La scuola stava andando un vero schifo; avendo smesso di parlare, i voti del liscio avevano avuto un picco improvviso, così repentino da far allarmare perfino il dirigente scolastico. Anche il Professor Payne aveva notato  dei drastici cambiamenti in Louis e la cosa lo rendeva leggermente inquieto: Di solito, il liscio si applicava al massimo nella sua materia: i suoi temi erano sempre eccellenti; le sue recensioni, brillanti...  eppure, da quando era tornato, non faceva altro che lasciare i compiti in bianco. Passava ore intere a fissare lo stesso punto del foglio senza mai toccare penna e Payne sapeva che il fra il liscio e Styles c'era sempre stato un legame abbastanza forte, sin dall'inizio... ma non notare alcun segno di progresso da parte del più giovane lo preoccupava. anzi, a dire io vero lo terrorizzava...

I suoi compagni di classe iniziarono a deriderlo sempre più spesso;  a spintonarlo senza vergogna nei corridoi; a picchiarlo solo per vederlo subire in silenzio. e Louis, semplicemente, sentiva di non avere più uno scopo. Di non avere più  un posto a cui appartenere. Niente aveva più senso: non aveva più senso combattere; non aveva più senso parlare, studiare, mangiare... Perfino respirare orami gli sembrava un esercizio futile. Nessuno riusciva a capirlo; Tutti volevano ascoltare ma nessuno aveva mai abbastanza forza e pazienza per sentire, per comprendere cosa stesse succedendo... Louis voleva solo questo; aveva solo bisogno di qualcuno che si fermasse e si mettesse in silenzio ad ascoltarlo: Senza dire niente.  senza trarre conclusioni affrettate dalle sue parole. Chiedeva forse tropo? Evidentemente si.  Sua madre l'aveva letteralmente trascinato da uno psicologo qualche giorno prima. Probabilmente sperava che sarebbe riuscita a risolvere ogni suo problema in quel modo; Peccato che Louis continuasse a non parlare... se non per formulare frasi il quale significato era chiaro soltanto a lui.

"Credo che stia ancora elaborando la cosa" le aveva detto il dottore,  una volta terminata la seduta:"Ha subito un'enorme trauma; gli dia il tempo  necessario per assimilare la notizia" aveva concluso. E la mora era davvero scettica a riguardo; ma aveva deciso comunque di ascoltare quel consiglio. Così si fece da parte ed aspettò: aspettò miglioramenti che non arrivavano. aspettò sfoghi che non ci furono. aspettò per chissà quanto tempo che la situazione cambiasse ma niente stava cambiando... e così perse le speranze; Suo figlio si stava lasciando morire e lei non riusciva fermarlo.

Quel pomeriggio, dopo l'ennesimo test lasciato in bianco ed un'altro patetico tentativo di sua madre di approcciare con lui, Louis si chiuse in camera- sbattendo la vecchia porta in legno alle sue spalle- e si lasciò cadere a peso morto sul materasso del propio Letto, chiudendo gli occhi e sospirando al lieve calore che i raggi solari gli trasmettevano. Erano appena le due di pomeriggio e sua madre, al piano di sotto, stava preparando come di consueto il pranzo per entrambi. Louis non sarebbe sceso a mangiare, la donna lo sapeva; Eppure nonostante tutto si ostinava a sperare che uno di quei pomeriggi il ragazzo uscisse dalla propria stanza e si unisse a lei. esattamente come faceva prima dell'incidente; esattamente come era prima che lui morisse... ma ormai niente era più come prima... niente era più lo stesso. Il mondo non aveva più colore, il cibo non aveva più sapore, la vita non aveva più senso. Quindi a cosa sarebbe servito tutto? A cosa sarebbe servito riprendere le vecchie abitudini? Forse a dimenticare, ma Louis non voleva farlo. Ogni cosa adesso gli scivolava dalle mani con troppa facilità: il tempo, le giornate... perfino la felpa di Harry stava perdendo il suo profumo. Tutto sembrava correre via da lui; lontano, in modo che non riuscisse più a riacchiapparlo. E Ogni giorno la stessa maledetta domanda gli tornava in mente, come un chiodo fisso che non aveva intenzione di staccarsi: Perché era ancora lì? Cosa diavolo ci stava a fare in un mondo che non lo voleva? Il ragazzo meditava su quella domanda in continuazione, cercando di stilare una lista di motivi che lo costringessero ancora a subire tutta quella merda e solo una risposta gli veniva in mente; Solo una:

Harry.

Harry Styles; la risposta era sempre lui. Era lui il motivo per cui Louis voleva morire, ed era sempre lui il motivo che lo costringeva a rimanere in vita. Ogni cosa gli urlava di andarsene, ogni fottutissima cosa. Ma poi arrivava sempre lui: lui con quel suo magnifico sorriso e quei suoi due occhi da panico che lo distraeva e lo faceva tornare con i piedi per terra. "Ci sei?" Avrebbe voluto chiedergli. "Perché mi tormenti?" "Perché io?" Ma la sua bocca non aveva mai la forza per parlare. Non aveva mai il coraggio di chiedere. E Louis stava impazzendo, stava davvero iniziando a perdere la ragione...  ma non poteva farne a meno. quelle domande richiedevano una risposta; una risposta che solo un folle sarebbe riuscito a trovare e allora perché no? Infondo forse la pazzia era tutto ciò che gli restava.

The Only Exception //IN REVISIONE//Where stories live. Discover now