè a mezz'aria e gli occhi persi a contemplarlo.
Il tutto fu interrotto dall'arrivo brusco di Mary, che schioccò un sonoro bacio sulla guancia a Remus, sotto lo sguardo geloso di Amelia.
"Ciao" lo salutò.
"Ciao" le rispose lui, tenendo gli occhi sulle pagine.
"Mi aiuti a ripassare, per favore? Non capisco una cosa e oggi andremo avanti... insomma, non mi va di restare indietro con le lezioni" alzò e riabbassò le spalle velocemente. Gli altri restarono inattesa di una sua risposta.
"Sì, certo" le sorrise disponibile lui alzandosi e raccogliendo la sua roba. Guardò Amelia. "Ci vediamo" fece un cenno agli amici per poi avviarsi lontano con Mary.
Amelia appoggiò la testa sopra le braccia distese sul tavolo, sfinita. "Li odio" sussurrò con voce tetra.
Lily le accarezzò i capelli. "No, non li odi" osservò con una voce dolce. "Lo sai che non li odi"
"No, li odio, invece" ribatté l'altra sempre con lo stesso tono. "Odio lei e odio lui, ma odio di più lui"
"Ma se ne sei cotta marcia e/o quasi innamorata" constatò Sirius inarcando le sopracciglia.
"Lo odio!" Amelia quasi gridò e si alzò di scatto, facendo spaventare tutti. "Non dirlo mai più!" puntò poi un dito verso Sirius, che restò allibito. "Mai più!" ma la sua voce era rotta, spezzata, incrinata; prese la sua borsa e, lasciando la colazione a metà, si avviò fuori dalla Sala Grande.
"Meglio se la seguo" disse subito Lily, facendo per alzarsi, ma Sirius la bloccò.
"Ci penso io" la rassicurò. "A dopo" disse agli altri, camminando velocemente per raggiungere l'amica.
James lanciò un'occhiata preoccupata a Lily, che ricambiò: Amelia non aveva mai perso le staffe, non in quel modo, per lo meno; era sempre stata una riservata, introversa, anche e sembrava che in pochi giorni si fosse trasformata in qualcun altro.
"Andiamo in classe?" propose poi.
"Vengo io, Potter" rispose Lily riponendo i suoi libri in borsa velocemente e si alzò, seguita dal ragazzo. "Ci vediamo"fece un cenno agli altri e si avviò fuori con lui.
"Te sai che è successo?" gli chiese mentre camminavano per andare alla Serra, lui le lanciò uno sguardo interrogativo. "Tra Amelia e Remus" specificò Lily.
"Oh, quello" annuì sicuro. "No, nulla"rispose infine.
"Quelli ci stanno nascondendo qualcosa, dobbiamo scoprirlo" scosse la testa.
"Hai usato il soggetto'noi', Evans?" la guardò allibito James.
"Non esiste nessun 'noi', Potter, non ti montare la testa" fece una smorfia Lily.
"Ma l'hai appena detto" le fece osservare, circondandole la spalle con un braccio e avvicinandosi a lei, che, a  contrario delle sue aspettative, non si allontanò né lo scacciò e lui ne restò piacevolmente sorpreso. "Comunque sia" iniziò poi. "Perché dobbiamo preoccuparci degli altri quando ci siamo io e te, oh, dolce e soave angelo caduto dal cielo? Perché, mia Evans, ti preoccupi tanto? 'Non ti curar di loro, ma guarda e passa', meravigliosa donna, guarda e passa" le sussurrò all'orecchio, facendola arrossire.
"E' inutile che citi grandi autori Babbani per conquistarmi, non funziona" gli allontanò il viso dal suo con una mano.
"Allora sei arrossita per caso?" le chiese, sfoderando la voce più sexy del suo repertorio.
"Sono arrossita perché dici cavolate, James" scosse la testa per l'ennesima volta in quei pochi momenti, ma lui la osservò, interdetto: l'aveva chiamato James, non aveva usato il suo cognome, aveva usato il suo nome, James. James. Non era mai successo, mai nella storia di quei sette anni e lui si sentì così felice che avrebbe potuto baciarla seduta stante.
