III - Separazioni

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   Robert assestò due colpi decisi alla porta bianca. "Flecker! Apri, sono Robert Finch!"

   Liam, accanto a lui, lanciò uno sguardo al prato curato e alla Ford rossa parcheggiata di fronte alla saracinesca del garage. "E'del vecchio?" domandò, indicando l'auto.

   Robert lanciò uno sguardo. "Del figlio, Bryan. Vive qui da quando il padre è in queste condizioni. E' un bravo ragazzo, anche se non gli farebbe male una dieta."

   "Chi diamine è?!" esclamò qualcuno da dietro la porta. Si sentivano dei passi pesanti avvicinarsi.

   "Finch!" Robert appoggiò una mano sulla porta, guardando un momento nel vetro dello spioncino. "Ho bisogno di parlare con tuo padre."

   Passarono alcuni secondi, poi si sentì il rumore della chiave che girava, seguito da altro sferragliare. La porta si aprì mostrando un uomo dal volto rotondo coperto da una folta barba rossiccia, capelli corti e una camicia hawaiana arancione tesa dal ventre prominente. Sembrava avere meno anni di loro. "Non restate sulla soglia" disse, facendo loro cenno di entrare.

   Liam chiuse la porta dietro di sé, quindi seguirono Bryan nel soggiorno antistante. Illuminata dalla grande finestra che s'affacciava sul giardino, le parti metalliche della carrozzella luccicavano. Era ferma accanto a un consunto divano di pelle e l'uomo che sedeva sopra, dando loro le spalle, guardava la vecchia televisione bevendo una birra.

   "Pa, c'è Robert insieme a un suo amico!" disse Bryan, infilandosi le mani nelle tasche finché non giunse presso la carrozzella. Afferrò le maniche e l'allontanò dal suo posto per girarla verso i nuovi giunti, che videro la Colt appoggiata sulle ginocchia di John Flecker, una mano nodosa saldamente stretta sul manico. L'uomo aveva un volto allungato pieno di rughe, fronte ampia e ciuffi di capelli bianchi sulla testa. Gli occhi infossati erano sormontate da folte sopracciglia che gli donavano un aspetto arcigno.

   "Il giovane Finch, eh." Le sue labbra si piegarono in un sorriso. "L'ultima volta che ti ho visto potevo andare al cesso da solo. Sembra passata una vita."

   Robert corrugò la fronte, confuso. "Sono passato a salutarvi durante la Pasqua dell'anno scorso."

   "Infatti ho detto che sembra. Cristo, ragazzo, con l'età non sei diventato più sveglio."

   "Ha una lingua tagliente, come al solito." Liam ricordava la prima volta che l'aveva incontrato, una mattina di primavera. Lui ed Elizabeth stavano uscendo da poco ed era la seconda o terza grigliata a cui Robert lo invitava nella vecchia casa di Whitehaven. John Flecker si stava occupando del prato con un vecchio tagliaerba, quando li aveva visti parcheggiare l'auto ed era venuto a salutarli. "E chi è il tizio insieme a te? Un altro sbirro?" aveva domandato con un ghigno che Liam aveva trovato irritante.

   "Mi chiamo Liam Finch, signore. E sì, sono un poliziotto."

   Il vecchio aveva ridacchiato all'improvviso. "Liam?! Che cazzo di nome ti hanno dato i tuoi?!"

   Liam aveva celato l'irritazione. "E' il diminutivo di William."

   Ora il suo nome per intero veniva gridato da John Flecker, riportandolo alla realtà. "Ragazzo, ti eri forse incantato come un vecchio disco?"

   Liam fece una piccola smorfia. "Stavo pensando alle cose dette al telegiornale." Guardò verso il televisore spento. Quel modello doveva risalire ai tempi dell'amministrazione Nixon.

   "Beh, immagino siano le stesse della radio, con la differenza delle immagini." John si diede una veloce grattata sotto il mento. "La mia TV ci ha piantati in asso cinque giorni fa, a causa del temporale. Quello scansafatiche del tecnico aveva rimandato la sua visita alla settimana prossima." Ridacchiò. "Suppongo non potesse immaginare che per allora ci saremmo trovati sotto attacco terroristico."

The Days AfterWhere stories live. Discover now