III - Separazioni

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   Robert inarcò le sopracciglia, incuriosito. "L'ha detto qualche emittente?"

   "Pensi sia necessario? Chi altro potrebbe fare un macello del genere?"

   "Poco fa ho provato a telefonare ad alcuni miei amici di Wheatfield" disse Bryan, corrugando la fronte mentre si allontanava dalla carrozzella del padre. Si mise le mani sui fianchi. "Nessun risultato. Le linee sono fottutamente intasate, come se fosse l'ultimo dell'anno."

   "Chi non ha sentito i proiettili avrà sentito le notizie" pensò Liam. "Entrambi sono strumenti perfetti per scatenare il panico tra la gente."

   "Farebbe comodo sapere qualcosa sulla situazione attuale in città" affermò Robert, indicando il notebook sul tavolo del soggiorno. "Internet funziona?"

   "La connessione è un po' una merda…" iniziò Bryan.

   "Ringrazia che l'abbia messa, trippone di un figlio" borbottò John, accigliandosi. "E' perché non muovi il culo dalla scrivania che ti sei deformato in questo modo."

   "Sono un programmatore, Pa. E' ovvio che passi la maggior parte del tempo davanti al computer." Si grattò il ventre prominente, avviandosi verso il notebook. Sedette, lo accese e iniziò a battere sui tasti. Robert e Liam si avvicinarono per dare un'occhiata.

   "In situazioni come queste mi pento di essermi cancellato dai social network" disse Bryan, gli occhi incollati sullo schermo. "Per fortuna ci sono altri posti dove trovare informazioni."

   Liam lo vide aprire una pagina con notizie della cronaca di Wheatfield. L'ultima era abbastanza vecchia, risalendo a una settimana prima, ma Bryan si soffermò lì quel poco che gli serviva per spostare il cursore su uno dei tasti laterali alla pagina. "Chat" ripeté mentalmente.

   La pagina cambiò e una spirale che indicava il caricamento iniziò a girare. Passarono alcuni minuti senza che accadesse nulla. "Si è bloccato" disse Robert.

   "Deve essere colpa del numero delle persone presenti nella chat" affermò Bryan. "Diamogli ancora un po' di tempo."

   L'attesa non produsse alcun risultato, e quando tentò di tornare alla homepage per cominciare una nuova ricerca si ritrovò davanti la scritta "Internet non risponde" insieme ad altre parole. "Cazzo, proprio adesso?" Bryan fece una smorfia. "Ogni tanto succede, ma dopo un po' funziona di nuovo."

   Liam ne fu deluso. Aveva iniziato a sperare di poter ottenere qualche risposta. "Non ne dubito."

   "Nemmeno io" disse Robert, infilandosi le mani nelle tasche. "Peccato non possa più aspettare." Si allontanò dal tavolo, camminando verso John che per tutto quel tempo li aveva osservati in pieno silenzio. "Flecker, ho un favore da chiederti."

   John lo fissò negli occhi. "Non ti presterò dei soldi, se sei qui per questo. Questo mio figlio basta a prosciugare le mie tasche."

   "Erano solo cinquecento dollari per riparare la macchina" affermò Bryan, corrugando la fronte. "Ti ho già detto che quando ce li ho te li restituisco."

   "Quando ti troverai un nuovo lavoro, vorrai dire" ribatté John, secco. Si voltò di nuovo verso Robert. "Allora?"

   "Non mi serve denaro."

   "Beh, questa è una bella notizia."

   "Mi serve che ospiti Liam e la mia famiglia da te finché non ritorno."

   John lo guardò sorpreso. "William non può proteggerli da solo? Eh, Will? Sei un poliziotto o che cosa?!"

   "Un poliziotto fuori servizio" rispose Liam, accigliandosi. "E senza la pistola d'ordinanza." Si era pentito di averla lasciata in Centrale, ma non poteva immaginare che ne avrebbe avuto un così urgente bisogno. "Incredibile come le cose possano precipitare da un giorno all'altro."

The Days AfterWhere stories live. Discover now