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-Va bene, va bene.- esclamai con un sorriso.
Attaccai e feci volare distrattamente il telefono dall'altra parte del letto. Io e Logan avevamo parlato per una buona mezz'oretta e l'arrabbiatura con i miei si era magicamente placata. Anche se non del tutto però, ma il fatto di non aver nemmeno accennato di ciò a Logan mi aveva aiutata. Mi alzai e uscii dalla camera, per finire in bagno. Un paio di rumori.
-Stephanie... possiamo parlare?-
La voce sommessa di mio padre si sentiva appena da fuori dalla porta. Azionai lo sciaquone e mi tirai su i pantaloni a quadretti del pigiama.
-Eh... okay- biascicai, strofinando un pugno sull'occhio.
L'unico risultato che ottenni fu il mascara sbavato e qualcosa nell'occhio.
-Ma porca mer... miseria.-
Sciacquai il volto e tentai di togliere quel qualcosa dall'iride. Uscii dal bagno e mi ritrovai mio padre appoggiato allo stipite della porta della sua camera, di fronte a quella del bagno.
-Mh?- lo incalzai bruscamente, dandogli le spalle mentre mi avviavo in camera, aspettando che lui mi seguisse.
-Io e tua madre vogliamo solo il tuo bene.- inziò cauto, sedendosi sul mio letto.
Lo interruppi subito.
-Se voglio essere vegetariana, è un problema mio. Non capisco perché dovrebbe interessarvi.- biascicai.
-No, Stephanie. Ci interessa perché sei nostra figlia. Ti piacerebbe se tua madre o io facessimo qualcosa di sbagliato? Anche se i dottori e i nutrizionisti dicono di mangiare tanta verdura, non devi limitarti solo a quella...-
Guardai mio padre negli occhi. Sembrava stanco. Probabilmente aveva lavorato molto anche quel giorno.
-È meglio se vai a coricarti. Ti vedo spossato.- gli suggerii, non rispondendo ai suoi consigli.
-Lo sono, ma prima volevo parlare a mia figlia.- insistì.
Scossi la testa.
-Quando starai meglio ne riparleremo. Ora vorrei dormire. Domani devo andare a scuola.-
Mi misi sotto le coperte e gli diedi le spalle, tenendo tra le braccia un piccolo cuscino rosso. Sentii mio padre alzarsi e dirigersi verso la porta. I suoi passi si fermarono poco prima di raggiungere il corridoio.
-Sai, Stephanie... mi chiedo da quando sei così cocciuta.- sospirò.
Detto questo, uscì e chiuse la porta. Ero rimasta sola.

****

-Buongiorno, Christian.- lo salutai, aprendo la porta del Take Away Coffee.
Lui alzò gli occhi dal suo cellulare e mi sorrise.
-Ciao, Stephanie. Come va? Ah, mi sono permesso di ordinarti una tazza di caffè. È ancora caldo.-
Lo ringraziai e aggiunsi un po' di latte, che chiesi educatamente alla solita barista, quel giorno con un rossetto leggermente più scuro delle tonalità che utilizzava di solito.
-Come stai?- chiesi, posando il cellulare nella tasca dei jeans.
Odiavo chi guardava il telefono continuamente quando era assieme ad un'altra persona.
-Tutto okay, e te?-
Risposi positivamente e mi immersi in un fitto discorso sulle nostre passioni. Dovevo ammettere che Christian era davvero un bel ragazzo e da come parlava sembrava così intelligente.
-Ora devo andare.- disse ad un punto, guardando l'ora sull'orologio attaccato alla parete del bar.
Gli diedi un'occhiata pure io.
-Sì, hai ragione. Se arrivo in ritardo la Swan mi uccide.- scherzai, alzando gli occhi al nome della noiosa professoressa di algebra.
Lui rise e si alzò.
-Pago io.- si offrì.
Scossi la testa.
-Posso pagare anche io, non è un problema.-
Sorrise.
-Non se ne parla, ti ho proposto io di venire a prendere un caffè. È d'obbligo che paghi io.-
Sorrisi di rimando.
-Allora ti ringrazio.-

Spazio autrice
Hei!
Scusate il ritardo ma sono bloccata a scrivere il capitolo 22.
Ho bene in mente come svolgere la storia, ma ho un piccolo blocco dello scrittore.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, anche se non so quando sarà😞
Bacini a tutti
Lux🌹

È Colpa Tua, Non Delle Stelle -SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora