Capitolo nove

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Bella's point of view

È una giornata squisita: il cielo è terso, senza una nuvola, il sole splende e non c'è vento. Yuuhi gioca con Haru e io li osservo, gettando di tanto in tanto un occhio su Akira e Christopher: li ho incontrati dopo la lezione di ripasso mentre lo portavano a spasso.

Avrei di meglio da fare che guardare mio cugino e suo marito baciarsi o i cani rincorrersi nel prato, ma Leya non è qui come di consueto e ciò m'inquieta. M'inquieta anche il fatto di quanto vividamente riesca ad immaginarla seduta accanto a me, in questo momento, intenta a disegnare. Probabilmente disegnerebbe Akira e Christopher che si baciano e poi si annoierebbe e passerebbe alla riproduzione di un fiore qualsiasi del prato o a... farmi un ritratto.

E allora resto qui, ad aspettarla, nonostante i nomignoli che giungono alle mie orecchie mi facciano aumentare il mal di pancia. Non so nemmeno come mi senta; sono sottosopra da ieri, quando sono uscita con Leya.

- Devo andare a casa, adesso - dico dopo un po' ad Akira, schioccando le dita per chiamare Yuuhi. Il mio migliore amico alza il capo, osservandomi.

- Non stai bene, Bella?

- Sto bene - rispondo sbrigativamente, avvistando una figura appoggiata all'albero più lontano da noi. Il cuore mi balza in gola. Non voglio che Leya mi veda con Akira. - Devo davvero andare. Ciao, Akira. Christopher.

- Ciao, Bella.

Mi affretto a raggiungere Leya: in viso non ha nessuna particolare espressione, però i suoi occhi azzurri scintillano di una luce ambigua.

- B-buongiorno, Leya... - mormoro, sentendomi vagamente a disagio. Lei non dice niente e si limita a prendermi per mano, esattamente come ieri sera. Non posso fare a meno di chiedermi cosa penserà Akira, ma non protesto.

Mi confonde.

- Sei silenziosa - bisbiglio, mentre camminiamo. I nostri ruoli si sono apparentemente invertiti. - Qualcosa non va?

Si ferma e mi fissa, mi fissa dritta negli occhi e poi le labbra. Corruga la fronte, dopodiché riprende a camminare.

- Stanotte resto a dormire da te. Ho incontrato prima tua madre e ne era felice.

Oh no.

- Perché?

- Mio fratello e il suo ragazzo non ci sono, stasera, e io non voglio restare sola - spiega semplicemente. Cala di nuovo il silenzio. Il calore della sua mano nella mia è piacevole, potrei abituarmici.

- Sono a casa - annuncio, lasciandola andare. Lo sguardo di Leya segue freddamente i miei gesti.

- Ciao, Bella - replica John, comparendo con Brooklyn sulle spalle. - La mamma è al lavoro. Oggi pomeriggio andiamo a vedere i cavalli, vieni... venite anche voi?

Senza guardare la mia bionda amica so che sta annuendo.

- Sì.

~~~

La scuderia in cui ci troviamo è situata relativamente vicina alla spiaggia e circondata da alcuni alberi. Già da lontano si possono scorgere i cavalli brucare nei paddock.

Non appena scesi dall'auto mio fratello cerca subito di correre da loro, ma suo padre lo prende per mano.

Io e Leya ci scambiamo un'occhiata e per un attimo penso che lei farà altrettanto, però ha le mani occupate con il blocco da disegno e mi ritrovo a scacciare il vago desiderio che provo. Non sono una bambina.

Ci avviciniamo ad un paddock dove brucano un piccolo pony cicciottello color cioccolato e un gigantesco frisone. Il ragazzo che lo sta accarezzando scavalca agilmente la staccionata e ci saluta allegramente.

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