Prologo

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Suoni di trombe, suoni di tamburi. Iniziano a prendere forma delle immagini, dei turbinii dorati fagocitati da un nero cosmico che quasi mi fa credere di essere divorato da un universo di stelle spente. Sono in una voragine acromica, ci ricado dentro e risorgo s'una superficie grigiastra. Vedo le mie mani e un liquido spento mi bagna i palmi scivolando lungo le dita come se stessi affogando in un dipinto e arraffassi i colori abbondanti dalla tela. S'infiltra una voce che segue quelle note e il buio intorno a me prende a vibrare, distorcendo in piccole onde quella totale calma apparente da cui ero avvolto poco prima. Non capisco, sono confuso. I colori prendono a volteggiare a macchiare e a costellare impazzite quell'oscurità. Vedo quelle mani, in prima persona, affondare orizzontalmente, aggrapparsi a qualcosa e sollevarlo come una saracinesca.

Le mie palpebre si sono alzate, ho gli occhi aperti e di colpo i colori svaniscono per mostrarmi una macchia bianca sbiadita. La musica non smette, continua a risuonare, va avanti come se facesse parte dell'ambiente e lentamente, con un dolore al collo, piego il capo da un lato. Sono confuso, mi bruciano gli occhi, mi fa male il corpo. Vedo un ragazzo davanti a me, le nostre posizioni sono diverse, sebbene non riesca a concepire chiaramente. Credo di essere sdraiato. Lui no, stringe qualcosa in mano e di colpo sgrana i suoi occhi, cosa che istintivamente fa compiere lo stesso a me: cosa succede? Devo avere paura? A lui cade di colpo il bicchiere, il liquido marroncino macchia per terra e mi parla, sembra che stia per mettersi a piangere mentre mi si avvicina. Non ti sento, l'uomo di questa musica sta cantando per me. È dentro la mia testa?

Avvicina una mano al mio volto ed io mi ritraggo come una tartaruga nel proprio guscio, istintivamente, con il cuore che prende a palpitare scalmanato all'interno del petto - almeno credo che in quella parte di corpo vi sia quella pompa muscolare, eccetto che non mi sia stato impiantato un martello pneumatico sotto le ossa. Sembra dispiaciuto della mia reazione, le sue labbra prendono una piega triste ma alla fine le sue dita mi sfiorano appena e da un orecchio riesco a percepire quello che mi sta attorno, mentre con l'altro la musica prosegue. Cosa succede? Mi è stata tolta una cuffia, mi sembra di vedere sul letto.

< Tommi.. > la sua voce trema appena < .. mi senti? Mi capisci? >

I miei cigli si approssimano, l'espressione è ancora più confusa. < .. chi? .. chi sei tu? > e per un attimo, in quel disagio mentale, quasi riesco a riconoscere il suo dolore misto a disappunto prendere forma lungo i lineamenti del suo giovane viso. La voce che fuoriesce sembra quella del Brucaliffo quando chiede di descrivere "cosa essere tu" ad Alice. In un nuovo black-out ricado in un vortice di pensieri che mi fanno smettere di sentire la sua voce, d'intravedere l'uomo in camice bianco che entra in stanza e persino i tamburi all'interno della mia cuffia. Chi sono io? Quanti anni ho? Sono giovane come questo ragazzo? Ho il suo aspetto? Cosa ci faccio qui? Perché? Ho già vissuto o sono appena arrivato in questo posto nuovo? Per lunghi attimi nessuno riuscì a risvegliarmi dal tormento cupo che iniziò ad affollare la mia mente e a risucchiare il mio cervello fino all'ultima sinapsi.

Coma WhiteNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