Lo stesso dettaglio non sfuggì a Lily, che se ne pentì immediatamente e pensò che avrebbe fatto meglio a non dir nulla, perché chiamarlo con il suo nome, era un modo per sentirlo più vicino, per ammettere che qualcosa era cambiato per sbaglio o per fortuna.
Si scostò d aJames e continuò a camminare, lanciandogli occhiate preoccupate ad intervalli regolari, mentre lui, mani in tasca e labbra serrate, non staccava gli occhi da lei. Chiedendosi come mai, perché, cosa ci fosse di diverso, ché per lui era cambiato tutto da molto tempo, ma per lei? Lily si stava facendo la stessa domanda, spaventata: cos'era James per lei? Cos'era successo? Insomma, lei, James, l'aveva sempre odiato; ma quando l'aveva visto, il primo settembre, quandole aveva dato ancora fastidio... Si era sentita sollevata, nonostant etutto: perché le era mancato. In quei mesi aveva pensato spesso a lui, era diventato più bello, più sincero e più vero. Non c'erano più maschere e questa era stata una sua scelta, James aveva infatti deciso che non avrebbe mai conquistato Lily fingendosi qualcun altroo facendo lo spaccone, perché a lei, quei tipi non piacevano, allora aveva pensato di essere semplicemente se stesso, il James di sempre,il James malandrino, il James sincero. James, semplicemente James.
Lily accelerò il passo quasi involontariamente: voleva solo scappare; ma lui non le permise di allontanarsi, anzi, le stette di fianco e, inaspettatamente, lei ne fu felice.
Arrivarono alla Serra in religioso silenzio, si guardarono attorno: Frank, Alice, Emmeline e Peter erano già arrivati insieme a Remus e Mary, che gli era accanto, persa a guardarlo, mentre lui ripassava -ancora- e s ifecero la stessa domanda con gli occhi: dov'erano Sirius ed Amelia?
James le fece un cenno verso l'uscita, lei scosse latesta e si avviò dagli amici seguita a ruota da lui, sorpassò Mary senza degnarla di uno sguardo, mentre lei la osservò, sinceramente ferita.
"Dov'è Sirius?" chiese James in contemporanea a lei che, invece, chiese: "Dov'è Amy?"
Gli amici li guardarono straniti. "Si saranno imboscati" borbottò seccato Remus, Mary gli prese una mano e la strinse nella sua, cercando di consolarlo; aveva guadagnato lui con quel pesante litigio di un mese fa, ma aveva perso moltissimo e, solo a volte, pensava che ci sarebbero stati altri modi per farsi notare da Remus John Lupin.
"Come, scusa?"chiese James a Remus, inarcando un sopracciglio e si sistemò gli occhiali.
"Cosa?" domandò innocentemente l'altro.
"Hai detto qualcosa?" gli domandò ancora.
"No" si finse stranito e scosse la testa.
Lily passava lo sguardo da uno all'altro,interrogativa.
"Mi sembrava di aver..." iniziò James. "No, niente" scosse la testa. Era impossibile che Remus avesse detto davvero quello che aveva pensato d'aver sentito.
Insomma, non poteva davvero credere che si fossero imboscati da soli, Sirius ed Amelia! Non era nemmeno immaginabile una cosa del genere, non poteva nemmeno avergli attraversato l'anticamera del cervello.
"Vado a vedere dove s'è cacciato quel cane" sussurrò a Remus, che annuì impercettibilmente.
"Torna in tempo per l'inizio della lezione" gli consigliò, James non rispose, ma si avviò fuori, camminando velocemente.
Sirius era un cretino di prima categoria e poteva aver deciso di saltare le lezioni tranquillamente, ma Amelia no, non l'avrebbe fatto, teneva troppo alla sua istruzione, ed erano spariti da un pezzo, ormai. E quando quei due sparivano insieme, non era mai un buon segno.
"Potter, aspetta!" si voltò immediatamente, Lily correva trafelata verso di lui e quando lo raggiunse si appoggiò al suo braccio, riprendendo fiato. "Okay, ci sono" constatò poi, sistemandosi la gonna.
"Evans?" la guardò inarcando le sopracciglia. "A cosa devo questa corsa contro il tempo per raggiungermi?"
"Amy è la mia migliore amica: non pensare di esserne il motivo" lo fulminò con lo sguardo, lui sollevò un lato della bocca in un sorrisetto.
"Certo che no"disse sarcastico, riprendendo a camminare affiancato da lei.
"Sala Comune?" le chiese, lei annuì. Starle vicino gli faceva uno strano effetto, era come se si sentisse a casa: ovunque c'era Lily, c'era un posto dove stare. "Devo dire, però, che non ti facevo una tipa da bagni notturni in déshabillé" ridacchiò, ricordandosi della prima notte, lei avvampò immediatamente.
"E questo cosa c'entra?" si difese incrociando le braccia.
"Nulla, è solo che non ho mai avuto occasione di dirtelo" fece spallucce James, sempre con un ghigno divertito sul volto.
"Era una cosa... una cosa fra noi, voi non dovevate esserci" bofonchiò.
"Io non mi sarei fatto problemi" la stuzzicò, per vedere il suo viso diventare rosso quanto i suoi capelli e cercare di nasconderlo con questi.
Non rispose, ma sentiva lo sguardo di James su di lei e tirò un sospiro di sollievo quando arrivarono a destinazione.
"Algabranchia" disse Lily e il quadro si spostò, lasciandoli passare, entrarono, la Sala era deserta, se non per due figure sul divano.
Amelia era stesa, la testa appoggiata sulle gambe di Sirius, che le accarezzava i capelli in silenzio.
"Sirius?" lo chiamò James, l'amico si voltò.
"Abbassa la voce: sta dormendo" sussurrò, i due si avvicinarono, Amelia aveva il respiro regolare.
"Che è successo?" chiese Lily sedendosi sulla poltrona accanto, sporgendosi verso di loro, James si accasciò a terra.
"E' solo stanca" spiegò Sirius guardandola negli occhi. "E' solo stanca" ripeté rivolgendo nuovamente lo sguardo ad Amelia, per poi darle un bacio sulla tempia. "La mia piccola Amy" disse a voce così bassa che fecero fatica a sentirlo.
Lily lo osservò attentamente e, incrociando le proprie mani e portandosele sotto il mento, pensò che quell'amicizia fosse qualcosa di meraviglioso,un'amicizia vera, sincera, un'amicizia che contava più di qualunque altra cosa. Non aveva mai creduto che Sirius potesse amar e una ragazza come amava lei, aveva sempre pensato che per lui le ragazze fossero solo un giocattolo, qualcosa da usare e poi buttar via; ma il modo in cui guardava Amy, il modo in cui si prendeva cura di lei senza chiedere nulla in cambio... Quello era il vero Sirius, quello era lui senza maschere e Amelia era davvero, davvero molto fortunata.
"Dobbiamo capire cosa è successo tra lei e Remus" saltò fuori poi, guadagnandosi uno sguardo interrogativo dai due. "Non ce la faccio a vederla così, mi fa troppo male" spiegò poi in un sospiro, sprofondando nella poltrona.
James e Sirius si scambiarono un'occhiata: sapevano com'era il loro amico, sapevano quanto fosse bravo a mentire e quanto nascondesse agli altri; non sarebbe stato per niente facile, ma, alla fine, decisero di accettare in modo unanime.
"Okay" acconsentì Sirius. "Okay, scopriamolo" annuì alle sue stesse parole.
Amelia gli aveva detto che lei e Remus si erano allontanati per colpa di Mary e che lei, lei che aveva sempre aspettato, si era fatta da parte, per lasciarlo vivere felice, anche se questo implicava vederlo assieme aduna ragazza che aveva sempre considerato come una sorella.
"Sentite, io e Evans torniamo a lezione, diciamo che Amy s'è sentita male e che tu la stai assistendo, va bene?" si voltò verso Lily, che gli fece un cenno d'assenso, Sirius annuì.
"E vedo di parlare con Remus" aggiunse.
"Io con Mary" sussurrò a mezza voce lei; non aveva voglia di rivolgerle la parola, non dopo quello che aveva fatto ad Amelia, alla sua migliore amica: le aveva detto delle cose orribili e questo l'aveva allontanata così tanto da lei che l'idea di parlare assieme le faceva torcere lo stomaco; da Mary non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.
