Bonjour Mon Chèri

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"La vita o la vivi o la scrivi. Io non l'ho mai vissuta se non scrivendola."
-Luigi Pirandello

"Il solito, per favore" -rivolgendosi al ragazzo dietro il banco-
Fu un uomo ad interrompere il silenzio penetrante della caffetteria quella sera, figura sulla quarantina forse, le guance arrossate, come causa le basse temperature invernali.
Scorrere di secondi senza alcuna sentenza, e continuò "Ho da fare ragazzo, vedi di fare in fretta"
Il diretto interessato distolse lo sguardo dal suo taccuino e posò con un tonfo al lato di esso una matita scura, che il cipiglio sul suo viso era ben evidente.
Annuí di conseguenza, dirigendosi verso lo scaffale con i liquori.
"Vedrò di sbrigarmi Signor Shelman" Sussurrò di rimando, versando in modo cauto, alcune gocce del liquido scuro, all'interno del bicchiere di vetro trasparente.
"Ne ho abbastanza, dammi qua!"
Un conseguente stridìo echeggio tra le pareti della stanza, seguito da un tonfo sordo.
Cosí se ne andó l'uomo, nello stesso modo in cui aveva fatto capolino qualche minuto prima.
"Il resto puoi tenertelo" E si confuse -pedissequo- con l'ammasso di gente riversata sul bordo della strada.
Il ragazzino sorrise soddisfatto.

Questa la cronaca del primo giorno di lavoro, dopo l'incontro con Madeline, il Venerdí precedente.
Ogni più semplice gesto e ogni parola sputata dalla bocca di lei, erano vivi nella sua mente da ormai una settimana.
Che lo aveva in pugno quella ragazza, non era rivelazione, ma lo stava prosciugando, e gli si struggeva l'animo -ogni qual volta- pensandola, si sentiva stringere il cuore in una morsa meschina.
E la gente gli parlava inglese, eppure Harry sembrava rimpiangere gli anni passati a Parigi con la madre, e 'Bonjour Mon Chèri' la cosa più simile all'amore che qualcuno osasse rivolgere lui.
Era ancora un piccolo uomo -adolescente- quando sbarcò a Londra, dieci anni prima, con solo un bagaglio di insicurezze sul petto.
E si era ritrovato solo, e aveva avuto paura.
Madison dal canto suo, aveva sorretto per metà quel bagaglio insostenibile, e scavando lo aveva capito, ma che fu tutto spinto dal frutto della passione, lo capí qualche tempo più tardi.
Mai avrebbe pensato che l'assenza e la lontananza da lei potessero essere cosí letali, e all'alba dei suoi ventitre anni era solo un uomo che piangeva la sua perdita.
Perdita affogata poi in violenza e dolore : un letale mix per la salute a quanto pare, che rimaneva comunque inerte tra il letto e la scrivania, continuando a disperarsi in lacrime amare.
Scriveva ed editava.
Riversava il dolore su carta, unico modo a lui concesso e conosciuto, e scriveva lettere -a Madeline- che mai le sarebbero state spedite.
Ed iniziavano e terminavano tutte allo stesso modo, come a ribadire alcuni essenziali concetti di appartenenza
"Mia cara Madeline.." e infine "Per sempre tuo, Harry."

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⏰ Last updated: Dec 25, 2016 ⏰

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1992Where stories live. Discover now