I due si alzarono, Lily diede un bacio sulla guancia ad Amelia e sorrise dolcemente a Sirius, che ricambiò, tristemente; James le accarezzò i capelli in un sospiro e uscì con Lily.
Iniziarono a camminare in silenzio,ognuno immerso nei propri pensieri.
Lily odiava vedere Amelia ridotta in quello stato, James odiava vedere Remus ridotto in quello stato; la cosa più strana era che, probabilmente, Amelia aveva davvero superato il limite, perché non si era mai mostrata debole in tutta la sua vita.
Lily guardò James di sottecchi, James ricambiò. Erano amici di tutti e due, sia di Remus che di Amelia, erano sempre stati insieme, alla fine, nonostante tutto: i Malandrini e le ragazze Grifondoro, nonostante a Lily non piacesse James, lo tollerava, cercava di avere una convivenza pacifica con lui, mentre quello sembrava renderla sempre più complicata e difficile con tutti i suoi tentati abbordaggi.
Arrivarono alla Serra e si diressero vicino agli amici. "A cosa devo questi dieci minuti di ritardo?" chiese la professoressa Sprite, gli occhi di tutti si puntarono su di loro, James stava per prendere la parola, quando la professoressa li interruppe. "Ah, no, Potter, niente bugie qua dentro. Vi siete beccati una punizione, oggi, alle cinque, nel mio ufficio e dieci punti in meno a Grifondoro; non si discute!"aggiunse vedendo che il ragazzo stava per protestare. "Due Caposcuola, ah! Cosa mi tocca vedere" borbottò fra sé e sé la donna. "Fatevi spiegare cosa stiamo facendo, non ho intenzione di ripeterlo. Dove sono Black e Williams?" chiese accorgendosi della loro assenza.
"Amelia sta male, signora, Sirius la sta portando in Infermeria" rispose prontamente Lily.
"Oh, bene, allora" bofonchiò quella. "Dai, avanti, avete intenzione di star qui a far nulla? Al lavoro, al lavoro!" esclamò vedendoli ancora con le mani in mano, i due si precipitarono immediatamente da Remus, che stava  facendo coppia con Mary, estraendo un liquido da una pianta ancora non specifica.
"Che dobbiamo fare?" si affrettò a chiedere James mentre si metteva il grembiule.
"Prendere il liquido curativo di questa pianta e metterlo in queste boccette in questo modo" spiegò Remus non distogliendo lo sguardo dal suo lavoro, Lily lo imitò, mettendosi all'opera. "Cos'ha Amelia?" chiese, Mary sgranò gli occhi, stupita, pensava non gli importasse più, ormai.
"Cosa avete voi due, se mai, amico" lo provocò piccato James, Lily gli lanciò un'occhiataccia.
"Non adesso" gli sussurrò dura prendendolo per il colletto della camicia e portandolo più vicino a sé.
"Perché no?" replicò lui, con il cuore che iniziava ad accelerare il battito, avrebbe potuto contare le sue lentiggini se lo avesse voluto.
"C'è Mary" rispose semplicemente e lo lasciò andare. "Ha un po' di febbre, sta bene" Lily rassicurò poi Remus con un sorriso. "Si rimetterà presto"
Lui annuì senza guardarla e continuò con la sua attività, Mary incontrò gli occhi di Lily che erano freddi, impenetrabili; quest'ultima distolse poi lo sguardo, riposandolo sulla pianta e si legò i capelli, lasciando scoperta la nuca.
"Allora, a che punto siamo?" chiese a James.
"Abbiamo appena iniziato, Lily, non pretendere troppo da questa povera piantina" le disse a bassa voce, osservandola attentamente.
"E' il suo dovere" ribatté lei ridendo appena, lui scosse la testa sorridendo.
Passarono la lezione a lanciarsi frecciatine e scherzare tra di loro, dimenticandosi della punizione che gli era stata assegnata, dimenticandosi del resto delle persone attorno; Lily dimenticandosi di aver a che fare con James Potter.
Il ragazzo che aveva sempre odiato.

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